Racconto d'autunno - Film (1998)

Racconto d'autunno

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Con la levità e la soavità francesi che Rohmer ha forse saputo cogliere meglio di qualunque altro regista della sua terra, l'ultimo racconto delle stagioni comincia durante il periodo di vendemmia nella campagna dell'Ardèche. La viticultrice Magali (Romand), vedova, dopo la morte del marito non ha più cercato alcun uomo. Vive col figlio Leo e si trova al centro del doppio tentativo incrociato di accasarla da parte di due donne che le vogliono bene. Rosine (Portal), l'incantevole fidanzata di suo figlio, ormai disinteressata a proseguire la relazione col proprio professore di filosofia (Sandre), cerca di spingere quest'ultimo a credere che potrebbe aprire una...Leggi tutto relazione con Magali, mentre Isabelle (Rivière), libraia di città, la vorrebbe convincere a tentare la via degli annunci matrimoniali. Poiché Magali non pare interessata a nessuna delle due proposte, Isabelle decide di prendere l'iniziativa in autonomia, segretamente: scrive l'annuncio e s'incontra con Gérald (Libolt) con lo scopo di capire se questi possa essere l'uomo giusto per l'amica, inizialmente coprendogli la verità. Il matrimonio della figlia di Isabelle sarà il redde rationem: Rosine e la stessa Isabelle (ognuna all'insaputa dell'altra) porteranno il proprio pretendente facendo in modo che incontri Magali per capire se il rapporto può funzionare. Una trama ingegnosa che ha il grande pregio di apparire sempre naturale e autentica, senza palesare mai la volontà di stupire o colpire. Ogni dialogo (ovviamente opera dal regista) diventa un felice scambio di frasi, di botta e risposta scritti benissimo pur nella loro semplicità, portati in scena da un gruppo di attori diretti splendidamente, chi contando sulla propria deliziosa avvenenza (Portal), chi coadiuvato al meglio da qualità acquisite con l'esperienza. A rapire più di tutti è tuttavia forse il Gérald di Libolt: pacato, arguto, mai banale, sa infondere al suo personaggio una gentilezza nei modi e una capacità di reagire nella massima correttezza che coinvolge, incuriosendoci nei confronti delle sue mosse successive. Straordinari gli incontri con la Rivière, giocati sulla stuzzicante complicità dello spettatore: sappiamo bene che non è lei la donna dell'annuncio, eppure è lei la prima a giocare sull'equivoco, a nascondere a lungo la propria vera natura. Senza alcuna musica d'accompagnamento come d'abitudine, i dialoghi devono avere una propria forza non indifferente per reggere così a lungo in un film che non ha l'ambizione di colpire per la ricercatezza della messa in scena o la ricerca stilistica. E' un modo di fare cinema diverso dalla norma, che conserva una sua fortissima identità e che si sposa al meglio con la natura bucolica delle location, attraendo per la spontaneità della recitazione fusa al meglio con la capacità di ricoprire l'intreccio, piuttosto ricercato, d'un manto di felice gradevolezza: mai una volta si alzano i toni, le scene fluiscono regalando l'impressione di una perfetta omogeneità, prevalgono i sorrisi persino nel personaggio più burbero (quello della Romand) e il finale chiude senza clamore lasciando persino qualcosa d'inespresso.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/03/10 DAL BENEMERITO HOMESICK POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/02/21
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Homesick 3/03/10 18:15 - 5737 commenti

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Sintetizzando i discorsi su sentimento amoroso esaminati nei tre capitoli precedenti, il ciclo “Racconti delle stagioni” si conclude in un luminoso affresco dipinto dal tepore dell’autunno vendemmiale francese e da dialoghi così schiettamente naturali e perfetti da sembrare improvvisati sul momento. Il vecchio Rohmer contempla con affettuoso distacco i suoi personaggi, che traggono vita dall’appassionata (e appassionante) sottorecitazione degli attori: straordinarie le due “vittime” (gli adorabili perplessi Romand e Libolt) e la sorridente “macchinatrice” Rivière.

Giùan 7/08/12 22:42 - 4528 commenti

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Ultimo dei racconti delle 4 stagioni, si caratterizza, nella tenue compatezza e uniforme varietà della filmografia rohmeriana, per una vena crepuscolare piuttosto marcata, che compensa (fino a prevalere quasi contronatura) l'altrimenti consueta freddezza dell'entomologico sguardo del regista. Così, se il destino in forma di caso continua, con ripetitiva brillantezza, a prendersi gioco delle azioni e delle parole degli uomini, è il sentimento della campagna a far breccia col suo lirismo soffuso e le sue mature tonalità d'ombra.

Galbo 18/08/12 05:54 - 12372 commenti

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Di ambientazione bucolica l’ultima opera di Rohmer dedicata alle stagioni. Un intrecciarsi di personaggi e piccole storie che il regista osserva con bonomia di sguardo e che rappresenta con estrema naturalezza, inducendo nello spettatore la marcata sensazione della vita vera. I dialoghi, apparentemente banali, sono l’asse portante della storia insieme al paesaggio autunnale e crepuscolare che diventa quasi un personaggio a sé stante. Buono il doppiaggio italiano.

Paulaster 25/09/18 10:06 - 4373 commenti

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Approfittando di un matrimonio si cerca di fidanzare una vedova. Film basato sui dialoghi in cui la fluidità si accompagna ai contenuti amicali. Per quanto riguarda gli adulti predomina una certa sincerità d'intenti, evitando discorsi universali sull'amore. I ragazzi invece ragionano in modo troppo evoluto per l'età che hanno. Ambienti più da fine estate che autunnali tra temperature miti, vendemmie e tramonti (se no non si potevano scaldare i cuori solitari).
MEMORABILE: Le differenze tra i vigneti; Il battibecco in macchina.

Myvincent 2/02/21 09:07 - 3721 commenti

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Rohmer racconta l'amore "autunnale" mettendo in scena una storia bucolica e due donne, amiche, diverse tra loro ma complementari: l'una bionda e nordica, l'altra bruna e crespa. Un film intimista, fatto di dialoghi e situazioni semplici e reali, qui colorato da toni da commedia degli equivoci. Purtroppo però il ritmo lento ne pregiudica lo scorrimento, al punto che si desidererebbe un fast-forward per andare a vedere come andrà a finire.

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  • Curiosità Raremirko • 18/09/13 23:48
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Vale la pena citare (come da extra del dvd) la "dimensione pittorica" degli attori che, a braccia conserte o in particolari posizioni (tipo a "rombo"), donano all'opera un certo stile difficilmente riscontrabile in altri film.