Quelle due - Film (1962)

Quelle due
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Titolo originale: The Children's Hour
Anno: 1962
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Seconda versione cinematografica della pièce teatrale "La calunnia" di Lillian Hellman, già portata sullo schermo dallo stesso William Wyler nel 1936.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/08/08 DAL BENEMERITO PIGRO
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Pigro 27/08/08 08:37 - 9920 commenti

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Una bambina rivela che le due direttrici di una scuola privata sono lesbiche. Naturalmente (siamo nei primi anni 60) l’accusa non è detta esplicitamente, ma si capisce bene ed è un duro colpo per le donne coinvolte dalla petulante (odiosa) ragazzina, e precipitate nell’ostracismo pubblico. Film di intensa drammaticità che porta due misurate grandi attrici a confrontarsi con una pièce teatrale di passione e lacrime. Un film ben fatto, anche se inevitabilmente molto legato alla tradizionale dimensione dialogica del teatro.

Galbo 28/08/08 17:44 - 12527 commenti

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Tratto da un'opera teatrale, Quelle due è efficacemene teso a dimostrare il potere malevolo del pettegolezzo in questo caso sessuale, in grado di distruggere vite e reputazioni. L'impostazione teatrale della pellicola è evidente e dà modo agli interpreti (specie le due protagoniste) di evidenziare tutta la loro abilità professionale in un testo ricco di dialoghi e sfumature. Buona la direzione del grande William Wyler.

Daniela 14/07/09 06:01 - 12952 commenti

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Una ragazzina vendicativa e bugiarda rovina la vita a due giovani insegnanti causandone l'ostracismo da parte della comunità, con esiti tragici. A distanza di quasi 30 anni, Wyler fa il remake del suo precedente La calunnia e, questa volta, il riferimento all'amore lesbico può essere più esplicito senza bisogno di ricorrere al terzo incomodo. Bel dramma, tratto da un testo teatrale di Lillian Hellman, ottimamente interpretato dalle due grandi attrici e dal resto del cast, in cui spicca Fay Bainter, nel ruolo della nonna della odiosa bambina.
MEMORABILE: La dichiarazione di Martha a Karen

Cotola 2/08/10 18:19 - 9302 commenti

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Bellissimo, audace (siamo pur sempre all'inizio dei Sessanta) ed intensissimo film di Wyler che non risente per niente della sua origine teatrale riuscendo a mantenere alta la tensione per tutta la sua durata fino ad arrivare al tragico quanto ovvio epilogo. L'ottima regia e l'intrigante sceneggiatura sono impreziosite da una eccellente prova di tutti gli attori. Oltre alle due protagoniste da segnalare quella dell'odiosa Karen Balkin: un concentrato di rara cattiveria come raramente si è visto e che non si dimentica.

Homesick 4/10/10 18:32 - 5737 commenti

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L’ascendenza teatrale confina la vicenda quasi esclusivamente in interni, ma questo non fa che accrescere il senso di stringente accerchiamento e definitivo isolamento cui costringono la calunnia, il sospetto, il pettegolezzo maligno e la paranoia. I dialoghi, intensi e serrati, sono gravidi di sfumature psicologiche che i pregiatissimi interlocutori esternano con dovuta aderenza fisica ed enfasi drammatica: menzione d’onore al climax di rabbia e disperazione vissuto dalla MacLaine fino al tragico epilogo e alla cattiveria purissima stillata dalla piccola riottosa, viziata e bugiarda Balkin.

Myvincent 2/04/15 08:13 - 3862 commenti

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La calunnia è un venticello... che è come un uragano per due ligie insegnanti che vengono accusate da bambini bugiardi di avere una tresca amorosa "insana". Il film è un coraggioso manifesto sulla diversità che non poteva non risentire del contesto morale dell'epoca e che ha nelle protagoniste due interpreti eccezionali. Il tono è drammatico, ovviamente, senza scivolare nel melò.

Fedeerra 24/09/17 17:05 - 769 commenti

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Questo film è una fossa di donne serpenti, crudeli portatrici di pregiudizi sociali e di verità distorte. Non si salva nessuno; bambini, adulti e anziani. Ogni personaggio sa che per loro ogni via d’uscita è preclusa e che l'evolversi della vita, anche dopo una dolorosa espiazione, è solo una condanna definitiva. William Wyler in una delle sue regie più spietate.

Buiomega71 22/08/19 01:12 - 3014 commenti

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Spietatissimo Wyler (dalle carognose bimbette malefiche che Il giglio nero gli fa un baffo, al finale dolorosissimo che colpisce per la sua durezza, alla straordinaria camminata a testa alta della Hepburn al cimitero). La scuola ha i finestroni che piangono alla Amityville horror, ma a fare davvero paura sono le calunnie crudeli e le vecchie gelide matrone. Wyler inizia con diabolici giochi di bimba, sfociando nella menzogna che uccide e conclude nell'angoscia e nel tormento (lancinante la dichiarazione d'amore saffica della MacLaine alla Hepburn). Ineccepibilmente straziante.
MEMORABILE: Il braccialetto rubato che serve alla carognosa Mary per ricattare la piccola ladra Rosalie; Il mazzo di fiori preso dal bidone dello sporco.

Rocchiola 5/11/20 10:47 - 993 commenti

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Due insegnanti che dirigono una scuola privata vengono accusate ingiustamente di lesbismo da una loro allieva bugiarda e viziata. L’esperienza segnerà in modo indelebile le loro vite. Wyler si mantiene nei territori del melodramma a lui piuttosto cari, ma affronta in modo abbastanza diretto almeno per l’epoca il tema dell’omosessualità, mostrando apertamente l’ostracismo che ancor oggi si manifesta nei confronti del “diverso”. Gran prova delle due protagoniste solitamente impegnate in ruoli più brillanti e meno drammatici. Tra le giovani allieve si segnala la Cartwright di Alien.
MEMORABILE: Le menzogne della ragazzina; Lo svuotamento della scuola; Il finale con la Hepburn che si allontana indifferente tra i partecipanti al funerale.

Paulaster 26/01/21 09:48 - 4660 commenti

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Due insegnanti verranno tacciate di avere una relazione sessuale. Un tema delicato per gli anni 60 come il lesbismo è trattato con spietatezza a tutti i livelli di età. I bambini sanno essere sadici senza saperlo e gli anziani son pronti a condannare in nome di una recondita rettitudine. Il clima pesante viene accentuato pure dall'unico uomo che nutre dubbi e dal finale. Ottime interpretazioni del duo femminile che subisce gli eventi e che, parzialmente, sa uscirne a testa alta. La regia fa parlare le espressioni dei volti e ci lascia spettatori impotenti di un massacro.
MEMORABILE: I fiori nei rifiuti; Il garzone che spia da dietro; Il tentativo di scuse; La Hepburn in lacrime; Il silenzio al funerale.

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Cerveza 22/05/23 08:19 - 540 commenti

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Come cantava Don Basilio nel "Barbiere di Siviglia", anche in questa potente trasposizione della pièce di Lilian Hellman, il venticello delle allusioni parte zampettando a mo’ di burla, per poi deflagrare scoperchiando il sepolcro imbiancato di un amore saffico. Ma quello che più sorprende è il vedere le teatralmente impeccabili Hepburn e MacLaine messe in secondo piano dalla più genuina crudeltà infantile, che smaschera con inconsapevole spietatezza gli istinti repressi e le inclinazioni inconsce degli adulti. Se per Andersen "l re è nudo", per Mary "la regina è lesbica".
MEMORABILE: Lo sguardo perfido della piccola Mary; La spiegazione silenziosa di Mr. Burton sul vialetto; Il finale.
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  • Discussione Buiomega71 • 22/08/19 10:35
    Consigliere - 26613 interventi
    Rassegna estiva: Melò d'agosto-Un'estate melodrammaticamente melodrammatica

    Spietatissimo uno degli ultimi Wyler, dove la sua regia, che taglia come un bisturi, non fa sconti, tra infamie, cattiverie, malelingue, diaboliche messe in scena, dialoghi al vetriolo, alienazione, isolamento, dei pregiudizi che pesano come un macigno e diffamazioni che portano alla rovina (dei sentimenti, della vita, dei rapporti umani, della "colpa" di avere una passione " contronatura" per la persona dello stesso sesso, "colpa" da espiare con il gesto più estremo possibile).

    Il grande leone di Hollywood innesta una luciferina tessitura alla "piccole donne", tra giochi di bimba che mutano in invenzioni perverse e maligne, per poi sfociare nel dramma più cupo, fino al durissimo e impietoso finale, dove l'infamia cede il posto alla più drastica delle scelte.

    Wyler che, in dirittura di arrivo, non ha peli sulla lingua e sferra pugni allo stomaco (l'apoteosi avverrà con Il silenzio si paga con la vita), in un cupo teatro della crudeltà che inizia come un soave e leggiadro proto Picnic ad Hanging Rock, dove le ragazzine hanno il diavolo in corpo (e la bimbetta del Giglio nero e lì a fare le boccacce), leggono libri proibiti, si fingono ammalate di cuore, ricattano le amichette (il braccialetto rubato) che sono , a loro volta, delle piccole ladre, origliano dietro alle porte, spiano e vivono di pettegolezzi e fandogne, inventandosi turpi storie di "perversioni" di amori proibiti tra donne, scatendando così la pandemia e il sospetto, che si espande come un virus, fino alle estreme conseguenze.

    La scuola c'ha i finestroni che piangono come la villona di Amityville Horror, ma qui, a fare davvero paura, sono le piccole silfidi in erba (da antologia i fiori raccolti dal bidone dello sporco, piccolo pezzo di macabra ironia), che per capriccio o per vendetta mettono in piedi un meccanismo di illazioni che non avrà redenzione o pentimento, innescando la miccia della paranoia e dell'infame marchio (i genitori portano via a frotte le proprie figlie dalla scuola, l'uomo delle consegne guarda le due donne come se fossero delle aliene-con lapidaria risposta della MacLaine: "Guarda, ho sei dita e due teste, sì, sono un mostro!"-, i villici si mettono con il furgoncino, dietro la siepe, a spiarle -un pò come succederà a Kathy Bates ne L'ultima Eclissi-e l'amore si sgretola sotto il peso dell'atroce tarlo del dubbio).

    Vecchie e gelide maliarde (gran pezzo di regia la sequenza in cui, una volta smascherata, la piccola vipera c'ha un espressione di terrore in cima alle scale, e la nonna , dopo un lieve malore, la fissa con disprezzo) che non ci pensano su due volte a tacciare di infamia le due insegnanti, credendo alle parole di due ragazzine (e il loro "smascheramento" è un altro pezzo di antologia, con la scatolina che contiene la refurtiva della piccola ladra-una Veronica Cartwright ancora piccina picciò-).

    Wyler, tra disperazione e angoscia, mette in luce i sofferti rapporti di una amore che non sarà mai corrisposto (e alla fine c'è un fondo di verità nell'impostura del piccolo mostro travestito da ragazzina innocente) che sfocia nella lancinante dichiarazione d'amore che fà la MacLaine alla Hepburn.

    E dopo tanta sofferenza (e ad una svolta straziante), Wyler mostra, in una sequenza di grandissimo cinema, la Hepburn che cammina a testa alta uscendo dal cimitero, circondata dalle persone che l'avevano tacciata di vergogna e dal viale alberato in fiore.

    Straordinario parterre attoriale (la Hepburn e la MacLaine in una gara di assoluta intensità, anche se più compita e mesta la prima, tanto è istintiva e tormentata la seconda) e chiaroscuri da cinema dei bambini cattivi e dannati, che lambisce l'horror dell'infanzia corrotta e distruttrice (le parole, spesso, sono più letali di falcetti e armi contundenti).

    Dall'inizio tra le schermagliette delle ragazzine, ai ricatti e alle perfide crudeltà, alle gelosie della MacLaine verso la Hepburn che si stà per sposare, alle zie egoiste e vanesie, a quel terribile pre finale nella camera da letto, dove Wyler regala-ancora-pezzi di regia maestosi, come la Hepburn che, in giardino, sente che stà succedendo qualcosa di terribile.

    Tutto è lucidamente perfetto, dallo script chirurgicamente ferreo, dalla regia lucida, spietata, impeccabile e senza sbavature di Wyler, dalle svolte dolenti, ai dialoghi intensi e , spesso, crudeli, all'atmosfera soffocante e angosciosa, alla straziante-allorchè molto realistica e, ahimè, parecchio attuale- vicenda che stringe sempre più come una morsa, fino al raggelante finale.

    Cinema che non fa sconti, inesorabile trattato di perfidia e maldicenza e durissimo gioco al massacro di muliebre perfidia.

    Bravissima (e giustamente detestabile) la piccola Karen Balkin nel ruolo della iniqua e scellerata Mary.

    Curioso come IMDB, tra le foto di scena del film, ne riporti una con la Hepburn e la MacLaine alla sbarra davanti al giudice in tribunale. Nel film si menziona il processo, ma non c'è traccia fisica di esso. Sequenze processuali eliminate al montaggio da Wyler stesso, che rallentavano la narrazione e avrebbero allungato il film oltre le due ore.
    Ultima modifica: 22/08/19 15:19 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 22/08/19 10:43
    Consigliere - 26613 interventi
    Del film ho una registrazione dal canale satellitare Mgm Channel (datata 2010), della durata di 1h, 44m e 32s
  • Discussione Digital • 22/08/19 10:48
    Portaborse - 4077 interventi
    Sei un poeta Buio! Recensioni bellissime e molto sanguigne! Ti esorto a fare un bel libricino: io sarai il primo a comprarlo!
  • Discussione Buiomega71 • 22/08/19 10:55
    Consigliere - 26613 interventi
    Digital ebbe a dire:
    Sei un poeta Buio! Recensioni bellissime e molto sanguigne! Ti esorto a fare un bel libricino: io sarai il primo a comprarlo!

    Grazie Digital, ma credo che saresti l'unico (come si dice, pochi ma buoni) :)
  • Homevideo Rocchiola • 5/11/20 10:50
    Call center Davinotti - 1281 interventi
    Uscito qualche anno fa in bluray marchiato Studio 4K. Ormai fuori catalogo se vi capita nell’usato prendetelo perché si tratta di un buon prodotto che probabilmente utilizza il master del BD americano della Kino. Video panoramico 1.66 mediamente pulito e discretamente dettagliato. Alcune sequenza presentano una granulosità più marcata ma nel complesso le immagini scorrono bene senza evidenti difetti. Il bianco-nero poteva essere un pò più contrastato. L’audio italiano 2.0 è mediamente potente e chiaro. Per la cronaca la durata è qui di 108 minuti circa.
    Ultima modifica: 5/11/20 14:52 da Zender