Prigioniero della paura - Film (1957)

Storia del giocatore di baseball Jimmy Piersall, noto per i suoi "bizzarri" comportamenti in campo dovuti a problemi psichici (disturbi bipolari). Il film attribuisce la causa di ciò al padre (Malden) che impone la sua volontà sul figlio perché diventi a tutti i costi un campione. Sofferta performance di Perkins, bravissimo a interpretare nevrosi, che rimarrà una sua caratteristica sfruttata poi da Hitchcock, e ottimo pure Malden. Regia e sceneggiatura riescono a portare a un culmine quasi insostenibile il dramma, che si diluisce solo nel finale.

Il protagonista è un giovane di grande talento ma psicologicamente assai fragile. Sarà uno psicanalista ad individuare la causa della sua instabilità emotiva: un padre opprimente che fin dall'infanzia lo ha spinto perché diventasse un campione di baseball... Prima di entrare nella storia del cinema come Alan Bates, Perkins si era esercitato in psicosi con questo film che segna l'esordio alla regia di M., interessante anche se un poco sbilanciato fra eccessi melodrammatici ed un finale troppo conciliante. Grande Malden in un personaggio di babbo ossessivo che gli calza a pennello.

Esordio registico di Robert Mulligan, regista purtroppo non molto considerato dalla critica ma che nella sua carriera ha sfornato prodotti notevoli. Qui porta su grande schermo la storia, vera, di un giocatore di baseball con gravi problemi psichici. Il protagonista è reso in modo straordinario da un giovane Anthony Perkins e anche il resto del cast, a cominciare ovviamente da Karl Malden, non delude certo le aspettative. Buone sia la regia che la fotografia in b&n. Non siamo di fronte a un capolavoro, ma sicuramente il film è più che valido.