Pollyanna - Serie animata (1986)

Anime giapponese con tutti gli ingredienti consueti (l'orfanello/a, la parente acida, l'animaletto da compagnia, i litri di lacrime e le tonnellate di zucchero). La storia, tratta da due romanzi di Eleanor H. Porter, è comunque valida, ricca di significato, di bei momenti e tecnicamente ben realizzata. Tra tutte le orfanelle che costellano gli anime degli anni '80 Pollyanna vince sicuramente l'Oscar della iella, ma suscita comunque tanta simpatia e tenerezza. Bel cartone, anche se troppo lacrimoso.

Il perenne ottimismo mostrato da Pollyanna a fronte di qualsiasi disgrazia le riservi il destino e il suo potere taumaturgico nei confronti degli adulti a lungo andare possono persino indisporre, ma come si fa a non volerle bene? Classico racconto di formazione in stile Anna dai capelli rossi, ma con un maggior carico di drammi e di intrecci che rendono la visione più coinvolgente (e più strappalacrime), ma sacrificano qualcosa in termini di realismo e rischiano di sminuire la portata del messaggio educativo. Però finisce bene...

Meisaku (gli anime tratti da capolavori della letteratura occidentale) classico nel suo opporre un esserino volitivamente positivo fino all'intransigenza (qui Pollyanna come altrove Heidi o Anna dai capelli rossi) a una serie di più o meno accidentali coincidenze nefaste. Rispetto al libro (e al film Disney), si abbassa l'età della protagonista mantenendosi però fortunatamente fedeli alla trama e alle interazioni coi complessi e numerosi personaggi della Porter. Un po' stucchevoli le risatine perpetue della bimba ma è un feuiletton animato di bella consistenza sentimentale.