Jazz e sentimenti a Parigi per due musicisti (uno bianco e uno nero)... Regia e star sono sicuro annuncio di esercitazione da catechismo liberal, e infatti non si fa mancare nessun luogo comune nè alcuna pesantezza di sceneggiatura del caso. Però ci sono due però grossi come piramidi, che rispondono ai nomi di Louis Armstrong e Duke Ellington, al cospetto dei quali non ci si può che genuflettere. La mera presenza varrebbe il biglietto, ma siccome si sente anche un po' di loro grandiosa musica il film è da vedere senz'altro
La storia di due jazzisti americani in fuga a Parigi, bruciati dal sacro fuoco della creazione artistica. Amore e amicizia passeranno per forza in secondo piano. Luoghi comuni sulla musica, sul maledettismo, sulle lotte razziali negli USA (tema introdotto un po' a capocchia dal personaggio della turista nera che si innamora di Poitier). Il tutto con attori svogliati e paesaggi da cartolina, senza verità e senza sentimento. L'archetipo del jazz movie rimane Round Midnight di Tavernier. Scordàto.
Due amici americani musicisti si trasferiscono a Parigi per coltivare la loro passione, ma l'amore è in agguato. Melò insostenibile che non trasmette un minimo di emozione, ma che si avvale dell'incredibile Louis Armstrong e delle musiche di Duke Ellington. Newman e Poitier si dividono tra esibizioni jazz e interminabili passeggiate con le rispettive donne in una Parigi da depliant. Si tenta, giusto per dare una connotazione drammatica, di tirare in ballo il razzismo. Atono.
Retorica e verbosa settima opera di Ritt, ruffianamente collocata in un idilliaco contesto parigino e confusamente infarcita di tematiche di stampo liberal affrontate e sentite solo in parte dal pur gradevole Poitier. La figura di Newman, jazzista di talento ma prevedibilmente spigoloso, torreggia come di consueto sugli altri interpreti eccellendo in innegabile fascino e frasi ad effetto, ma fatica a brillare in termini di sincera adesione al proprio personaggio. Diligente la Woodward in una fiacca e scontata storia d'amore. Esplosiva la partecipazione di Armstrong. Mediocre.
MEMORABILE: La splendida esplosività jazz di Newman e Satchmo durante l'improvvisata esibizione; Il consueto fascino di Newman.
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Per "Il Gobbo": a me non pare che si innamorino della stessa donna. Newman si innamora della bionda (Joanne Woodward, non riuscivano a stare un minuto staccati...) e Poitier della ragazza di colore, che tenta di convincerlo a tornare in America e a affrontare il razzismo invece di sfuggirlo.
Ossignore! Non vedo il film da tanti anni, possibile quindi che abbia fatto confusione (con quale altro film? Con jazzisiti, dico..)
Mah. Faccio subito ammenda, grazie