Uno dei migliori Franco-Ciccio, con Franco protagonista assoluto che non strafà e, tenuto sotto controllo, sforna una delle migliori interpretazioni. Ciccio regista/sceneggiatore riscrive il grande successo del Paolo il caldo di Vicario con una parodia molto libera, che mescola citazioni e momenti dell'originale a momenti di pochade pura e a quei tocchi di umorismo surreale di cui aveva già dato prova nell'Esorciccio; come attore si ritaglia il ruolo del padre e quello dello spassoso mago Mandrakì e a proposito, sbaglio o la voce è di Banfi?
Deludente commediola che funziona solamente a sprazzi (tipo le scene al cimitero). Per il resto tutto è fin troppo prevedibile, scontato, con battute che non centrano il bersaglio (o lo fanno raramente) e personaggi mosci. Franchi decisamente fuori parte, gli altri male. Regia mediocre di Ingrassia, che farà di gran lunga meglio con il successivo L'Esorciccio.
Parodia di Paolo il caldo, tratto da un romanzo di Brancati, rappresenta la seconda ed ultima regia di Ciccio Ingrassia che dirige il partner Franco Franchi. Quest'ultimo dà un'intepretazione abbastanza misurata e quasi sempre lontano dagli eccessi delle prove in coppia. Ne poteva venire fuori qualcosa di meglio se si fosse curata di più la sceneggiatura che appare a dire poco lacunosa e piena di difetti.
Molto brutto, a lungo inguardabile. E dire che l'incipit, fino al congedo da parte di Crovetto, pare promettere qualcosa che poi non c'è. Il film prende infatti una piega a quadri, nessuno funzionante. Tremendo quello con Mimmo Baldi, Leontini e la Edel, ripetitivo quello con la Sini, Sportelli e Cleri, lento e sciocco quello con la Biagini, insopportabile quello al circo di Moira Orfei. Il maggior ruolo femminile è di Ileana Rìgano, già CSC, come nel parimenti brutto I figli di Zanna Bianca.
La cifra stilistica dell'Ingrassia regista non è decisamente l'umorismo anglosassone, e così si scivola quasi subito nella farsaccia più sbracata. Franco però è bravissimo e più misurato di altre volte, e salva il salvabile. Qualche spunto c'è ma siamo lontani dall'Esorciccio o dai migliori film del duo.
In questa prima opera registica di Ciccio Ingrassia, Franchi si ritrova da solo in una debole commedia con un filo conduttore non dei migliori. La parodia di Paolo il caldo è davvero minuziosa e non si ferma davanti al titolo; l'umorismo di Ingrassia è molto surreale, dissimile dall'impostazione più "terra-terra" dei film girati dalla coppia. Questa "sofisticazione" non giova al film che si rivela indigeribile, nonostante l'impegno di Franchi. Si ride nelle scene al circo che ricordano Franco e Ciccio... ladro e guardia. Davvero brutto!
Noiosetto e alquanto malriuscito. Rispetto allo stupendo Esorciccio è uno zero assoluto. Franco Franchi fa del suo meglio ma non riesce a tenere in piedi un film che fa acqua da tutte le parti. Mediocre il resto del cast, in particolare quello femminile.
MEMORABILE: Il cimitero residence con Barbablu e Casanova (sic) come ospiti.
Ciccio Ingrassia alla sua seconda e ultima regia, ma il risultato è piuttosto mediocre e nonostante i frizzi e i lazzi di Franco Franchi non si riesce a ridere un granché. Qualche gag riuscita c'è (lo sketch con Franchi cameriere e il tormentone del marito geloso), ma il resto fa fatica a emergere e affonda a picco. Cast di contorno sottotono.
Maldestro esordio alla regia di Ingrassia che scomoda addirittura Brancati prendendo spunto dalla trasposizione cinematografica di Paolo il caldo di Vicario. Franchi ricorre a tutti i lazzi del suo repertorio per colmare una sceneggiatura molto lacunosa, ma il film non decolla praticamente mai e ampie parti risultano piuttosto noiose con situazioni scontate che si alternano senza incastrarsi in un discorso unitario. Scadente anche la recitazione dei caratteristi, fra cui salverei solo un convincente (come sempre) Leontini. Evitabile!
Ingrassia non riesce a bissare il successo de L'esorciccio dirigendo un film noioso e fiacco: l'unico a salvarsi è Franchi, il quale ce la mette tutta nel ruolo dell'inibito e sventurato Paolo. Probabilmente il regista mirava a strappare sorrisi e nel contempo a far riflettere su quanto, a volte, risulti pesante e impossibile raccogliere l'eredità paterna (nel caso specifico l'ars amatoria dell'esigente genitore); purtroppo, tuttavia, egli fallisce sotto ogni punto di vista, nonostante le buone intenzioni.
MEMORABILE: "Fra cinque minuti vengo e t'ammazzo!" (cit. telefonata al protagonista).
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HomevideoZender • 24/03/08 10:29 Capo scrivano - 48848 interventi
GEPPO PRIVATE COLLECTION Il nostro carissimo inviato di Germania ha deciso di presentarci in esclusiva mondiale le fascette delle sue rarissime vhs di Franco e Ciccio. Solo per intenditori e amanti del magico duo!