Oggetto sessuale - Film (1987)

Un assunto di fondo non proprio innovativo negli erotici viene almeno nobilitato da una regia non rabberciata che cerca di infondere un minimo di professionalità, curando con una certa attenzione la ricerca di inquadrature di dettagli e i movimenti di macchina. In effetti Gaburro si è sempre dimostrato un bravo tecnico, anche in pellicole trascurabili. Più sbrigativa l'evoluzione del rapporto tra i due protagonisti, anche se il finale si sottrae dalla banalità del lieto fine. Meritava una maggiore carriera Simonetta Caro, la cui femminilità raffinata e tentatrice affascina.

Soggetto scritto in una riga. Coppia di viziosi desidera far sverginare il rampollo (più interessato a leggere Tacito che alle ragazze) da una professionista di alto bordo. Per arrivare al fatto occorre allo spettatore avere smisurata pazienza, sopportando scene chiaramente tirate per le lunghe per fare metraggio. Recitazioni mediamente terribili, perché la protagonista è l’unica ad avere qualche momento non censurabile. I due uomini (sia quello noto, sia il semisconoosciuto) mostrano irrimediabile rigidità. Fastidiosamente invasivo il costante sassofono.

Un Gaburro particolarmente deludente, al minimo sindacale in questo dramma erotico che segue la lunga scia di Malizia, con un giovane convinto di essere impotente e destinato a essere "svezzato" da una professionista; ma ci saranno complicazioni sentimentali. Micidiali i genitori del ragazzo, con un Cliver al suo peggio, ma è il cast in generale a essere particolarmente opaco; d'altro canto, il tenore dell'opera è assolutamente decadente e le scene erotiche sono quasi sempre o tagliate alla svelta o simulate male. Mai intrigante, spesso noioso, a parte qualche dialogo ridanciano.