Les incendiaires - Corto (1906)

Banditi assaltano una fattoria, bruciando e uccidendo, ma sono inseguiti dalla polizia, e alla fine il capo sarà ghigliottinato. Notevole anche così, nonostante sia andato perso qualche minuto del film. Méliès si misura con inattesa sapienza con le tinte fosche e drammatiche di un film d'azione che non nasconde i particolari più spettacolari o più macabri. Vivace e tesa l'irruzione della polizia nel covo che culmina con un cranio fracassato da un'ascia, così come l'inseguimento per cave e colline (vere); emozionante l'esecuzione del criminale.

Mini romanzo criminale di lugubre realismo. L'esecuzione del "colpo", l'irruzione dei gendarmi, l'inseguimento in un brullo e desolato paesaggio roccioso, la cattura del capobanda... Poi l'inserto, quasi espressionista, dell'incubo della ghigliottina. Agghiacciante il dettaglio finale: l'assistente del boia che, come una scrupolosa cameriera, dopo l'esecuzione, ripulisce con uno straccio la macchina di morte. La freddezza dei testimoni, del sacerdote, del boia colpiscono più della disperazione del condannato. Lapidario, impressionante.

Sorprendente corto di Méliès (giunto mùtilo dell'incipit). Quasi un noir, con fatto criminoso, cattura della banda (pure con una morte di cospicua violenza), carcerazione, pena capitale. E quando il film parrebbe finito, viene rappresentata la serie di azioni che, con àlgida meticolosità, vengono eseguite da coloro che hanno realizzato l'esecuzione o vi hanno collaborato. L'ultimo quadro (il cortile con la ghigliottina) emana, per tutta la sua durata, bagliori splendidamente sinistri. ***½

Un cambio di genere da parte di Méliès che mi ha davvero impressionato. Tutti quei trucchi che venivano usati per sbalordire e per divertire qui vengono invece utilizzati per mostrare un racconto davvero crudo. L'attacco dei briganti e le loro efferatezze sono solo il preludio alla violenza messa in atto dalle forze dell'ordine. L'apice viene raggiunto dall'incredibile finale, dove l'esecuzione tramite decapitazione viene resa nei minimi particolari. La meticolosità del boia nel preparare e poi nel pulire la ghigliottina fa gelare il sangue.

In anticipo di più di un secolo, una sagace commistione di generi (dramma, poliziesco, ecc.) ben calibrata e diretta; non mancano scene violente e, anche cromaticamente, il film ha un suo perché. Melies non ha quasi mai sbagliato film e anche questo lavoro lo testimonia (lodevole il non aver deciso di ambientarlo in una sola location). Un vero maestro, tecnico e concettuale.

Méliès dirige un melodramma a tinte fosche nel quale fa abilmente uso di location esterne, rappresentate da una cava dove è ambientata la fuga della banda di criminali che ha incendiato la fattoria dopo averla depredata. Molto suggestivo l'effetto realizzato nella cella del capobanda che immagina la ghigliottina è ancora più drammatica la parte finale nella quale viene (senza tanti preamboli) mozzata la testa del criminale. Nel complesso notevole.