Cinque episodi sulle donne alla guida di automobili. Il giudizio, complessivamente discreto, è dovuto alla presenza di Totò, un poveraccio che si finge vigile per sfamare la propria famiglia con i soldi ottenuti dalle contravvenzioni; esilarante la sua autodifesa in tribunale. Nel segmento “Carmelitane sprint” si segnala Pisacane, nostalgico fascista; piccoli ruoli per i fratelli Girolami: Enio nel ruolo del comunista, Enzo (G. Castellari) in quello dell’automobilista. Insignificanti l’episodio con la Valori e quello con Chiari.
MEMORABILE: Totò che millanta le sue qualità di vigile urbano: «Io la circolazione ce l’ho nel sangue.».
Commedia ad episodi di cui i più famosi, nonché i migliori, rimangono quelli con Totò protagonista nei panni di un vigile urbano sui generis e quello interpretato dalla coppia Mondaini/Vianello. Gli altri sono meno interessanti, interpretati da attori che si limitano ad assumere una o due espressioni. Vedibile solamente per Totò e Mondaini e Vianello.
Un film spassosissimo. Tutti gli episodi sono pieni di genuina ironia: da Ave Ninchi suora a Bice Valori prostituta con roulotte al seguito. Impossibile non segnalare il penultimo con un Totò che mi ha fatto ridere davvero: si fa passare per vigile e viene aiutato da un'avvocatessa (Liana Orfei) quando finisce in tribunale. Una comicità che continua a funzionare per la bravura di registi e interpreti che utilizzano un linguaggio cinematografico basato sull'ironia, nelle diverse situazioni, che va sempre a segno! Mondaini/Vianello coppia perfetta!
MEMORABILE: Un vigile si avvicina a Totò che "lavora": "Mostrami il fregio!". "Fregio?... quale fregio? Io sono sfregiato!"
CARMELITANE SPRINT (Ninchi): accettabile, con la suorona Ave Ninchi che affronta Girolami dicendo "Da uomo a uomo...". LA ROULOTTE SQUILLO (Valeri): l'episodio peggiore, ricordabile solo per qualche forte frase a bisenso non tolta dalla censura. LA SIGNORA CI MARCIA (Chiari): scarsino, perché di notevole c'è solo il prorompente torace di Valeria Fabrizi. IL VIGILE IGNOTO (Totò): nettamente il migliore, con Totò che fa i primi cinque minuti a livelli alti. UN INVESTIMENTO SICURO (Vianello e Mondaini): accettabile, ma ha qualche minuto di troppo.
MEMORABILE: Totò, vigile finto, ma lodato: "Modestamente, la circolazione ce l'ho nel sangue!".
Cinque episodi racchiusi da una becera cornice maschilista (donne al volante...), anche se i singoli brani hanno poco a che vedere con il tema. Episodi umoristici decisamente poco divertenti nonostante le premesse e gli attori coinvolti: sono proprio le storie a difettare di brio e di un qualche minimo valore. In questa palude del riso emergono (a malapena) le performance personali degli outsider, e cioè il podista Chiari (in una storiella comunque pessima), e poi il vigile fasullo Totò e l'investito astuto Vianello in due episodi passabili.
Uno dei tanti film a episodi di Girolami, qui nobilitato comunque dalla presenza di Totò. Il suo è l'episodio migliore, con una storia più costruita e un personaggio davvero simpatico (le scaramucce in famiglia all'inizio sono meravigliose). Segue Vianello in coppia con la Mondaini e con un buon Riccardo Billi, mentre gli episodi con Bice Valori e Walter Chiari sono macchiettistici. Inutile parlare del tremendo episodio iniziale con Ave Ninchi, talmente esile da essere dimenticato poco dopo. Comunque sufficiente.
Accozzaglia insipida di episodi di cui si poteva tranquillamente fare a meno. Valgono qualcosa solamente quello con Totò, salvato dall'incontenibile bravura dell'attore partenopeo (per l'ennesima volta nella sua carriera povero in guanti bianchi che, da bravo italiano, impara ad aguzzare l'ingegno) e lo sketch con Ave Ninchi e Carlo Pisacane, rovinato solo dall'indisponenza di France Anglade. Penosi gli altri, con l'Oscar dell'inguardabile che va a "La signora ci marcia", con un'imbarazzante interpretazione di Sophie Desmarets.
MEMORABILE: Campori: "Ecco, a digiuno anche oggi che è il giorno della Befana!" Totò: "Oh, già, dimenticavo: auguri mammaaa! (rivolgendosi alla suocera)".
Altro piccolo gioiello di Marino Girolami. Ancora un film che, rivisto oggi, fa più tenerezza che ridere. Le donne patentate erano viste ancora come un incubo nell’Italia sempliciotta di 50 anni. Basta ascoltare con attenzione le risposte date dai maschi, patentati o meno, nelle (false) interviste contenute nell’incipit del film. Sufficienti tutti gli episodi salvo quello di Totò, che è di una sintesi comica geniale. Quello di Chiari, di calma e distesa ambientazione bucolica, ha una trama comica nascosta, tutta esitazioni, allusioni e sottontesi.
Cinque episodi di valore diseguale accompagnati dalla voce fuoricampo di Corrado Mantoni. Il primo episodio con Ninchi-Pisacane è simpatico e poco più; il secondo con la Valori non sa di nulla; il terzo con Chiari e la Fabrizi è un po' affannoso e strappa pochi sorrisi; il quarto con Totò salva la baracca ed è il migliore di tutti; il quinto con Vianello-Mondaini-Billi non è male ma è forse un po' troppo allungato.
Cinque episodi per descrivere l’abilità delle donne al volante. Chiave prettamente maschilista (anche con battutacce tipo "ritardate") con i singoli attori che cercano di distinguersi nelle esigue storielle. Si preferisce Totò che sfugge al solito la fame e che mostra come vigile la sua verve di oratore e scenica. Fan simpatia la presenza della suora Ninchi (con scontro fascisti e PCI) e della “massaggiatrice” Valori. Lo sportivo Chiari ha poco da dire (a parte l’accenno al doping) e Vianello/Mondaini si ritrovano la sceneggiatura più debole.
MEMORABILE: Dall’aquila al pappagallo; La bomba; Il vigile ignoto; Er Carambola.
Variante de I motorizzati di cui riprende l'altalenante struttura a episodi introdotti da un commento sarcstico stile settimana Incom (ma l'ironia di Corrado rende la spudorata scorrettezza d'altri tempi - all'insegna dell'adagio "donna al volante pericolo costante" - assai più divertente di Bonucci nel prototipo). La qualità degli episodi è però minore, trascinata solo dalla verve dei protagonisti. I migliori? Totò (che ricicla pure uno sketch di Miseria e nobiltà) e la coppia Vianello/Mondaini (che interagisce diversamente dal solito).
MEMORABILE: Capannelle nostalgico fascista "Come me so' ridotto: dall'aquila sul cappello al pappagallo sul..."
Il nutrito e prestigioso cast promette quello che questo noioso film di Girolami non riesce a mantenere. Dei cinque episodi, di livello diseguale, convince solo quello con Totò, per esclusivo merito del protagonista, qui in uno dei suoi migliori momenti di forma. Gli altri attori, che non hanno le grandi capacità di improvvisazione del Principe, sono ridimensionati da una sceneggiatura banale e dagli spunti narrativi piuttosto fiacchi. Confezione mediocre con errori di regia anche banali, ritmo vivace che non basta però a rendere il film interessante. Guardabile, ma anche no.
MEMORABILE: Tutte le battute di Totò, la maggior parte delle quali improvvisate; La Ninchi che mena Enio Girolami.
Inizia davvero male con un brutto incipit maschilista sulle donne al volante. Con gli episodi normalizza linguaggi e modi, ma i primi tre episodi sono poca cosa, non brutti ma dimenticabili. Il film impenna negli ultimi due episodi: Totò è un fuoriclasse nel ruolo del finto vigile e l'episodio è godibile nella sua amarezza di fondo. Anche meglio fa la coppia Vianello-Mondaini, già affiatatissima per un episodio da buona scuola per la commedia all'italiana. In definitiva il solito film a episodi parecchio disuguale nella sua forma.
MEMORABILE: Le multe democratiche di Totò: chi è povero ha una macchina scassata non può pagare lo stesso di un dirigente che gira in Mercedes.
La motorizzazione nel pieno del boom economico dei primi anni Sessanta diventa fenomeno di massa e così spunto per cinque esili e stiracchiati sketch che, seppur vedano come protagonisti validi e navigati attori (su tutti Totò), costruiscono un film banalmente superficiale e con un tasso di misoginia e volgarità superiore alla media dell'epoca; chissà che quest'ultimo elemento (oltre alla presenza del comico napoletano) non sia l'unico buon motivo per guadarlo.
MEMORABILE: La geniale compensazione escogitata dal vigile urbano Totò al trovarsi senza di che dare il resto.
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Il podista che vediamo partecipare a più pellicole in cui si vede qualche scena di corsa è Carlo Bomba (grazie a Squash per essersi accorto della presenza dello stesso in più film e a B. Legnani per essere riuscito ad identificarlo). Il podista vestì la maglia della nazionale nel biennio 1953-1954. I successi più prestigiosi giunsero in età avanzata nella categoria masters (grazie a questo sito per le informazioni). Un ulteriore ringraziamento ad Andygx per i fotogrammi.
Squash, tu che sei espertissimo in storia del doppiaggio del cinema italiano, dovresti pensare a scrivere (magari con comodo), per il Davinotti e per la gioia di tutti noi Totofili, un Approfondimento Speciale circa il complesso rapporto artistico tra Totò e il suo doppiatore principale (l'unico di cui Totò si fidava) e cioè Carlo Croccolo. Tutti sappiamo che, dal 1957 in poi, il Principe della risata ebbe dei serissimi problemi alla vista che non gli permettevano di doppiare se stesso in quelle scene che non si potevano girare in presa diretta. Ritengo, quindi, che gli interventi di Croccolo fossero frequenti e risolutivi.
Però sembra che Totò fu doppiato, in alcuni spezzoni, anche in film precedenti il 1957. Corre voce che anche nel bellissimo "La banda degli onesti" - film capolavoro di Camillo Mastrocinque girato nel gennaio 1956 - c'è una breve scena nella quale Totò venne doppiato.
Cosa c'è di vero?
Puoi darci qualche delucidazione?
Grazie.
Caro Graf, Totò possiamo dire che prima del 1957 Totò fù ridoppiato in brevissime battute che chi come me ha visto e rivisto i film di Totò conosce,per motivi di censura in Totò al giro d'Italia si sente la voce di Arnoldo Foà che sul labiale di Totò dice "Regolarissimo!".
Anche in Toto sette re di Roma viene ridoppiato in alcune battute, famosa quella di De Gasperi in Bartali.Croccolo su Totò viene usato a lungo nel film Toto diabolicus nel personaggio di Laudomia.Per quanto riguarda La banda degli onesti non credo ci sia una scena nel quale fu doppiato.Come ben sai solo all'orecchio uno se ne accorge.Io stesso dovetti far presente ai titolari di un associazione cinemofila milanese che durante una loro proiezione a cui fummo invitati loro sostenevano cose assolutamente false come che Croccolo avesse doppiato Totò anche ne I due marescialli e che Giuliana Loiodice avesse doppiato Mina nei film mentre tutti sanno che è stata la prematuramente scomparsa Luisella Visconti voce bella e inconfondibile! Spero che le informazioni ti siano gradite. A presto!
Squash ebbe a dire: Graf ebbe a dire: Squash, tu che sei espertissimo in storia del doppiaggio del cinema italiano, dovresti pensare a scrivere (magari con comodo), per il Davinotti e per la gioia di tutti noi Totofili, un Approfondimento Speciale circa il complesso rapporto artistico tra Totò e il suo doppiatore principale (l'unico di cui Totò si fidava) e cioè Carlo Croccolo. Tutti sappiamo che, dal 1957 in poi, il Principe della risata ebbe dei serissimi problemi alla vista che non gli permettevano di doppiare se stesso in quelle scene che non si potevano girare in presa diretta. Ritengo, quindi, che gli interventi di Croccolo fossero frequenti e risolutivi.
Però sembra che Totò fu doppiato, in alcuni spezzoni, anche in film precedenti il 1957.
Corre voce che anche nel bellissimo "La banda degli onesti" - film capolavoro di Camillo Mastrocinque girato nel gennaio 1956 - c'è una breve scena nella quale Totò venne doppiato.
Cosa c'è di vero?
Puoi darci qualche delucidazione?
Grazie.
Caro Graf ti ho scritto una risposta nella casella sopra!
DiscussioneRambo90 • 27/02/24 14:27 Pianificazione e progetti - 437 interventi
Si può abbassare il mio voto di metà? A 2! Perché l'ho rivisto e al di là di Totò non c'è molto da dire.
DiscussioneZender • 27/02/24 14:37 Capo scrivano - 48345 interventi
D'accordo, però la prima frase va cambiata, perché dire che il film è un gradino più in alto degli altri e poi dargli due stona...
DiscussioneRambo90 • 27/02/24 15:24 Pianificazione e progetti - 437 interventi
Zender ebbe a dire:
D'accordo, però la prima frase va cambiata, perché dire che il film è un gradino più in alto degli altri e poi dargli due stona...
2 e mezzo. Comunque va bene cambiamo la prima frase cosi:
Uno dei tanti film a episodi di Girolami, qui nobilitato comunque dalla presenza di Totò.