Lavender - Film (2016)

Per ritrovare la memoria persa durante il coma, una donna va nella casa della sua infanzia: ben presto avrà visioni poco rassicuranti. Horror che parte con uno spunto intrigante (la passione per le foto alle case vuote) per poi incanalarsi su binari più consuetudinari più o meno per tutta la sua durata. E anche il finale con il doppio colpo di scena non regala certo due sorprese imprevedibili: quella terrena è tutto sommato abbastanza logica; quella "fantastica" sa di già vista e stando attenti può arrivare l'intuizione giusta per capire che qualcosa non va. Non brutto ma mediocre.

Soffre di amnesie e disturbi percettivi: dietro consiglio di uno psicologo, va a vivere nella casa della sua infanzia, nella quale è stata sterminata la famiglia di cui non ricorda nulla... Fumo stilistico per arrosto scarso: attorno ad Abbie Cornish, bella e parecchio imbambolata, il solito girotondo di fantasmi stanziali in una vecchia magione, con bimbetta bionda che canterella nenie, oggetti mnemonici che appaiono misteriosamente, sgusciamenti nei corridoi, sussurri e cigolii, porte che non si aprono, musica esortativa a condire il tutto. Insomma, il catalogo IKEA delle case infestate.

Una giovane fotografa di case viene fatta ritornare nella propria per ricostruire il puzzle di un macabro delitto che ha sterminato la sua famiglia. Interminabile ghost-story dal ritmo lentissimo che ne rende difficile la visione per la totale mancanza di ritmo e di "contraccolpi": tutto per arrivare a un finale esplicativo che risolve finalmente il rebus. Personaggi stereotipati, con tanto di marito belloccio ma tonto e distante.

Ennesimo film sulle case infestate di modesto livello. Le premesse erano buone (il massacro iniziale, la filastrocca e l'amnesia della protagonista), ma lo svolgimento è debole e ripetitivo (con tutti i cliché del genere). Accettabile la prova del cast (Mulroney non è l'ultimo venuto, anche se ha un personaggio troppo scontato). Buona comunque la scena dell'incidente al ralenti.