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MMJ Davinotti jr
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Dall'omonimo romanzo di Carlo Lucarelli (che collabora in prima persona alla sceneggiatura) un giallo poliziesco d’impostazione televisiva ambientato nella provincia romagnola. Per certi versi sembra di esser tornati ai solidi film di genere dei Settanta, a cose come LA POLIZIA CHIEDE AIUTO o COSA AVETE FATTO A SOLANGE?: ci sono i festini orgiastici coi potenti, le imprendibili figure esterne che orchestrano tutto senza mai esporsi in prima persona, droga e sette sataniche… Tanta carne al fuoco che avrebbe meritato una regia ben diversa, meno scolastica...Leggi tutto e ingessata: Luciano Manuzzi sfrutta male il copione di Pier Giuseppe Murgia distinguendosi solo per una buona direzione degli attori. Luca Barbareschi è il capitano dei carabinieri cui spetta di far luce sull'omicidio di una giovane ragazza, mentre intorno a lui si alternano Valeria Cavalli (Milena), Anna Kanakis (la bella ed enigmatica moglie di un assessore), Antonio Catania (un videoamatore spesso sui luoghi del delitto), l’Alessandro Di Sanzo di MERY PER SEMPRE (nel ruolo di un trans, tanto per cambiare) e altri meno conosciuti. La trama è complicata; non particolarmente originale ma piuttosto ben articolata (anche se nella seconda parte cede vistosamente). Considerata l'origine televisiva del prodotto siamo leggermente sopra la media. Perché Barbareschi è convincente, la sceneggiatura discreta e lo sviluppo delle indagini piuttosto coinvolgente. Sono interessanti alcuni personaggi secondari (l'esperto di esoterismo, la moglie del carabiniere ucciso…), ma la regia manca di grinta e si sente. Rigide le scene in centrale.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Stampante - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Undying, Corinne, Deepred89 - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Stefania
L'ho visto tre volte questo film; un giallo ben confezionato, basato su un soggetto interessante. La narrazione della vicenda è lineare, senza cadute di ritmo e avvince. Certo, il taglio televisivo si nota; mancano le efferatezze caratteristiche del giallo all'italiana anni '70 e l'atmosfera poteva esser resa più morbosa, più thriller. A mio avviso è comunque un buon film.
Esperienza televisiva che si divide in due parti per via di un risultato antitetico: riuscito sul piano narrativo, poiché derivato da un bel racconto di Carlo Lucarelli (pubblicato in Nero italiano - 1995); inefficace sul piano visivo a causa delle interpretazioni penose (Barbareschi e la Kanakis) e della pochezza in fatto di originalità stilistica. Un blando tv movie, insomma, che ha d'interessante la storia, resa tuttavia insopportabile per l'approssimazione di alcuni interpreti. Stimata la destinazione finale, comunque, merita la visione.
C'è del marcio nella ricca provincia, ma niente di nuovo: sulle solite storie di minorenni, alti papaveri, sesso e droga si staglia l'ombra delle sette esoteriche. Cioè, immaginiamoci il festino Montesi organizzato sotto la supervisione delle Bestie di Satana! Buona storia, ma manca di suggestioni visive: gli esterni, molto luminosi, non mi sembrano adatti a un thriller, alcuni interni con del potenziale (la chiesa sconsacrata) sono sotto-utilizzati. Attori monoespressivi, una soluzione affrettata e un mostro che prima non ci aveva fatto paura e sul finale ci fa pena. Un modesto giallino.
MEMORABILE: L'affresco con la Tenda Nera e l'album di disegni della vittima.
Produzione sciatta, chiaramente televisiva... interpretazioni modeste, fotografia piatta, suspense pari a zero. Quasi automatico intuire chi c'è dietro l'intera faccenda e la sorpresa finale va a farsi benedire, ma la storia nel complesso non è malaccio e ricorda certi gialli degli anni Settanta. Qualche buona inquadratura, qualche scena di tensione e sarebbe stato un buon film.
Thriller televisivo che, pur con tutti i limiti legati al mezzo (ma perlomeno la fotografia, discreta, lascia supporre un girato su pellicola), intrattiene discretamente mettendo, a parole, parecchia carne al fuoco: delitti di provincia, sette sataniche, una casa isolata in campagna teatro di cerimonie misteriose, baby-escort e borghesia marcia. Ingredienti promettenti che si risolvono in una bolla di sapone: lasciando inappagata ogni sottotrama, improvvisamente il colpevole si rivela e, con somma delusione, il film finisce. Ok Barbareschi.
Antonio Catania HA RECITATO ANCHE IN...
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