La taverna dello squalo - Film (1962)

Chi è l'assassino denominato “lo squalo”, che sta mietendo vittime in quel di Londra? A questa domanda cercherà di rispondere un caparbio ispettore di Scotland Yard. E’ una mezza fesseria questo krimi tratto da un romanzo di Edgar Wallace: la trama risulta artificiosa ed eccessivamente ingarbugliata, la tensione viene quasi del tutto smorzata da siparietti simil-comici e gli attori – se si eccettua il magnetico Klaus Kinski (qui in una delle sue performance meno memorabili) - sono men che mediocri. Tranquillamente perdibile.

I romanzi di Wallace sono già di loro aggrovigliati, se poi nella riduzione viene omesso lo spiegone finale rischiamo (magari siamo stati distratti) di perderci qualcosa... Ma è una colpa tutto sommato veniale, il ritmo è buono, le trovate discrete, il cast abitudinario, e insomma questo krimi non sfigura. Purché il (sotto)genere piaccia.

Quando c'è di mezzo Edgar Wallace l'intreccio è sempre abbastanza complicato, ma qui l'identità del colpevole è facilmente intuibile, per cui i pregi di questo krimi vanno ricercati nel singolare modus operandi dell'omicida, degno predecessore di un più noto thriller olandese e nella regia dello specialista Vohrer, buona sia nelle sequenze subacquee che all'interno della malfamata taverna e capace di imprimere un bel ritmo in dirittura d'arrivo. Nel cast emergono l'alterigia della Flickenschildt e l'allucinata ambiguità di Kinski; Arent fa ancora una volta l'idiota della situazione.