L'ultimo periodo della vita di Chopin messo in scena da Zulawski con grande realismo e una ricostruzione scenica perfetta, ammantata di magia e dramma, tra grandi performance attoriali (una su tutte quella della Marceau) e un senso di impietoso dolore interiore che traspare dall'animo tormentato di un genio ammalato. L'ineccepibilità sul versante tecnico si scontra con la piena fruibilità dello spettatore, al quale il regista non concede un attimo di respiro. Manca l'ineluttabilità del silenzio, che Chopin conosceva bene. Una pellicola lacerante.
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