Dal già buon film viene tratto questo ottimo prodotto tv che riprende in parte ciò che di riuscito si trovava al cinema (le domande del bambino sulla mafia al padre) aggiungendo diversi personaggi ben disegnati (su tutti il prete mafioso di Frassica e Scianna nella parte del cognato tuttofare e pasticcione). Sceneggiatura ben scritta dallo stesso Pif che costruisce la storia della famiglia Giammaresi nella Palermo di fine anni '70, tra vicende private e la mafia che entra di petto nel loro quotidiano. Buon cast e ottimo il ritmo.
MEMORABILE: L'amicizia tra Boris Giuliano e il piccolo Salvatore.
Serie tv che amplia e comunque ripete certe tematiche presenti nel primo film di Pif: il regista palermitano si dimostra un ottimo narratore ma forse sei puntate sono eccessive; un pizzico di folclore esasperato non manca: ottimo Scianna e simpatico Vespertino nei panni di Buscetta, Gioè senza infamia e senza lode.
Dal cinema alla tv il passo è breve e Pif come narratore di vita è davvero brillante. Il plot unisce la quotidianità della famiglia con quello che nasce e si sviluppa nella Palermo dei tempi, tra personaggi già noti o che lo diverranno da lì a breve. Ci sono la poesia dell'innamoramento, quella delle delusioni ma soprattutto i tempi giusti nel raccontare. Dinamico e piacevole, con attori perfettamente calati nella parte.
MEMORABILE: "La cosa che gli piace di più?" "Le minne...".
L'operazione compiuta con il film (una vicenda che parli della mafia, incrociandola con la quotidianità di una famiglia che ne sfiora le vicende, cercando di barcamenarsi nel proprio quotidiano), viene ripetuta in una serie televisiva che ne ricalca i toni, ampliando la storia e introducendo nuovi personaggi. La buona qualità della sceneggiatura consente di mantenere un tono leggero ma non ridicolo anzi sottolineando doverosamente i passaggi più drammatici. Funzionano la voce narrante dell'autore e la prova di tutti gli interpreti.
Qualcosa di molto simile alla quadratura del cerchio, artisticamente parlando. Le vicissitudini di un'intera famiglia presa a modello nella Palermo di fine anni '70. La voce narrante di Pif fa da guida con l'intento di sottolineare gli aspetti più controversi dei personaggi, ognuno con i suoi problemi, le sue ansie, le sue paure. Ma con un denominatore comune chiamato mafia. Ottimo il cognato picciotto suo malgrado, il più divertente di tutti. La figlia si trascina troppo con la storia dell' aborto al punto che quasi stanca, Frassica frate mafioso e scroccone non al meglio, Gioè sì.
MEMORABILE: Marito e moglie salvati da morte certa e fatti fuggire di notte su una barca, all'insaputa dei Salvo.
Che Ribuoli abbia una certa dimestichezza con la fiction nostrana non è una novità (La squadra, Il commissario Manara); nel caso dell'opera di Pif sposta sul piccolo schermo gli ultimi anni '70 ritratti con grande fedeltà, servendosi di interpreti capaci come Gioè e una magnifica Foglietta. Fa quasi impressione, per coloro che appartengono alla gioventù di quei tempi, rivedere le Fiat 127 seconda serie tirate a lucido, com'era nell'uso di quei papà scrupolosi, e favolosi. Il tema criminale incombe passando quasi in secondo piano, "smontato" dalla narrazione ilare del bravo autore.
MEMORABILE: "Perché non dobbiamo smettere di credere e di sperare, anche se le nuvole ed il vento non sono quelli giusti. E perché questo posto ci piace".
Luca Ribuoli HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Nella prima puntata della serie si fa riferimento a Vito Chimenti, giocatore del Palermo dal 1977 al 1979. La scena del film è proprio ambientata nel 1979...
...ma la figurina (come dimostra Fedemelis, che ha fornito fotografia dell'album e fotogramma) è taroccata, perché è la stessa di quando lui giocava nell'Avellino nel 1981/1982. La cornice è totalmente inventata: