La macchia della morte - Film (1971)

La macchia della morte
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Mephisto Waltz
Anno: 1971
Genere: horror (colore)
Note: Tratto dal romanzo "The Mephisto waltz" di Fred Mustard Stewart (1969).

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Sopravvalutato horror d'ispirazione polanskiana, diretto do Paul Wendkos e scritto (a partire da un romanzo di Fred Mustard Stewart) dallo sceneggiatore di GIUNGLA D'ASFALTO Ben Maddow. Pentacoli e riti satanici, calchi di volti capaci di trasferire l'anima di corpo in corpo, gran lavoro scenografico e studio di luci per centrare un’atmosfera quanto più morbosa e gotica, ma la storia è fumosa e farraginosa, sommariamente inconcludente e vicina a classici come LE MANI DELL'ALTRO (anche se qui le mani "magiche" sono quelle di un celebre...Leggi tutto pianista e con di un assassino). Non basta avere il coraggio d'inserire sottotrame incestuose (il rapporto tra il pianista e la figlia) per essere originali o trasgressivi. THE MEPHISTO WALTZ (il titolo si rifà a un'opera di Liszt suonata in apertura da Curd Jürgens) evoca suggestioni demoniache limitandosi ad agire sulla superficie, dimenticando quanto ROSEMARY'S BABY riuscisse ad affascinare soprattutto grazie a una perfetta simbiosi tra cast e regista. Qui né il buon Alan Alda (il critico musicale destinato a ricevere in eredità dal pianista due mani "d'oro") né la splendida Jacqueline Bisset (sua moglie, unica in grado di intuire cosa stia accadendo) sembrano granché in parte. Soprattutto la Bisset, sulle cui spalle pesa buona parte del film, non può rivaleggiare con la Farrow e finisce presto con lo smarrirsi tra strane macchie sulla fronte, omicidi senza apparenti colpevoli, cani infernali gettati grossolanamente nella mischia e molte altre trovate quasi mai sviluppate con la giusta convinzione.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/08/06 DAL BENEMERITO PATRICK78
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Patrick78 29/04/09 17:10 - 357 commenti

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Scialbo ripoff di Rosemary's Baby in cui una giovane Jacqueline Bisset tenta invano di replicare la folgorante prova di Mia Farrow, mentre Alan Alda non possiede un decimo del carisma di John Cassavetes nei panni del marito in combutta con una setta di satanisti. Wendkos si dimostra un regista televisivo e le poche scene di "quasi spavento" sembrano dosate con il contagocce. Classico esempio di lungometraggio in cui vale molto di più il contenitore del contenuto e che in questo caso sarebbe meglio dimenticare in fretta dopo una disattenta visione.

Undying 27/08/09 23:33 - 3807 commenti

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Sulla scia di Rosemary's baby un horror di stampo satanico a base di complotto, e cospirazione, qui posta in essere in ambiente musicale. Ispirato da un romanzo di Fred Mustard Steward, La macchia della morte è però sviluppato in maniera confusa e tortuosa, finendo per dissipare talune morbosità di efficace potenzialità stilistica, in una esperienza prettamente televisiva. Particolarmente indicato per una serata all'insegna del brivido modicamente "temperato"...

Bruce 14/04/10 17:21 - 1007 commenti

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Demoniaco e ipnotico, di un certo fascino sia visivo che di scrittura, sorretto da un notevole accompagnamento musicale. Sulle note di Liszt e di Rachmaninov si dipana una vicenda, non certo travolgente quanto a ritmo (se non nell'inaspettato finale), ma intrigante, suggestiva ed anche piuttosto audace. Regia interessante. Curd Jurgens è l'incestuoso pianista, Jacqueline Bisset la splendida protagonista. Sorprendente.

Ciavazzaro 10/09/10 20:53 - 4770 commenti

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Ha dei punti d'interesse, grazie alla stupenda Jacqueline Bisset e al bravissimo Jurgens; piccoli ruoli per i bravi William Windom (un dottore) e Bradford Dillman (l'ex marito della diabolica protagonista). Il finale non mi convince troppo, ma le scene d'incubo sono ben fatte e nonostante la mancanza quasi assoluta di veri brividi, si fa vedere.

Stefania 9/09/11 21:45 - 1599 commenti

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Ingeneroso fare confronti con Rosemary's baby ma, anche scordando il capolavoro di Polansky, questo resta un film mediocre, senza malizia e senza magia, carente a livello di suggestioni horror: la simbologia "demoniaca" è puerile (candele, maschere, cani mordaci e formule rituali recitate in francese, chissà perché, poi), quando non ridicola (quella macchia d'inchiostro blu che "segna" i predestinati). Insomma: o vuoi farci credere al diavolo (e allora spaventaci, su!), o vuoi tenerci sulla corda suggerendo che si tratti di una paranoia della protagonista (e allora, sii più ambiguo). Deludente.
MEMORABILE: La stupenda "diavolessa" Barbara Parkins, che dà ombra alla (qui noiosissima) Bisset. "Dio esiste, e Satana è il suo vicepresidente".

Herrkinski 20/03/13 23:58 - 8117 commenti

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In piena era satanic-movies esce questo film di Wendkos, che pur contando su un discreto cast non riesce a convincere; a latitare quasi completamente è il ritmo, spesso catatonico, ravvivato solo da qualche sequenza onirica piuttosto psichedelica. Ma nel marasma di una sceneggiatura farraginosa e di accompagnamenti musicali pianistici frastornanti, si fatica non poco ad arrivare alla fine della visione, nonostante un'ultima mezz'ora che riabilita in corner il film; troppo poco comunque per rendere interessante un lavoro tedioso e molto datato.

Cotola 12/06/13 00:41 - 9052 commenti

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Ha il suo perchè nonostante trama, ambientazioni ed atmosfere siano profondamente derivative (viene in mente in primis Polanski). Il film non è girato male ed un po' di interesse per ciò che accade non manca. C'è anche un briciolino di atmosfera che non guasta. Ovviamente se si guarda al modello cui si ispira, c'è poco da stare allegri: in caso contrario la pellicola si può vedere nonostante ritmi e tensione non siano di quelli che colpiscono nel segno. In definitiva un "diavolo" non poi così brutto come a volte viene dipinto.

Homesick 1/09/13 18:02 - 5737 commenti

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Demoniaco faustiano con echi letterari (Renard), manifesta da subito similitudini con Rosemary’s baby, quantunque il suo massiccio apparato figurativo – soprattutto relativo agli incubi che si confondono con il reale – sia ben lungi da eguagliarne la straordinaria potenza visiva e terrifica e il suo angoscioso senso di accerchiamento irrompa senza ambiguità o inquietudini. Alda e la Bisset si avvicendano nel ruolo di protagonisti, così come Jurgens e la Parkins in quelli di satanici officianti; Liszt è il nume tutelare e dalla sua celebre “Mephisto Walz” deriva il titolo inglese.
MEMORABILE: Il cane con la maschera di uomo; il liquido blu con cui viene tracciata la macchia sulla fronte delle vittime.

Mco 14/09/15 17:46 - 2328 commenti

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Il successo rende più affascinanti, per dirla con la Bisset, che poi si pentirà amaramente di questa affermazione. Al suo cospetto le tenebre volte a rabbuiare il rapporto genuino che ha col marito cospargendo di lapilli infernali (qui declinati a macchie bluastre) le persone che possano intralciarne una scalata senza precedenti nel pianoforte, bambini inclusi. Ogni epifania diabolica è buona per far impazzire la splendida protagonista, dal cagnaccio nero alla figlia del celebre pianista in combutta con Satana. Da brividi le evocazioni.
MEMORABILE: Il cane con il volto da uomo; L'evocazione del male da parte di una pugnace Jacqueline Bisset.

Faggi 11/09/16 20:42 - 1549 commenti

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Un buon B-movie che si fa apprezzare perché gioca a carte scoperte con lo spettatore, senza confondergli le idee con pretese autoriali. È intrattenimento puro condotto con garbo; c'è una buona atmosfera morbosa, la messa in scena è curata e gli attori sono bravi e con le facce giuste. Se preso per quel che è (e che ne so, magari guardandolo in una notte di pioggia e con la giusta disposizione), non deluderà, anzi. Almeno per me è stato così.

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Rufus68 22/10/16 22:10 - 3843 commenti

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Horror abbastanza valido nonostante qualche ombra derivativa (ma il succo della vicenda ricorda più "La cosa sulla soglia" di Lovecraft che non Polanski). La morbosità delle situazioni è inaspettatamente audace e lo svolgimento riserva una bella tensione in più di un punto. Curiose le sequenze della festa in maschera; richiamano figurativamente il celeberrimo ricevimento di Marie Hélène de Rothschild del dicembre 1972: party in odor di diabolismo.

Daniela 15/04/21 20:10 - 12668 commenti

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Ex pianista fallito, il redattore di una rivista musicale ha l'occasione di intervistare un celebre pianista che, affascinato dalle mani dell'uomo, lo prende a benvolere. Gatta ci cova... Nel filone stregonesco molto di moda in quegli anni, questo film dall'estetica para-televisiva non eccelle ma si conquista comunque un posticino grazie non tanto alla trama che dopo un discreto inizio diventa arruffata quanto al cast di buon livello in cui spicca la bellissima Bisset, inquieta moglie del tordo Alda.   
MEMORABILE: Alla festa in cui tutti indossano maschere animalesche, il cane nero si aggira con una maschera umana. 

Rebis 23/04/21 12:45 - 2339 commenti

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Faustiano dal cuore gotico e incestuoso, più vampirico che satanico, rielabora “Le mani di Orlac” nel clima paranoico inaugurato da Rosemary’s baby, ma se ne distingue come melodramma metafisico, storia d’amour fou sulla manipolazione dei corpi attraverso il tempo, per concupirli e parassitarli. Gli avrebbe giovato una maggiore ambiguità e un cast, pur efficiente, più carismatico (Alan Alda, poco luciferino) ma Paul Wendkos conduce il film con professionalità e inventiva. Non lascerà il segno negli annali dell’horror, ma merita di essere riscoperto senza paragoni ingenerosi.
MEMORABILE: Il rito di trasfusione dell’identità in un altro corpo; La festa con le maschere da animali.

Noodles 11/01/22 08:10 - 2233 commenti

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Se si giudicasse il film solo per le atmosfere, questo sarebbe di gran lunga un ottimo lavoro. Peccato che queste, insieme ad alcune scenografie, siano l'unica cosa che si salva di un pasticcio che parte in maniera interessante ma che col passare del tempo perde credibilità e si sfilaccia, perdendo qualsiasi interesse, anche colpa di una recitazione mediocre che vede salvarsi solo Jacqueline Bisset. Spunto tra l'altro abusato, che avrebbe bisogno di linfa vitale, che questo film proprio non possiede. Ci si consoli allora con le suddette atmosfere. Per il resto c'è davvero poco.

Lucius 1/05/23 17:12 - 3015 commenti

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Un dono al diavolo, dai risvolti imprevedibili. Un dono agli spettatori questo film satanico dalle atmosfere impregnate di morte. Primeggia nel cast la splendida Bisset in una storia intricata e dai risvolti orrorifici. La fotografia al top incornicia le vicende dell'intricata trama. Tra input mitologici e magia nera si dipanano le maglie di un piano diabolico. Evitate paragoni, immergetevi nei meandri dell'oscurità e apprenderete cosa può accadere a stipulare patti col Maligno.
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  • Discussione Stefania • 11/09/11 22:07
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Markus carissimo, a te che ami le segrete (o palesi) connivenze tra la Settima Arte e l'arte della profumeria, segnalo questa... perlina! Si dice che anche l'uso di un certo profumo connota un personaggio... beh, in questo film la quieta e signorile Bisset indossa il quieto e signorile Shalimar di Guerlain... ma non è tutto!
    La bruna e incandescente diavolessa Barbara Parkins, verso il finale, viene apostrofata dal protagonista maschile con un "Hai cambiato profumo?" "Sì, è Shalimar, non ti piace?"
    E quello: "Lo odio! Lo portava quella noiosa di mia moglie!"
    Ti rendi conto? Menomale che il film ha avuto scarso successo, altrimenti mi immagino il giusto risentimento dei signori Guerlain, a sentir... "screditare" una delle loro migliori creazioni, ahahah!
    Detto tra noi, anch'io trovo Shalimar stucchevole e assolutamente inadatto ad una sacerdotessa del Maligno, sulla quale vedrei bene lo storico "rivale" di Shalimar: il provocante Mitsouko!
  • Discussione Markus • 11/09/11 22:30
    Scrivano - 4775 interventi
    Ottima segnalazione, Stefania! Da buoni "profumieri" del sito, non possiamo che segnalarci a vicenda i vari casi che man mano stiamo scoprendo. Lo Shalimar lo usò mia madre per diverso tempo. Effettivamente associare lo Shalimar ad una noiosa moglie... ahah
  • Discussione Stefania • 11/09/11 22:39
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Lo usava tua madre? Oddio, che gaffe, mi spiace! Non volevo dire fosse cattivo: per i miei gusti è troppo dolce, ma resta una fragranza di classe, cioè, un Guerlain, e ho detto tutto! Figurati che mia madre usava Madame Rochas, che è una roba insopportabile proprio:(((
    Beh, a presto, con nuove proustiane reminiscenze odorifere...
  • Discussione Buiomega71 • 12/09/11 01:33
    Consigliere - 25997 interventi
    Film davvero strano questo di Wendkos(di cui mi piacque Il gioco). Lo vidi un pò di tempo fà, una vecchia registrazione da TMC, poi sostituito dal dvd della Fox, in quanto vm 18 e cut in tv. Non ho un buon ricordo, lento e soporifero. Mi rimangono il cane impiccato, un cane con la testa di uomo(ben prima di Terrore dallo spazio profondo e Nightmare 2) e la Bisset(divina come sempre) suicida nella vasca da bagno. Mi sà proprio che dovrei rivederlo e rivalutarlo.
  • Discussione Stefania • 12/09/11 02:06
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Ecco, mi pareva impossibile che Buio non avesse visto anche questo film! Incredibile: ti ricordi le due immagini più suggestive del film, anche se il cane impiccato è solo una foto che si vede su un giornale... l'uomo-cane alla festa non è male, e la scoperta del cadavere della Bisset è ben preparata, i "tempi d'attesa" sono ben gestiti. Ma sono lucette fioche nella nebbia: nell'insieme, il film è grigiastro. Rivedilo, comunque, se hai occasione, un tuo parere è sempre interessante.
    Nel frattempo, dicci... tu tra Shalimar e Mitsouko... da che parte ti schieri? :DDD
  • Discussione Markus • 12/09/11 08:11
    Scrivano - 4775 interventi
    Stefania ebbe a dire:
    Lo usava tua madre? Oddio, che gaffe, mi spiace! Non volevo dire fosse cattivo: per i miei gusti è troppo dolce, ma resta una fragranza di classe, cioè, un Guerlain, e ho detto tutto! Figurati che mia madre usava Madame Rochas, che è una roba insopportabile proprio:(((
    Beh, a presto, con nuove proustiane reminiscenze odorifere...


    Ma figurati, quale gaffe! Era un profumo molto diffuso fino a qualche anno fa tra il pubblico femminile.
  • Discussione Buiomega71 • 12/09/11 09:30
    Consigliere - 25997 interventi
    Bhè, Stefy, adorando il "satanic movie" era ovvio che non poteva mancare nella mia collezione. Ricordo anche il tema incest tra padre e figlia(forse causa del vm 18), ma anch'io , al tempo, trovai il film sciapetto non poco. Ma vorrei "riscoprirlo", chissà, magari me gusta di più. Bhè, ovvio, sempre e solo Bisset,qualsiasi aroma porti(ma sarebbe meglio il suo, nature) adoro quell'attrice, di una bellezza devastante.
  • Curiosità Rufus68 • 22/10/16 21:23
    Contatti col mondo - 220 interventi
    Il film è tratto dal romanzo "The Mephisto waltz" di Fred Mustard Stewart, del 1969. Fu tradotto in Italia dalla Garzanti come "Mephistovalzer" nel 1973.

  • Curiosità Daniela • 15/04/21 20:18
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Il Mefisto Valzer del titolo originale è il primo e più celebre di quattro brani con identico nome composti da Franz Liszt tra il 1859 e il 1885. Originariamente composto per orchestra, viene solitamente eseguito al solo pianoforte.