L'esile creatura del titolo non ha stretti legami con la mitologia dei "Grandi Antichi" lovecraftiani: il solitario di Providence non sarebbe fiero del risultato ottenuto su grande schermo e frutto dell'opera del francese Jean-Paul Ouellette (che ne firmerà anche un seguito nel 1993) anche se, nonostante tutto, questo film ebbe il merito di rendere internazionale un horror francese in tempi "cinematografici" poco prolifici per la nazione. Qualche insistito effetto gore riesce comunque a far dimenticare la pochezza dello script e della recitazione.
Cosa abbia di Lovecraft questo film me lo sono spesso chiesto e la domanda resta insoluta. Una trasposizione che, per chi non ha dimestichezza con il grande autore letterario, rischia di farcelo passare come un cialtrone. La recitazione è sul livello dei vari "Vivere" e lo sviluppo della trama, finale compreso, viene propinato come fossimo sciocchi e poco più. La creatura stessa ha del ridicolo. Evitabilissimo.
Pessimo film che rende disgustoso un bel racconto di Lovecraft. Tanta noia, qualche tetta di sfuggita, un po' di gore e una creatura dalle fattezze ridicole. Forse un tempo bastava per fare un film horror (si fa per dire) e raggranellare un po' di soldi al botteghino. Oggi non più. Ridicolo oltre ogni limite il finale. Chi ama i racconti del maestro si astenga. Gli altri pure.
Uno dei soliti filmacci horror anni 80 (da tv regionale!) che rovina un racconto del grande Lovercraft. Una ridicola "creatura" (si ride appena la si vede) dopo aver massacrato il padre-padrone si trincera in casa dove farà strage di "visitatori". Da segnalare due scene esageratamente ridicole: la creatura che "desidera" uno degli incauti giovinastri e un idiota che fa un viaggio all'inferno (!) e poi ritorna esclamando qualcosa come "accidenti che viaggio".
MEMORABILE: Il viaggio all'inferno sotto l'albero.
Peccato che Lovecraft non abbia avuto figli: se oggi esistessero degli eredi del grande HPL potrebbero denunciare il regista di questo sconcio per diffamazione post-mortem. Il filmetto, infatti, tradisce tutto quello che c'è da tradire dello spirito e della lettera del racconto del solitario di Providence da cui prende indegnamente spunto. E fosse solo questo! Al di là della pseudo-ispirazione letteraria, infatti, la pellicola è uno sfacelo di sceneggiatura insulsa, recitazioni da cani ed effetti speciali puerili e malfatti.
Bruttarello è bruttarello: attori antipatici e ridicoli, regia pedestre e sceneggiatura da internamento al centro alcolisti! Però ha un certo fascino "malsano", soprattutto quando appare la creatura, piedi caprini e movenze effeminate e un urlo che resta impresso. Buoni gli sfx di Chris Biggs, che regalano alcuni gradevoli momenti splatter (una gola squarciata con geyser di sangue e una testa fracassata con fuoriuscita cerebrale). Poi d'accordo, il filmettino e quello che è, poveristico e zeppo di idiozie. Ricorda alcuni prodotti Empire.
MEMORABILE: L'inizio col vecchio che, candela in mano e ridicola cuffia per la notte, sproloquia contro la creatura, che urla e si agita dietro una porta.
I francesi, prima dell'arrivo delle "nuove leve" agli inizi del 2000, non sono mai stati molto tagliati per il cinema horror; non fa eccezione questo film, che pur presentando un cast anglofono ed ispirandosi (molto vagamente) a un racconto di Lovecraft, non riesce mai a decollare. L'atmosfera un po' gotica della casa (che ricorda il contemporaneo La notte dei demoni) non sarebbe neanche stata male e pure gli SPFX sono passabili, ma il continuo andirivieni per le scale, le varie urla e i dialoghi scemi dimostrano la vacuità del plot.
Un gruppo di sconsiderati adolescenti decide di trascorrere una notte in una villa abbandonata, oggetto di turpi leggende; mal gliene incoglie, poiché la villa è dimora di un orribile e sanguinario mostro. Accostarlo al racconto di Lovecraft è sbagliato, visti i contenuti, ma a prenderlo come prodotto a sè il film funziona discretamente. Ci sono molte scene gore davvero ben fatte e il make-up del mostro (pelle cadaverica, seni cascanti, corna, zoccoli caprini, dentacci affilati) è più che buono. Guardabile, ma con il cervello staccato.
MEMORABILE: Il mostro spappola il cranio di uno dei ragazzi scagliandolo ripetutamente contro il pavimento.
Dopo un prologo di 2 minuti leggermente accattivante... il nulla assoluto! Sequenze intere di nulla in cui insulsi attori vagano per una casa abitata dalla creatura che si vedrà solo alla fine per intero (e non sarebbe neppure male, il design). Il tutto mentre si spera che questo strazio finisca presto.
Povero Lovecraft... C'è veramente poco da salvare in questo film quasi dilettantesco; giusto qualche scena isolata, tra l'altro riuscita solo grazie alle ambientazioni. Per il resto, lo zero assoluto: gli attori non sanno recitare, la creatura del titolo e gli effetti speciali sono di bassa qualità, la regia davvero indifendibile. Difficile trovare qualcosa di più lontano dall'universo del maestro di Providence. Da evitare.
Da un breve, fulmineo, geniale racconto di Lovecraft non era facile confezionare un horror di un'ora e mezza, senza annacquamenti vari; eppure il risultato non è per niente disprezzabile. Il racconto procede e l'escalation di raccapriccio genera non pochi sussulti sulla sedia dello spettatore. Prendetelo per quello che è, senza pensare troppo alla fonte letteraria. Promosso.
Quando appare la creatura in questione (visibile calzamaglia bianca e moon boot pelosi) almeno si ride un poco. Il problema è il resto: un gruppo di attori insulsi che vaga per una casa sciorinando di continuo dialoghi insulsi. Tutto questo per più di un'ora. Deprimente il taglio televisivo. Non c'è nulla di orrifico e nulla da salvare. Il povero Lovecraft, tirato inopinatamente in ballo nei titoli di testa, con tale brodaglia non c'entra niente.
In una vecchia casa di Arkham vive rinchiusa una creatura innominabile. Si inizia con un prologo nel passato per poi passare ai nostri giorni (ovvero agli anni Ottanta, epoca di realizzazione del film), quando un gruppo di ragazzi della Miskatonic University decidono di entrare nella suddetta magione. Mescolando Lovecraft con le storie per adolescenti affiora una certa monotonia, a causa di una sceneggiatura povera e molto allungata. C'è un po' di sangue, un po' di sesso e qualche banalità. Lascia a desiderare.
Tutto sommato non c'è male in questo piccolo slasher sovrannaturale che si ispira a Lovecraft (ma lo fa più sulla carta che di fatto) e lo strilla sin dalla copertina. Il nucleo centrale del film è una semplice avventura "survival" come ce ne sono tante, con dei giovani minacciati da un essere mostruoso (in questo caso femminile) che li fa fuori uno per uno. Preso nella sua semplicità è godibile ed espone frequenti e inaspettatamente feroci omicidi splatter. Per gli amanti dell'horror anni '80 è un buon diversivo. Simpatica la canzone "Up there".
Un gruppetto di giovinastri per goliardia decide di passare la notte in una vecchia villa abbandonata; purtroppo per loro non sanno che è abitata da un'orribile creatura. Slasher di livello infimo girato per la Tv con due lire in cui non si salva praticamente niente. Oltre a essere brutto e sciatto è pure noioso, in quanto la creatura si vede solo per pochissimi minuti. Pestilenziale.
Ouellette narra Lovecraft come uno slasher adolescenziale ammiccando vagamente all'inarrivabile Raimi. E, malgrado attori inadeguati, dialoghi banali e una sceneggiatura che non riesce a tenere alta l'attenzione (tipico di quando si “spalma” un racconto breve in un film di un'ora e mezza), intrattiene lo stesso con una bella fotografia, tocchi splatter notevoli e un mostro che oggi può far sorridere, ma che ha un design con il suo perché. Da vedere senza pretese.
MEMORABILE: Randolph Carter (personaggio ricorrente in Lovecraft) reso come un flemmatico e un po' altezzoso Sherlock Holmes dell'occulto.
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Uno dei rari film ispirati dalla mitologia lovecraftiana.
Purtroppo l'esito finale è ben poco memorabile, anche se lo stesso Jean-Paul Ouellette cinque anni più tardi (nel 1993) ne realizza un seguito, rimasto inedito in Italia (The Unnamable II: The Statement of Randolph Carter).
CuriositàZender • 2/02/15 15:10 Capo scrivano - 48843 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: