Black comedy all'inglese tutta ambientata nella classica tenuta di campagna, vede lì invitato un teatrante da strapazzo, Foster Twelvetrees (Howerd), chiamato da tale Stewart Henderson (Milland) apparentemente per esibirsi in uno spettacolino a beneficio degli ospiti. In realtà le mire sono altre, perché si scopre che Foster, del tutto ignaro della cosa, è il figlio nonché erede universale del defunto ricco proprietario del luogo. I tre fratelli di questo (oltre a Milland sono Burden e Griffith) hanno l'obiettivo di sapere da Foster – che considerano non del tutto a torto un mezzo deficiente - il nascondiglio segreto dei diamanti che sono convinti in qualche modo lui conosca (si parla di oltre...Leggi tutto un milione di sterline di valore). Una volta avuti i diamanti, i tre meditano di sopprimere Foster per ereditare e dividere in tre la villa e il resto. Naturalmente gli inconvenienti si moltiplicheranno e Foster mostrerà come – la commedia lo insegna da sempre – eliminare dalla scena un cretino sia sempre più difficile del previsto. Di orrore (al di là di qualche locandina) non c'è nulla, perché il tutto volge in direzione della farsa caciarona in cui Howerd ha il compito di trovare qualche battuta simpatica con cui far procedere una storia priva di mordente. Il côté dei vecchi horror inglesi non manca grazie alle ricche scenografie d'interni che concedono ancora del buono assieme alla professionalità del cast; ma le situazioni in cui i nostri si vengono a trovare sono stantie e dal punto di vista dell'umorismo non ci si sbilancia granché; anzi, forse la battuta migliore arriva giusto con la panoramica all'indietro su cui scorrono i titoli di coda, vale a dire - va da sé - decisamente troppo tardi. Non che sia colpa di Howerd, il quale in fondo sa essere a suo modo simpatico e meno scontato del previsto nell'esibire la scioccheria del personaggio; è ad esempio nella piattezza delle figure femminili che si coglie la povertà della scrittura, con un Peter Sykes che evidentemente non ha troppo nelle sue corde il genere (predilige l'horror tout court). Confezione curata ma risultato da dimenticare, col titolo italiano (ma anche quello originale) che promette orrori inesistenti.
Piacevole horror-commedia sullo stile de Il castello maledetto di dieci anni prima. Le interpretazioni del cast (e nello specifico di Howard e Milland) sono di alto livello, le musiche ottime così come la scenografia del castello, che a occhio direi essere quello della casa di produzione Hammer.
MEMORABILE: Il momento in cui il protagonista è costretto a entrare nella gabbia dei serpenti.
Il regista di questa pellicola tenta di rinverdire l'horror vecchio stile (con molta atmosfera, poco sangue e spaventi e qualche blando innesto comico), ma lo fa debolmente e con risultati poco convincenti. La regia, infatti, è piuttosto scialba e la sceneggiatura poco intrigante ed avvincente. Ne esce così fuori un filmetto piuttosto spento e senza pretese che non soddisferà nemmeno gli amanti del genere.
Divertente commedia macabra con più di un modello insigne, dal titolo italiano menzognero, affidata a sapienti gigioni che inscenano divertiti un canovaccio vittoriano di nequizie familiari, con tocchi di grand guignol. Ci vuole un po' più del lecito per trovare il passo giusto, ma poi scorre piacevolmente. Gustoso.
MEMORABILE: "Ah, ecco l'artista! Non ha portato l'organetto?" "Non sapevo che avrei trovato una scimmia"
Divertente horror più vicino a una commedia nera che all'orrore vero e proprio. Ottimo il cast, in particolare Howard, il comico attore e Milland padrone di casa. Tra gli horror inglesi è sicuramente fra i più divertenti e avvincenti. Non pesante, brioso, sicuramente da consigliare.
Cast imponente, nel quale spicca un attempato Ray Milland, avvicendato nella tenuta inglese di Buckinghamshire e costretto a ripercorrere il tema della Old dark house. Qui il versante horror è solo accennato e il tema dell'eredità - causa di ecologici delitti - funzionale a un plot ironico ma mai comico. Peter Sykes difetta, quindi, di un percorso narrativo coerente, spesso sbilanciato in favore della farsa. Per fortuna gli attori sono bravi e la regia solida, come dimostra la brillante chiusa aerea che vede Frankie Howerd scavare nel parco.
MEMORABILE: "Incredibile: questo è proprio stupido come sembra!"
Il titolo (sopratutto quello italiano) inganna: gli orrori, tra giallo stile "Dieci piccoli indiani" e il gotico di castelli e psicopatici, sono trattati in modo parodistico, similmente a quanto farà qualche anno dopo il nostro Avati. Molto gustoso, si lascia guardare grazie al buon ritmo, alla trascinante simpatia del protagonista Frankie Howerd e alla serietà professionale di Milland, incrollabile anche in pieno divertissement.
Decisamente deludente. Vorrebbe essere una parodia dei film gotici ambientati nel solito vecchio maniero, ma fallisce miseramente non riuscendo mai a divertire. Peccato, perché, almeno sulla carta, l'operazione poteva anche risultare piacevole, ma lo svolgimento della trama è monotono e la regia piuttosto anonima. Nemmeno l'impegno di Ray Milland e quello del protagonista principale, Frankie Howerd, riescono a sollevare le sorti di questo filmettino. Difficile consigliarlo, anche agli appassionati del genere...
Il consueto giallo-gotico (con eredità incorporata: ci sono pure alcuni diamanti in ballo) declinato con gusto parodico assai dubbio. Se a ciò si aggiunge un insopportabile e invasivo protagonista (Howerd) che non smuove un sorriso neanche per sbaglio ecco che ci si ritrova fra le mani (o fra i piedi) una farsa né carne né pesce. Solo il povero Milland, davvero aristocratico nei modi, riesce a tener desta l'attenzione che, inesorabile, scivola via minuto dopo minuto.
Se il titolo italiano evoca orrori di fulciana memoria in realtà trattasi di una parodia a tratti demenziale del giallo e dell'horror all'inglese. La prima parte scorre via tra le varie amenità più o meno ridicole dei personaggi mentre la seconda si tinge di giallo e si rende meno noiosa. Il personaggio di Foster, esagerato nella scioccheria, risulta a tratti antipatico; dialoghi ricolmi di freddure scontate, belle le ambientazioni piatto il resto del cast. Il finale è un po' scontato ma azzeccato e divertente.
MEMORABILE: Il personaggio di Foster esageratamente sciocco; Il finale.
Peter Sykes HA DIRETTO ANCHE...
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Condivido pienamente il voto di Marcel, ma poi che titolo di m (e pure la locandina..). Tutto per far credere che lo spettatore si sarebbe trovato di fronte a un feroce horror. Cosa pensavano di incassare di meno alludendo a un prodotto ridanciano? Mah!
Io non ne ho un ricordo cosi terribile, vero, scadeva nella commediaccia e , spesso, ci si sentiva presi in giro. Ma Sykes aveva una raffinatezza registica tutta sua, e la vecchina col falcetto ( o con l' accetta, ora non ricordo) anticipava l' Walker di CHI VIVE IN QUELLA CASA?
DiscussioneZender • 3/04/17 15:45 Capo scrivano - 48855 interventi
Sì, la raffinatezza la ricordo anch'io e mi pare ne abbia parlato anche il Marcel (quando poi parla di confezione, nel finale o quando parla di "ricche scenografie d'interni che concedono ancora del buono assieme alla professionalità del cast") come unico vero punto di forza del film, però titolo e locandina son veramente troppo fuorvianti...