Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto Commedietta leggera e frivola, salvata, in parte, dalla professionalità di Comencini che azzecca un paio di gustosi momenti (la Spaak che si confessa al prete, la sequenza del cinema, dove si proietta un western non meglio identificato, zeppa di equivoci da pochade, con la maliarda vogliosa spacciata per la mamma), che però mostra tutti i limiti di un raccontino striminzito che, alla lunga, annoia.
Per l'epoca il triangolo amoroso alla
Jules e Jim poteva risultare sfrontato , oggi, però, appare datato e banale, così come le tirate anticlericali (nel personaggio interpretato da Salerno, quì con improbabile r moscia) e l'emancipazione femminile nella figura della Spaak.
Si sorride poco in quello che è un Comencini minore, sottolineato dal fastidioso fischiettio di Benedetto Ghiglia e dalle pantomime pagliaccesche dell'orgoglio maschile "dominante" tra Salerno e Michel (doppiato con cadenza emiliana) che si mutano in poco divertenti sketch che manco Gianni & Pinotto.
Suggestive location di scorci romani (la palazzina e gli interni dell'appartamento dove abita la Spaak), una notevole (per chi scrive) vena feticistica (la Spaak che massaggia i piedini alla Reynaud sua coinquilina, la Spaak che si toglie le scarpette e indossa le ciabattine da camera) e la Spaak alla sala da ballo che si lascia andare ad un similtango con uno sconosciuto, non bastano a rendere interessante questa commedia banalotta e superficiale, che vive, soprattutto, della radiosità di una Spaak sbarazzina, un po' sciocchina, e seducente che si spaccia per hostess (pur non avendo mai volato) e che tenta di uccidersi con la canna del gas (curiosamente sdraiata sul divano con una maschera da sub, come la vampira di Vicente Aranda di
Un abito da sposa macchiato di sangue di sette anni dopo).
Sciapissimo e senza un briciolo di personalità Marc Michel, mentre Salerno (anche se in un ruolo macchiettistico) è sempre un attore straordinario.
Sempre di alto valore la fotografia di Armando Nannuzzi e carucci alcuni dialoghi (quello sull'impotenza , fatto da Salerno a tavola) ma non si eleva dalla media delle commediole anonime del periodo.
Menzione speciale per la sexy hostess di Jeanine Reynaud che si presenta in un déshabillé mozzafiato.