Dopo Renoir, anche Lang adatta il classico zoliano espungendolo sia degli aspetti naturalistici-biologici che di quelli sociologici. Ne viene fuori un dramma a tinte noir in cui il regista, pur se frenato in parte dai produttori (specie nella parte finale e circa la figura di Ford), enuclea i temi classici del suo cinema quali, tra gli altri, l’ambiguità dell’animo umano e il potenziale omicida che si nasconde in ognuno di noi. Un po’ sotto le aspettative ed inferiore ad altri lavori del regista ma comunque un bel film. Sempre splendida la Grahame.
Fritz Lang affronta il tema della bestiale violenza umana riprendendo un racconto di Émile Zola e portando sullo schermo attori dalle grandi capacità come Glenn Ford, Broderick Crawford e Gloria Grahame. Non sembra esserci scampo per chi pecca, specie se si macchia di un delitto di gelosia e il contrasto fra bene e male ben si coniuga con un bianco e nero espressivo che non lascia nulla di intentato alla cronaca e alla cruda fantasia dello spettatore.
Ogni elemento cupo e problematico di Zola (il male come retaggio del passato, il simbolismo del mondo ferroviario) viene sistematicamente ignorato per dar vita a una semplice storia criminale da rotocalco. I fatti accadono uno dietro l'altro, il giallo è assicurato, gli attori di buon livello aiutano: una vera profondità, tuttavia, non viene mai raggiunta. E, nonostante la presenza della Grahame, latita anche il fascino della torbidezza. Ordinario.
Noir nel classico stile di Lang: un triangolo che si sviluppa in un clima torbido di omicidio e inganno, con la donna a fare da manipolatrice maggiore. Il film scorre molto bene, sebbene su binari prevedibili (finale compreso) e riesce a evitare un tono eccessivamente melò grazie a dialoghi non troppo enfatici o ridondanti. Bene il trio Ford-Grahame-Crawford, con l'ultimo a offrire un'interpretazione davvero eccellente. Buono.
La fonte è lo stesso romanzo di Zola da cui Renoir aveva tratto 16 anni prima il suo Angelo del male ed anche gli eventi della parte iniziale sono gli stessi, ma se il film francese era segnato da un fatalismo determistista fedele al testo, quello di Lang lascia libero il protagonista di scegliere il proprio destino: a differenza di Gabin, Ford non è gravato da tare ereditarie ed anche Grahame , splendida dark lady, ha un carattere più volitivo della fragile Simon. Il risultato è un bel noir di stampo classico, meno disperato del capolavoro del 1938 ma anche meno originale.
Lang decurta il romanzo di Zola della sua matrice sociologica e ne attenua il pessimismo conferendo al personaggio di Ford una sua dignità e optando per un epilogo meno tragico. Quello che resta è quindi un classico triangolo a tinte noir, in cui emerge la consueta inclinazione al male dell'essere umano, dominato dai personaggi della Grahame, moglie sensuale e manipolatrice, e di Crawford, marito meschino e follemente geloso. Le interpretazioni sono ottime e il film si assesta su buoni livelli, ma senza raggiungere quelle punte di eccellenza tipiche dei migliori lavori del regista.
Macchinista rimane coinvolto in un dramma matrimoniale. Triangolo dettato dagli egoismi e dall'amore per convenienza in cui Lang non enfatizza il lato thriller. Il giallo dell'omicidio è visto solo nelle dinamiche del trio protagonista, di cui Crawford risulta il migliore. La Grahame ha il ruolo più variegato, che per l'epoca era innovativo come risolutezza. Sceneggiatura filante con incastri facili da seguire e che, nonostante una certa drammaticità, lascia in disparte l'efferatezza dei crimini.
MEMORABILE: I lividi sul corpo; La lettera; Il confronto in tribunale.
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DiscussioneNoncha17 • 24/08/16 19:56 Pulizia ai piani - 1066 interventi
È il Remake del film di RenoirL'angelo del male..tratto, anch'esso, dal romanzo omonimo di Émile Zola.
Zender ebbe a dire: Quindi in realtà non è un remake, è solo tratto dallo stesso libro. Non ho capito poi il romanzo "omonimo". Omonimo di quale dei due titoli?
Il romanzo è La Bête humaine, cioè La bestia umana
DiscussioneNoncha17 • 25/08/16 15:30 Pulizia ai piani - 1066 interventi
Il soggetto è lo stesso..non so se trattasi di remake puro, però!
Il romanzo si intitola "La bestia umana" (titolo originale La Bête humaine).
Il film di Renoir si intitola "L'angelo del male" (titolo originale La Bête humaine).
Il film di Lang si intitola "La bestia umana" (titolo originale Human Desire).
DiscussioneNoncha17 • 25/08/16 15:50 Pulizia ai piani - 1066 interventi
P.S.: Curiosamente, il titolo provvisorio era The Human Beast..