La musica di Stravinskij arriva solo alla fine, sui titoli di coda. Pittore che da anni ha perso l'ispirazione tenta di ricreare un'opera che non riuscì a portare a termine dieci anni prima, perché ispirato da una giovane donna presentatagli dal suo mercante d'arte. Questa (Béart) dapprima rifiuta di posare nuda poi accetta. Tutto ciò mette in crisi i protagonisti, il pittore e la moglie, la modella e il fidanzato ma serve a far conoscere ad ognuno se stesso e il proprio interiore. Il bel corpo della Béart domina gran parte del film. Bravi tutti.
MEMORABILE: Il momento in cui la modella si toglie la vestaglia rimanendo per la prima volta nuda davanti al pittore (Piccoli).
Accurata analisi del dietro le quinte che porta alla realizzazione di una controversa opera d'arte, con tutti i turbamenti dell'artista e le conseguenze di tale travaglio sulla sua vita e su quella della gente che lo circonda. L'attento Rivette si avvale dell'ausilio del corpo di Emmanuelle Béart, che fa ammirare il suo bel fisico da ogni angolazione possibile. A Cannes (dove vinse il gran premio della giuria) ne fu presentata una versione di 238 minuti, successivamente ridotti a 124.
Riflessione – rifrazione sui retroscena dell’atto di creazione (nella fattispecie pittorico) e della sua meta-testualità (la vita come pittura, il cinema come la pittura e ritratto di corpi-vite etc), pilotata da un Rivette ossequiante la più indigesta nouvelle vague usando Balzac come vademecum. Non si può dire che la sintesi gli arrida: prolisso che nemmeno Flaubert o Musil, tutto ciance a vuoto e vis da documentario di Rai Arte sulle tecniche pittoriche. 256’ di contemplazione al potere/potere della contemplazione, per una tautologia potenzialmente infinita, risolvibile nei canonici 90’.
"La bella scontrosa" è il titolo di un dipinto lasciato incompiuto da un famoso pittore che ora, a distanza di dieci anni, rimette mano all'opera sostituendo la modella: non più la moglie ma la compagna di un giovane ammiratore... Esplorazione del mistero della creazione artistica certo raffinata ma anche estenuante, in cui i dialoghi e i silenzi fanno da padroni, paradossalmente dato che, trattandosi di pittura, è l'immagine che dovrebbe prevalere; mentre qui, nonostante Bèart venga mostrata nuda sotto ogni angolazione, l'impressione dominante è quella di un diluvio di chiacchere.
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Carissimo, ti sei sorbito 4 ore di filosofia del coltello e quasi tre di angeli melancolici, quindi forza e non temere la quatre-heures-version!
Ti segnalo che rispetto alle francesate con nudi che hai odiato (ho visto la tua monopalla all'orrido Elles, e ricordo la tua passione - in senso cristologico - per Adèle) questo se non altro evita la supponenza, il che non è poco.
sìsì per carità ma sono pur sempre 4 ore e inizio ad avere una certa (e ad accusare i dannati 30 gradi)... plus, considera che nella stessa giornata è prevista un'altra opera da 190'... della serie preparate i cucchiaini per raccogliermi e un catino ove reimpastare i miei miseri resti... dopo questa giornata avrò bisogno di tre flebo di vov per braccio...
(io l'ho visto...o hai una buona velocità di lettura e traduzione o i sottotitoli impostali tassativamente in italiano. Io lo vidi coi sub in francese - lingua che pure mastico bene - col risultato di non riuscire nemmeno a scrivere il commento).
Deepred89 ebbe a dire: o hai una buona velocità di lettura e traduzione o i sottotitoli impostali tassativamente in italiano. Io lo vidi coi sub in francese - lingua che pure mastico bene - col risultato di non riuscire nemmeno a scrivere il commento).
per quello sto a posto, ho la vhs della e.mik originale con sub ita. è la durata (anzi la somma delle durate) che fa fare giacomo giacomo ai miei provati emisferi. se poi consideri che greenaway e rivette non mi stanno particolarmente simpatici, puoi fin d'ora pregare per la salvezza della mia anima...
deep sto malissimo sto film mi sta polverizzando le nespole!! e non sono manco a metà! in sala c'è un'insurrezione carceraria! mi vogliono fare la pelle!