Un milanese di passaggio nel sud della Francia entra casualmente in contatto con i membri di un piccolo circo ambulante. Commedia drammatica che non vuole essere alla moda, caratterizzata da inquadrature fisse e assenza di musiche. Vorrei dire che me lo sono goduto ma sarebbe una bugia, l'ho trovato troppo "riflessivo" e questo nonostante il mestiere di Castellitto (uno dei pochi attori che possiamo esportare con orgoglio) e della Birkin che interpreta il ruolo più sofferto. Bello il finale.
Gli intenti ci sono tutti (il circo, una tragedia da custodire tra le ferite dell'anima, personaggi surreali a cui solo il tendone può dare spessore, la classica carta che spariglia il mazzo), le banalità anche: a una convincente scena iniziale segue il solito sviluppo per conoscere i personaggi, ma il gioco è talmente freddo, snob e intellettualoide da spegnere ben presto ogni interesse verso una storia dal fiato cortissimo e dalla "soluzione" altrettanto "attesa".
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