Media utenti
Titolo originale: L'homme qui ment
Anno: 1968
Genere: drammatico (bianco e nero)
Regia: Alain Robbe-Grillet
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/10/09 DAL BENEMERITO FAUNO
Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
- Mediocre, ma con un suo perché:
Pigro, Cotola, Matalo! - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Daniela - Gravemente insufficiente!:
Fauno
Se immagini, inquadrature, il bel bianco e nero in un villaggio ancora sofferente per le piaghe della guerra, l'indubbia classe di Trintignant potevano valorizzare il film, ci pensa il regista a prendere a pugni dappertutto lo spettatore... anche perché un'ora e mezza di balle, distorsioni della realtà, contraddizioni forzate e versioni agli antipodi sullo stesso argomento, farebbero schiattare anche un fachiro, un samaritano e perfino Gandhi e Madre Teresa di Calcutta. Alla fine più che un film sembra un calcolo della matematica più pesante...
Chi è l'uomo che dopo (o durante?) la guerra arriva in casa di un amico (?) raccontando versioni sempre diverse di questa amicizia? Lo sperimentalismo narrativo basato sulla dizione della finzione si presenta come un unico flusso di menzogne (o verità alternative) interrotto da lunghi blocchi visivo-gestuali, che rispondono semmai a una partitura poetica. Ma il freddo compiacimento intellettuale porta alla noia. Si salvano le location slovacche, che danno un bello straniamento visivo e antropologico, valorizzato da una fotografia nitida.
Il protagonista è un uomo come da titolo: mente continuamente e cambia la sua storia continuamente facendo, comprensibilmente, spazientire lo spettatore. All'inizio ci si può divertire e il film può incuriosire ma alla fine vince la noia ed anche l'irritazione per il gioco intellettualloide e un po' fine a se stesso. Ma Robbe-Grillet è così: prendere o lasciare. Io opterei per la seconda. Gustatevi la notevole e bella fotografia. Potrebbe comunque avere i suoi estimatori.
Cinema decisamente invecchiato, come l'intellettualismo deconstruttivista dell'autore. Diciamolo: idea molto intrigante (riempire il vuoto con la menzogna, a ridosso della Seconda Guerra e i fatti ungheresi). Però, nonostante la bravura di Trintignant, certe scene simboliche e anacronismi (i cui riferimenti colti sfuggono ai più e giustamente) sono ormai roba d'antiquariato e non sfigurerebbero male in certi pseudocolti italioti anni 70. Peccato perché nella prima mezz'ora certe intuizioni sono intriganti; ma Robbe-Grillet non è un regista, tutto qui.
MEMORABILE: "Presi un sentiero sconnesso", come il resto del film (Trintignant quasi un Sanjuro).
Giunto in un paese isolaro, un uomo in fuga dai nazisti (?) inizia a raccontare storie che riguardano il suo rapporto con un partigiano del posto del quale moglie e sorella stanno attendendo da tempo il ritorno... La trama e la presenza di Trintigrant impegnato in un quasi ininterrotto monologo possono indurre in tentazione, ma sarebbe meglio resistere e risparmiarsi la visione di questo film che fa dell'indeterminatezza la sua cifra grondando intellettualismo stantio da ogni fotogramma, mentre i momenti d suggestione visiva, indubbiamente presenti, galleggiano in un mare di noia.
POTRESTI TROVARE INTERESSANTI ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
- Hanno scritto...
"Il rapporto sessuale Boris-Maria è improntato ad una nota di sadismo che richiama alla mente i convegni amorosi fra Elias ed Eva in Trans-Europ-Express.
La sequenza centrale si impernia sulla cameriera punita dalle due padrone ed è giocata, invece, su moduli di erotismo nero (arnesi da tortura, sibilo di fruste, azione mimata di una decapitazione), strutturati in un ludus macabro e dissacrante di godimento-dolore, che prefigura le divagazioni d'après Sade dei tre film successivi."
Roberto Nepoti, Alain Robbe-Grillet - Qui Mauro devo davvero dire quel che penso,in quanto un conto è prendere la realtà da tre posizioni diverse(vedi Quante volte quella notte di Bava,un film che adoro),un conto è continuare a dar versioni diverse spudoratamente per 90 minuti.Quello che mi fa più specie è che quando cercavo come un pazzo Un attimo di vita di Marracini,sulla Gremese un anonimo scriveva che aveva a che fare con Robbe-Grillet come formalismo.Niente di più falso,perchè quella di Marracini è un'opera piena di simbolismi ma condotto in maniera agile,relativamente cervellotica e soggetta a più interpretazioni da parte dello spettatore.Ma qui cosa si interpreta?Se io vengo da te e ti racconto dieci volte la stessa storia ogni volta in modo diverso come trama,attori ed epilogo,tu alla quarta hai già fatto su le canne e mi hai dato del buffone...
Da un lato mi ha fatto piacere togliere questo stand-by,dall'altro speravo di farlo per qualcosa di infinitamente migliore.Ciao.FAUNO. - Però mi incurioasisce la cosa...
- Può darsi che nella fretta e con tutti i pensieri abbia digitato male.Il film,come sottolineo nel commento,è BIANCO E NERO,non colore!FAUNO
