Insyriated - Film (2017)

Film girato quasi esclusivamente in interni, in cui lo stampo teatrale è giustificato pienamente dal tipo di storia e dai suoi snodi narrativi. Regia e sceneggiatura riescono a rendere perfettamente il senso di claustrofobia e di profonda angoscia provato dai personaggi. E lo script ci pone non solo davanti all'orrore della guerra ed alle sue conseguenze ma anche dinanzi ad interrogativi etici e morali sicuramente non nuovi ma efficaci. E' difficile non chiedersi: io cosa avrei fatto al loro posto? Ecco il merito principale di un film che semina dubbi e non dà risposte. Notevole.

I drammi della guerra in Siria compressi nel tempo e nello spazio di un appartamento tra le macerie circostanti, sotto le bombe e il tiro dei cecchini. Oum Yazan, donna dal forte carattere, tiene a sé la famiglia cercando di preservarla dai pericoli sempre più incombenti. Nonostante la denuncia di vicende senza soluzione, il risultato filmico è un po' debole per la necessaria teatralizzazione dovuta anche all'angustia degli spazi che "imprigionano" la vicenda. Su tutti domina la personalità di Habbass, insieme spaventata e lucidamente determinata. Forte.

A Damasco, due famiglie asserragliate nei propri appartamenti in un quartiere semi-deserto cercano di sopravvivere tra privazioni e timori mentre fuori in strada i cecchini sparano dai tetti e piovono le bombe... La guerra civile siriana raccontata in un dramma claustrofico attraverso i tentativi di una donna matura di preservare la vita di quanti le stanno accanto anche in presenza di situazioni difficilmente sostenibili: un approccio "mammesco" in apparenza minimalista ma molto coinvolgente perché è impossibile non pensare come ci si comporterebbe nelle stesse condizioni. 

Un grande appartamento come ultimo baluardo e rifugio contro la guerra, in cui si concentrano i destini di una famiglia. Notevole racconto, realistico e simbolico al contempo, sulla guerra in Siria, con la casa assediata da cecchini e stupratori, tanto ariosa quanto claustrofobica, in cui spiamo nell’arco di una giornata. Ma è soprattutto il ritratto di una donna (magnifica Abbass) che cerca di reggere una realtà che sfugge, in una lotta titanica dell’affermazione della normalità contro l’apocalisse. Musica superflua, film potente.