Il regno del terrore - Film (1949)

Drammone storico di Mann, si fa ricordare per la meticolosa ricostruzione ambientale e il consueto tocco stilistico del grande registra americano, che vi infonde tutto il romanticismo realista tipico del cinema americano del dopoguerra. Ci sono ritmo, tensione e violenza presa a piene mani dal genere poliziesco (di cui il regista era stato un esponente di vaglia). Cast buono.

L'ascesa e la discesa di Robespierre nelle sue gesta ardite che avrebbero aperto le porte al regno Napoleonico sono qui raccontate con ambientazione e clima appropriati. Non guastano né la vena romantica di fondo né la componente thriller, più sviluppata nei punti nodali della storia. Un po' datato, forse, ma comunque efficace...

Robespierre trama per essere proclamato dittatore e per questo fa arrestare Barras, il suo oppositore più determinato, ma questi può contare sull'aiuto di un cavaliere che agisce sotto falsa identità per conto dell'esule La Fayette... Thriller storico datato ma ancora godibile grazie alla trama avvincente in cui Basehart è un Robespierre fanatico convinto di agire per il bene del paese a differenza dell'opportunista Fouché di Moss che pensa solo ai propri interessi,  Cummings l'eroe di fantasia che agisce d'astuzia e Dahl una donna coraggiosa non relegata al solo coté  sentimentale. 

Ambientato nella Francia del 1794, durante la fase finale del Regime del Terrore, come dramma storico va preso con le dovute cautele, soprattutto nel ritratto dei rivoluzionari, che appare viziato dall'ideologia non proprio progressista della vecchia Hollywood. Come intrattenimento però funziona egregiamente grazie all'abile regia di Mann, che impone un ritmo sostenuto e una tensione degna di un thriller in piena regola, e concede meno spazio del previsto all'inevitabile parentesi sentimentale. Bravi tutti gli attori, in particolare Basehart e la Dahl.