Questa eccellente miniserie si sarà anche presa delle licenze "poetiche" nel tratteggio di taluni personaggi di fantasia (uno su tutti, quello della scienziata
Ulana Khomyuk, con cui gli autori riassuntivamente
"hanno voluto omaggiare i tanti fisici e ingegneri che collaborarono con Legasov nei mesi successivi all'incidente.") ma risulta assai più rigorosa e veritiera di certi documentari televisivi sfornati negl ultimi anni.
Il riferimento specifico è a
Meltdown in Chernobyl (2004), settimo episodio del programma
Seconds from disaster - Quei secondi fatali prodotto e trasmesso dal canale
National geographic; un resoconto superficiale pieno zeppo di inesattezze, lacune e sviste tutt'altro che casuali: numeri sballati, personaggi cardine eliminati (addirittura il centralissimo
Anatolij Djatlov), ricostruzione degli eventi approssimativa e chiarimenti eziologii spesso incorretti e fuorvianti.
Molto meglio i documentari trasmessi da
Focus,
History Channel e le puntate a tema dedicate alla tragedia dai vari
Mixer e
Superquark.