1940, o meglio diciottesimo anno dell'Era Fascista (anche se nel film si dice sedicesimo, con riferimento al 1940): chi si adegua fa carriera, chi dissente (anche garbatamente, come fa qui Peppino De Filippo) non trova che ostacoli, sulla propria strada. E allora capita che, quando un suo vecchio amico commilitone regala a Giuseppe Di Gennaro una foto di loro col Duce in trincea, questi ne approfitta e la mostra in giro spacciandosi per buon amico di Benito (come suggerisce il titolo). Tutto giocato sulla recitazione sommessa, sentita di De Filippo (protagonista assoluto), il film di Giorgio Bianchi cede purtroppo nella sceneggiatura, che non sfrutta gli spunti comici scegliendo di mantenere un basso...Leggi tutto profilo poco convincente. De Filippo impiegato che sogna l'ambito posto di capufficio ricopre un ruolo molto comune nelle nostre commedie passate (dal Campanini di LE MISERIE DEL SIGNOR TRAVET al Rascel di POLICARPO "UFFICIALE DI SCRITTURA") e che lui stesso aveva appena riscoperto un anno prima del divertente CHI SI FERMA E' PERDUTO, con Totò. Però questa volta, complice un cast non all'altezza (Mario Carotenuto in uno dei suoi poco frequenti ruoli non di secondo piano si lascia andare ad eccessi fuori luogo) e un Giorgio Bianchi fuori forma (solitamente le sue regie offrono un ritmo ben più serrato), non ci si riesce ad appassionare. Quando salta fuori la foto-cardine l'interesse riaffiora e qualche risata ci scappa, ma è poco rispetto allo scialbo quadro generale e nonostante la buona vena di De Filippo. Franchi e Ingrassia (doppiati e "seri"!) compaiono per meno di un minuto nella parte di due bombaroli che azzardano un improvvisato attentato al Duce. Sprecati.
Film che ho visto più d'una volta e mi ha sempre divertito, per l'esuberanza di Peppino De Filippo e per le situazioni che il regista ha saputo comunicare con grande ironia. Cosa accade ad un impiegato che scopre d'aver combattuto nella Grande Guerra col duce in persona. Tutti che fanno a gara per dimostrarsi gentili e disponibili! Ho sempre apprezzato Peppino per il suo naturale stile recitativo, perché con lui le situazioni aleggiano fra l'ironia e la riflessione. Carotenuto è un capufficio che vede bene i vantaggi della situazione. Brava la Perego.
MEMORABILE: La barzelletta sul duce che procura guai al suo capufficio.
Film discreto dalla comicità seria e controllata. Il soggetto è originale e curioso, la sceneggiatura ha delle incongruenze e la regia è pulita e attenta alle sfumature psicologiche ma priva di ritmo e di polso. Insomma, il film poteva essere fatto meglio. Peppino, quando non è in coppia con Totò, eccelle in questi ritratti, un po’ buffi e un po’ malinconici, di travet impiegatizi dimessi, grigi e trasandati, con la speranza nascosta di trovare l’occasione di poter vivere finalmente una giornata da leoni. E se l’occasione si presenta in una certa foto...
MEMORABILE: La foto con il Duce viene regalata il giorno del suo matrimonio a Peppino, il quale passa, quindi, la prima notte di nozze a scrivere la lettera del destino.
Commedia meno sguaiata della media del periodo, ma anzi molto controllata e dall'umorismo intelligente. Peppino De Filippo regge con la sua straordinaria recitazione gran parte della baracca, coadiuvato da qualche buon comprimario (Carotenuto su tutti). Si sorride, con qualche ironia sul periodo dell'esaltazione fascista e con un finale amarognolo ben giocato. Buono.
Onesto prodotto che occhieggia un po' a destra e un po' a sinistra ma con simpatia; Peppino credulone vittima dei feroci scherzi dei colleghi di ufficio (Luigi De Filippo, Giacobini e Pavese) aspetta l'occasione di una vita. I personaggi sono tutti ben delineati in particolare quello di Carotenuto. Vedendolo oggi si nota subito il peso dell'età; la godibilità viene tutta dal cast meraviglioso.
Lo si ricorda per il cast azzeccatissimo in ogni ruolo (con presenze che vanno dalla Gramatica a Porelli, dalla Perego a Pavese e via dicendo) e per il finale assai riuscito. Non è allo stesso livello, purtroppo, il film nel suo complesso. La pellicola, comunque accettabile, qua e là perde colpi, rallenta, si allunga: in altre parole le avrebbe giovato una decina di minuti in meno. L'idea di partenza (l'aspirazione alla promozione) non è certo nuova, ma la vecchia idea viene rinfrescata dalla fotografia che diventa l'asse sul quale ruota (un po' lentamente, come detto) la vicenda.
MEMORABILE: La doppia macchia d'inchiostro; Il cambio di registro di Riccardo Billi.
Riccardo Billi HA RECITATO ANCHE IN...
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Guarda un pò che combinazione....
Qui si parla di un film ambientato nel ventennio fascista nel quale si immagina che l'anonimo protagonista venga in possesso di una vecchia foto nella quale è immortalato nelle trincee della prima guerra mondiale insieme a Benito Mussolini ....
E cosa mi capita di scovare oggi sfogliando un libro?
Il padre di Dino Risi, il capitano medico Arnaldo, accanto al caporale Benito Mussolini in una foto della prima guerra mondiale...Solo che questa volta la foto è vera e non costituisce l'invenzione di un film...
Però invenzione di un film e realtà appartenente ad un regista di film si mescolano curiosamente insieme...
Fonte della foto: Valerio Caprara "Dino Risi - Maestro per caso"
Collana Cinema & Miti, Gremese Editore, anno edizione 1993, pag. 15.
Non sono capace di scannerizzare la foto su questo sito.
Come riporta anche il Davinotti nel suo papiro, il film è ambientato nel 1940 ; esso però viene indicato erroneamente (sia da Marcel che all'interno del film stesso) come "16° anno dell'era fascista" mentre dovrebbe essere in realtà il 18° anno.
DiscussioneZender • 10/12/17 17:15 Capo scrivano - 48855 interventi
Sicuramente il Marcel l'ha scritto perché così veniva detto nel film. Hanno commesso un errore così marchiano?
Kanon ebbe a dire: Come riporta anche il Davinotti nel suo papiro, il film è ambientato nel 1940 ; esso però viene indicato erroneamente (sia da Marcel che all'interno del film stesso) come "16° anno dell'era fascista" mentre dovrebbe essere in realtà il 18° anno.
Didi Perego nel suo personaggio si dice ex di un aviatore italiano che in quel momento era andato volontario nelle Baleari nella Guerra Civile Spagnola ma incontra Peppino De Filippo dopo che questi riceve una falsa promozione datata 1940 e quindi la guerra in Spagna era già finita da un anno.