Il comportamento umano all'interno della comunità può essere interpretato in modo differente a seconda del contesto in cui si sviluppa. Le conclusioni affrettate e la fantasia sono micce che innescano equivoci e imprimono un "marchio" difficile da cancellare. Questa è la storia del mantenuto. Questa è la storia di un equivoco. E da equivoco nasce equivoco! Le debolezza d'animo, la fragilità e l'insicurezza non permettono al personaggio la giusta reazione a ciò che sta capitando intorno a lui. Equilibrato Tognazzi, discreta regia, brava la Occhini.
Tognazzi dirige per la prima volta se stesso quasi senza strafare e regalandosi un personaggio da oscuro travet che però non si nega un discreto entourage di donne. Commedia di grandi e piccoli equivoci che non si impenna mai ma che si lascia guardare (anche per la classe dei vari interpreti). Finale riuscito e sintomatico.
Commedia che viaggia a due velocità (**). Alle lentezze tipiche di vari film di Tognazzi (si pensi a Cattivi pensieri) si alternano squarci gradevoli, con battute di una certa simpatia. Ma la cosa che più balza all'occhio è un livello attoriale mediamente altissimo, con una Marisa Merlini che cerca amore e cita Baudelaire. Ruoletti non accreditati per Alba Maiolini, Jimmy il Fenomeno e Mimmo Poli.
MEMORABILE: "Ragazzi, se annàte in pineta, ve potete pure distende'..."
L'esordio alla regia di Ugo Tognazzi in una commedia che appare portatrice di una certa critica alla società borghese e benpensante. Il film purtroppo funziona solo in parte, gravato da una certa mancanza di ritmo e da una regia inesperta. Buona invece la prova del cast.
Per la prima volta anche dietro la macchina da presa, Tognazzi dirige una commedia degli equivoci di una certa scioltezza – pur annaspante nella parte finale – ed entra autocontrollandosi nei panni di un umile travet sballottato tra prostitute, magnaccia, tirannici capiufficio e vedove riccone. Gli esiti comici ci sono, anche per la vigile sorveglianza dei colleghi, siano questi comprimari (la fine Occhini, l’imperioso Carotenuto, l’arrivista Occhini), caratteristi o comparse. Discreto.
MEMORABILE: La calcolatrice “impazzita” che emette musica classica; il braccio di fero con il moribondo; Tognazzi che passa davanti alla salma fischiettando.
Tognazzi all'inizio degli anni ’60 ha desiderio di cuocere cinema in modo goloso ed esuberante e, con questo Il mantenuto, dirige una pellicola nella quale mette a cucinare troppa carne: commedia degli equivoci, contrastata storia d’amore, problemi sindacali dei lavoratori, denuncia dei macchinismi disgregatori di una società in preda alla febbre del boom economico... Tra gag azzeccate, passeggiate nell'assurdo, momenti riflessivi, satira di un preciso ambiente sociale, il film, interessante ma dispersivo, finisce col pestare molta acqua nel mortaio.
MEMORABILE: Altissimo il livello qualitativo della recitazione dell'intero cast.
Si vede che è la prima esperienza da regista, per Tognazzi. Tante idee ma confuse: si va da una comicità surreale (la macchina per scrivere che suona la cavalleria rusticana) alla classica interpretazione dell'impiegato che subisce le angherie del presidente. Nonostante tutto il film è gradevole, anche se frammentario. A parte Tognazzi che la fa da padrone, bene anche gli altri attori del cast. Colonna sonora jazzata come spesso si usava a quei tempi.
Film senza infamia e senza lode che non lascia poi un gran retrogusto, nonostante qualche sequenza e battuta felice. L'opera prima di Tognazzi è un film discreto ma non concludente nel finale, che avrebbe potuto dare molto di più e lasciarsi ricordare per qualcosa di ben definito. Buone le performance attoriali, troppo invasivo il tema musicale di Trovajoli, costantemente riproposto.
MEMORABILE: Ilaria Occhini; "Bagonghi" che emerge dalla scrivania.
Sopra le aspettative l'esordio in regia per Tognazzi che dirige il se stesso impiegato simil-fantozziano (prima che potesse esistere questo paragone) coinvolto suo malgrado in una storia di prostituzione. Da sottolineare l'ingenuità del personaggio, ben delineata da una sceneggiatura non scontata e un sussulto di dignità finale dopo aver usufruito delle fortune di una vedova esattamente come farà il dottor Tersilli qualche anno più tardi. Sempre ottimo Carotenuto nei panni del presidente dell'azienda.
MEMORABILE: L'incontro organizzato per il Presidente Carotenuto e la segretaria; Le disavventure al mare.
Tognazzi dirige una storia che negli anni ha acquisito sempre più attualità, sublimando con il suo grande talento un personaggio difficilmente dimenticabile. La sceneggiatura, però, tralascia colpevolmente la critica sociale preferendo sviluppare l'aspetto comico delle vicende e tende talvolta ad ingarbugliarsi su se stessa. Il film comunque funziona, grazie a un grande cast di contorno con Merlini e Carotenuto che sfoderano grandi prove attoriali, dando vita a gustosi duetti col protagonista. Una bella commedia, che si guarda col sorriso sulle labbra e senza pensieri.
MEMORABILE: Le avances della Merlini a Tognazzi; Il cane Adolfo.
Contabile frequenta una ragazza che si rivela essere una prostituta. Commedia degli equivoci, comunque non grossolana, con pochi sviluppi narrativi. Tognazzi si cuce addosso un personaggio vittima degli eventi e che nell'ultima parte resta agrodolce perché non approfitta della situazione. Qualche apporto lo danno Carotenuto e la Merlini, ma le vicende con la polizia sono alquanto all'acqua di rose. Regia dello stesso Tognazzi che cerca qualche bello scorcio ambientale. La Occhini è indubbiamente molto graziosa.
MEMORABILE: L'annegamento al mare; Tutti in pineta; L'aggressione degli scagnozzi del protettore.
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