Una donna si crede amata, un uomo si crede padre, un figlio crede il padre morto... Il teatro come tempio della Menzogna, arbitraria ricreazione della propria identità, auto-attribuzione di un ruolo; ma il dolce rumore della vita non può restare inascoltato per sempre. Il conflitto non è tanto tra verità e finzione, quanto tra libertà e destino, tematiche proprie del melodramma che trovano nell'ambientazione teatrale una cornice alquanto ovvia, mentre i dialoghi didascalici appesantiscono un film compassato e manierista, troppo diretto nelle suggestioni, nelle allusioni, nei simbolismi.
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Ultimo film italiano con Alida Valli, che morirà nel 2006, sette anni dopo.
Questa la lapide immaginata da Indro Montanelli (da Ricordi sott'odio, Rizzoli):
QUI
PER LA PRIMA VOLTA
ALIDA VALLI
GIACE
SOLA
DiscussioneRaremirko • 3/01/13 21:14 Call center Davinotti - 3863 interventi
Non sono per nulla d'accordo con Stefania; film memorabile, essenziale, bello da mozzare il fiato.
Qui Giuseppe raggiunge e, magari, supera, i livelli del fratello Bernardo.