Il cerchio si chiude - Film (1947)

Un ingegnere minerario si trova al centro di una macchinazione da parte di due persone le quali si voglion servire dell'uomo per entrare in possesso di un mucchio di soldi... Noir che malgrado proponga situazioni tutt'altro che inconsuete è in grado di destare interesse per tutta la durata, sopratutto per merito di un buon cast: da un Glenn Ford costantemente sbronzo ma lucido quanto basta per tirarsi fuori dalla spiacevole situazione in cui si era cacciato, a una bella quanto letale Janis Carter. Due cerchi e mezzo li vale tutti.

Il fulcro di questa pellicola nera è nel personaggio della dark lady, una sgualdrina avida e manipolatrice come poche, che vuole far cadere in una trappola di sostituzione d'uomo (previo assassinio, ovviamente) il povero Glenn Ford, dopo averlo irretito col sesso. È un noir minore, quasi artigianale ma girato con mestiere e non privo di fascino; lo si guarda con piacere.

Glenn Ford, famoso come attore "schiaffeggiatore", qui hai il dinamismo di sempre nei panni di un ingegnere minerario a cui una avvenente bionda proverà a tirare un bidone a dir poco fatale. La storia è inverosimile e di questo pare accorgersene anche il protagonista, in una sorta di meta-finzione a cui nessuno crede, pubblico incluso. Si lascia guardare nel complesso per le belle ambientazioni americane anni '40.

Banchiere ed amante architettano un piano criminale che prevede per la sua riuscita di abbindolare un poveraccio e farlo fuori, ma il tizio scelto è meno allocco del necessario... Produttivamente un noir di serie B come tanti altri ma con un cast di classe superiore: accanto a Ford, perfetto in ruoli di questo tipo, ben figurano il gelido Sullivan e il rustico Buchanan, mentre la bionda Janis Carter, quasi sempre impiegata in parti secondarie, veste con eleganza i panni della dark lady di turno, manipolatrice senza scrupoli ma con un punto debole che le sarà fatale. 

Comincia in sordina, con la truffa assicurativa che rimanderebbe a uno dei tanti emuli de La fiamma del peccato, ma poi prende una strada propria piena di colpi di scena girati tutti (o quasi) con grande mano e montati con perizia. Ford ci crede e ce la mette tutta, ma la palma di migliore del cast va a una bellissima Carter al top. Le atmosfere noir vengono fuori anche in pieno giorno e le musiche di Skiles fanno il resto. Un film riuscito dal ritmo incalzante fino al vorticoso finale, nato nel purgatorio del cinema bis ma degno di stare al fianco dei migliori esempi del genere.

L'inizio lascia presagire un figlio minore di La fiamma del peccato, ma siccome il malcapitato di turno si rivela più tenace del previsto e la dark lady ha i suoi ripensamenti, ecco che la storia nella seconda parte percorre strade meno prevedibili del previsto. Ford interpreta il ruolo con la giusta convinzione ma senza troppe sfumature recitative, la Carter era nel pieno del suo splendore, bravi il detestabile Sullivan e il rustico Buchanan. Resta una certa sbrigatività di fondo, ma tenuto conto che si tratta di una produzione di seconda fascia il risultato non è disprezzabile.