Letto numero 6 - Film (2019)

Ghost-story tutta italiana che purtroppo non aggiunge nulla di nuovo al genere. E se nella prima parte ha "solo" la colpa di essere già visto e prevedibile (non è difficile capire con cosa si ha a che fare), nella seconda conferma la sua inconsistenza, per poi scivolare negli ultimi minuti persino un po' nel ridicolo e nel baracconesco. Finale molto affrettato. Soggetto fiacco dei Manetti Bros; regia televisiva; musiche di Motta ed fx del "solito" Stivaletti. Brutto. Peccato.

E dopo aver toccato tutti i cliché di genere (bambino propalazione del male, oggetti che si muovono, lenzuola tirate dal letto ecc.) il finale è quanto di più scontato e sciocco ci possa essere. Scarsa, anzi scarsissima la regia con un cast semi inesistente in cui la punta di diamante dovrebbe essere la Crescentini, che però fa quasi più venire in mente, in questo caso, la "cagna maledetta" che simpaticamente interpretava in Boris. Come al solito si rubacchia qualcosa alle atmosfere argentiane. Davvero troppo poco per quello che dovrebbe rappresentare il nuovo cinema horror italiano.

Horror (scritto anche dai Manetti bros.) che non si sa se definire omaggio ai vari capolavori del genere o semplice scopiazzatura dovuta a mancanza di idee. Storia che si sviluppa in modo lento (la durata di quasi due ore sembra insormontabile) e prevedibile. La suspense latita ma nonostante tutto la regia è apprezzabile, così come la performance di Carolina Crescentini.

Elegante ma irrisolto thriller paranormale. All'attivo la buona prova della Crescentini e di Citran, alcune scene come quella degli aghi (da far rizzare i capelli) e della foto e la rivelazione finale (il motivo dell'abbandono); in passivo la ripetitività del genere e l'eccessiva lunghezza del film (dieci minuti in meno non avrebbero guastato). Comunque una visione la vale.