Per questo secondo adattamento del "Cerchio rosso" di Edgar Wallace la produzione tedesca gira a Londra e cerca di restituire in qualche modo il complesso intreccio del celebre scrittore; col risultato tuttavia - in un'ora e mezza - di portare in scena troppi personaggi e di rendere davvero arduo seguire il tutto senza perdere il filo. Un numero eccessivo di nomi da mandare a mente, soprattutto a Scotland Yard; sarebbe stato utile ridurli per rendere meno affollato il set. Il prologo è al carcere di Tolosa, in Francia, dove un condannato alla ghigliottina salva la pelle grazie al boia ubriaco. Una voce ci comunica che quel chiodo mal fissato causerà la morte di molte altre...Leggi tutto persone, facendoci così capire come l'uomo il cui volto è coperto dal tradizionale cappuccio nero sarà direttamente responsabile dei delitti che vedremo in seguito e che verranno tutti ascritti a un misterioso "cerchio rosso", ovvero il simbolo con cui il killer firma i propri biglietti minatori.
Decine di persone ricattate e poi uccise. Vestito di nero, cappellaccio in tinta e sempre al buio, l'assassino fa impazzire la legge. In particolar modo l'ispettore Parr (Saebisch), in carica da trentanove anni e alle prese con un caso che pare irrisovibile. Lo aiuta un detective privato, tale Derrick (ehm...) Yale (Wussow), che mostra subito la sua abilità deduttiva portando all'incarcerazione di un primo sospetto. Ma non sarà così semplice, come si può immaginare. I delitti continueranno e, pur sorvegliando scrupolosamente le vittime designate, la polizia non riuscirà quasi mai a evitare che vengano eliminate. Tra di esse un ricco signore il cui nipote (ed erede) se la fa con la bella segretaria dello zio (Ewert, morì suicida ad appena 33 anni!), il cui ruolo nella storia si fa col passare dei minuti sempre più centrale.
Si tratta comunque - visto il numero di attori impiegati - di un film quasi corale, in cui si rinuncia a dare spessore psicologico ai personaggi prediligendo l'azione (anche perché dover riassumere il romanzo in così poco tempo era altrimenti impossibile); senza dimenticare una certa ironia (non sempre centrata) nel tratteggio degli uomini di Scotland Yard: da Parr al suo braccio destro (Arent), cui spetta il ruolo più brillante e spiritoso (ma l'effetto è spesso goffo, a quel punto meglio il compassato sarcasmo del capo). A non convincere però, al di là della confusione generata dall'intreccio (e che sottrae molto della godibilità dell'opera), è anche la limitatezza delle opzioni riservate al killer, limitate a minacce a distanza e a uno svolgimento routinario dell'azione delittuosa: il sedicente "Cerchio rosso" non mostra insomma nulla di interessante, nel suo modus operandi, né i suoi omicidi vengono considerati importanti, dal regista, che preferisce concentrarsi sulle azioni della polizia concedendosi giusto qua e là un paio di pallidi richiami all'espressionismo (le cantine dove è reclusa la bimba rapita) per dare un minimo di appeal immaginifico al film. A far alzare le quotazioni è invece il lungo finale, con un paio di azzeccati colpi di scena che confermano la validità del romanzo di Wallace.
Londra è sotto il tallone di una misteriosa serie di omicidi e ricatti perpetrati da un criminale che si firma Il Cerchio Rosso. Scotland Yard manco a dirlo indaga... Classicissimo Edgar Wallace in uno dei krimi più risalenti. La trama, come spesso in Wallace, a un certo punto s'ingarbuglia un po' troppo, però il film ha un piacevole sapore retrò e si vede con piacere. Capecchi e Turi fra le voci.
Giallo agile spedito e senza ornamenti superflui. Niente di speciale ma la spontaneità della regia, la suddivisione della storia in tante brevi scene, il ritmo celere del racconto, la mancanza di qualsiasi approfondimento psicologico, la garbata presa in giro di Scotland Yard, l’ironia sottesa alla rappresentazione, l’ingenuità di alcune situazioni e la goliardia di altre, fanno di questo film uno spettacolo a tratti spiritoso. L’intreccio è complesso ma il colpo di scena finale assicurato. Si consiglia una seconda visione.
In una umida, bigia, oscura Londra si aggira un misterioso assassino che firma le sue "opere" con un cerchio rosso. Se non fosse per le scenografie stile Fantasma del Louvre sarebbe poco fruibile questo giallo macchinoso, la cui storia s'intreccia continuamente, avvitandosi fino ad asfissiare anche lo spettatore più paziente. Attenti al prologo che si riallaccia al finale.
Uno dei più interessanti krimi tratti da Edgar Wallace, sicuramente per merito del romanzo alla base (da molti considerato uno dei migliori dell'autore), ma anche dell'abilità del regista nel tenere in piedi una storia estremamente complessa e fitta di personaggi senza smarrire troppo la retta via. Opportunamente ridotto al minimo quell'umorismo di bassa lega che spesso affliggeva le pellicole del filone (limitato al compassato sarcasmo dell'ispettore e a quello più stizzito del sergente). Splendida fotografia, interpreti azzeccati, epilogo che riserva gli immancabili colpi di scena.
Jürgen Roland HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneDaniela • 13/04/21 16:00 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Wallace in serie
Il soggetto de Il Cerchio rosso deriva dal romanzo omonimo di Edgar Wallace pubblicato nel 1922. Si tratta di un film prodotto da Rialto, casa di produzione fondata dai danesi ed in seguito diventata di proprietà tedesca, diventata internazionalmente famosa per i 32 film tratti dalle opere dello stesso scrittore, alcuni dei quali riscossero un notevole successo di pubblico nel corso degli anni Sessanta. Il primo film della serie fu La maschera che uccide (1959), seguito l'anno successivo da Il Cerchio rosso. L'elenco completo di questa serie di film si può trovare qui.