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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/05/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 31/05/07 09:10 - 3015 commenti

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Il bell'Antonio Magnano, dopo anni a Roma torna nella natìa Catania, impalma la bella Cardinale ma si scopre improvvisamente impotente. Tragediona... Nel classico romanzo omonimo Brancati satireggiava assieme due aspetti del mito della virilità, quello siculo e quello fascista. Bolognini cambia epoca (la storia è coeva al film) e perde mordente. Ne viene fuori un lavoro stilisticamente ineccepibile, ma un po' freddino, anche se la resa del clima di angoscianti aspettative sulle prestazioni del Magnano è molto efficace.
MEMORABILE: Il padre di Antonio che muore d'infarto dalla mignotta rivendicando l'onore familiare.

Daniela 4/04/09 09:55 - 12916 commenti

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Forse il migliore adattamento di Bolognini, anche se buona parte degli umori satirici del bel romanzo di Brancati risultano perduti a favore di una lettura malinconica del sesso come obbligo sociale, rito collettivo. Ne risulta una impressione di algida bellezza formale chiusa in se stessa, quasi sotto una campana di vetro, analogamente alla sposa Barbara, il cui desiderio rende impotente Antonio. Buona l'interpretazione di tutto il cast, con particolare menzione per il sanguigno Brasseur e la risentita Morelli.
MEMORABILE: La pancia della servetta esibita come un trofeo

Galbo 7/04/09 05:59 - 12514 commenti

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Tratto da un romanzo di Vitaliano Brancati, è decisamente l'opera cinematografica più riuscita del regista Mauro Bolognini che ne realizza un efficace ritratto di costume che più di tanti trattati sociologici analizza con successo la Sicilia (e l'Italia) dell'epoca (inizio anni '60). Il film è permeato da un sentimento di amara malinconia, ben puntualizzato dall'efficace interpretazione del grande Mastroianni.

Rebis 14/06/10 20:27 - 2407 commenti

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Bello, bellissimo, con quelle lunghe ciglia flessuose che si dischiudono su una dolcezza sconosciuta a quei padri che sanno riconoscere il ruolo ma non l'identità dei loro figli, Antonio ama, ma di un amore inaccettabile per la società degli uomini... Opera raffinata, morale, formalmente trattenuta in un gelido rigore figurativo, con il quale Bolognini tiene a bada l'incandescenza di una scandalosa eventualità. Mastroianni, coraggiosissimo, recita con lo sguardo, imprimendo al suo personaggio un'amarezza di misurata introspezione. Il finale è prosaico, remissivo: probabilmente inevitabile.

Homesick 28/12/11 17:58 - 5737 commenti

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Il libro come il film – che si prende qualche libertà con un finale comunque del tutto pertinente – è il mesto canto della spiritualità e dell’animo sensibile di Antonio Magnano, reso infelice da un’irrimediabile scissione tra amore e sesso e assediato dai miti stantii dell’onore e del gallismo, dalla grettezza del popolino e dagli stolidi dogmi cattolici sul matrimonio. Lo spostamento della vicenda in avanti di un ventennio cancella le polemiche di Brancati su fascismo e comunismo ed impone un approccio molto più intimista, seguìto dall’interpretazione delicata e malinconica di Mastroianni.
MEMORABILE: Il confronto in chiesa tra la Morelli e la Cardinale e quello tra Brasseur e il prete.

Lucius 1/06/13 13:32 - 3029 commenti

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Il dramma interiore di un uomo che non può essere uomo fino in fondo è espresso in tutta la sua veridicità da un ombroso Mastroianni qui in una delle sue più credibili e sentite interpretazioni. La sceneggiatura a due mani porta la firma anche di Pasolini. La pellicola, ambientata in una Catania d'epoca, costituisce uno dei gioielli made in Bolognini. Grande regia ed elegante messa in scena, con contrapposizione fra provincia e città, messa in scena con lodevole aderenza alla realtà. Le regole dell'onore calano impietose il proprio sipario.

Cotola 21/12/14 23:10 - 9272 commenti

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Rispetto al romanzo, Bolognini cambia il periodo storico ma non il luogo d'ambientazione (la Sicilia, ma potrebbe essere ogni altra parte d'Italia). Riesce però a restituire perfettamente il dramma di un uomo, fuori dal tempo e dal mondo, che ama in un modo che "non" può non scandalizzare, ieri come oggi e forse anche domani, un certo tipo di società di cui si descrive bene la mentalità gretta, meschina ed ipocrita. E quel finale più che lieto suona come il rumore di uno schiaffo in pieno volto. Bella la prova di Mastroianni e buona anche la confezione.
MEMORABILE: Il finale

Liv 25/03/16 14:31 - 237 commenti

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Alla seconda visione il film mi è piaciuto un po' meno, ma lo trovo sempre una grande prova di cinema, giocata con grande attenzione (salvo che negli esterni con i passanti che guardano in macchina), con una bellissima fotografia ma anche una certa freddezza, probabilmente indotta dalla discrezione. Il personaggio di Don Alfio è fin troppo caricato per appararire plausibile o adeguato alla critica che il romanzo e il film si propongono. Si finisce per provare simpatia per lui. Ottima l'idea di ambientarlo in epoca contemporanea.

Minitina80 9/03/18 08:51 - 3094 commenti

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Dell’opera di Brancati resta in primo piano la destrutturazione del concetto di virilità, spogliata però della componente critica rivolta al fascismo. Non c’è traccia di alcuna vena satirica, sostituita da una seriosità di intenti che giganteggia nel volto sempre malinconico di Mastroianni e dalla tenacia con cui la sessualità è brandita come arma di considerazione sociale. Ad ogni modo, Bolognini risulta efficace nel far comprendere le contraddizioni e i paradossi di una società che sotto le lenzuola nasconde temibili vuoti morali.
MEMORABILE: Magari mi prendesse un colpo! La gente direbbe: "Alfio Magnano è morto nell'adempimento del suo dovere!"

Smoker85 1/02/19 12:15 - 492 commenti

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Film che porta avanti il tema del dualismo tra amore e sesso, apparenza e sostanza, tra consolidati stereotipi che non perdono attualità neppure nei giorni nostri. Prova maiuscola di Mastroianni, perfetto nel ruolo del tormentato protagonista, molto buona anche l'interpretazione della Cardinale come fatalmente algida e pragmatica compagna delusa dalle promesse tradite dal bell'Antonio. Significativo anche il ruolo di Milian.
MEMORABILE: Gli sguardi dolenti di Mastroianni.

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Pinhead80 12/04/19 18:23 - 5104 commenti

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Un uomo affascinante, desiderato da tutte le donne e dalla fama di Don Giovanni finisce per innamorarsi di una bellissima ragazza di nome Barbara che le è stata promessa in moglie. Il tempo e il matrimonio faranno emergere altre verità. Questo di Bolognini è un film sui sentimenti che soccombono di fronte al denaro e all'apparenza. L'amore sincero rende deboli di fronte alla realtà e alla vita, sempre pronta a voltarti le spalle al momento del bisogno. L'ipocrisia della borghesia e del clero sono resi alla perfezione.

Myvincent 9/06/19 07:28 - 3847 commenti

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Sicuramente l'opera più nota di Bolognini, questo "Bell'Antonio" mette in scena due icone del cinema di allora e di sempre, forse per sottolineare lo stacco fra esteriorità apparente e reale interiorità. Ci sono la Sicilia e il meridione di allora, con le necessità di compromessi continui, ma c'è chi grida la propria diversità contro il piatto conformismo, quello di sempre. Sul viso di Mastroianni tutta la frustrazione dell'uomo incompreso e per questo solo.

Deepred89 14/09/19 22:16 - 3784 commenti

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Film definitivo sull'ansia da prestazione dai risultati ineluttabilmente disastrosi, disilluso affondo sul sessocentrismo della società dell'epoca (e non solo) condotto con mano delicata, abile nel tratteggiare il suo personaggio principale (Mastroianni al top) e il contesto il cui si muove. Gli scarsi sviluppi a partire dalla notevole idea di base portano ad alcuni momenti di monotonia, ma il film colpisce e instilla un'amarezza costante, non attenuata da un finale tutt'altro che consolatorio. Regia e fotografia notevoli.

Zampanò 23/05/20 17:36 - 384 commenti

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Al formidabile spunto di Brancati - colpire gli italiani dove fa più male - segue questo affidabile adattamento di Pasolini, messo su a dovere da Bolognini, che alterna intimismo e grottesco (le sfuriate paterne). Da sex symbol mondiale, Mastroianni veste uno dei ruoli più coraggiosi della carriera. Leonino è Brasseur, blanda la Cardinale. Efficace l'obliquità tra la misura compìta di Antonio e lo scandalo di provincia, acceso da un b/n contrastato. Regge abbastanza bene il peso del tempo, persino nella morale.
MEMORABILE: Il papà di Antonio vuol salvare il buon nome della famiglia e va a prostitute.

Paulaster 28/08/20 10:24 - 4624 commenti

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Dongiovanni desiderato dalle donne si sposa in modo combinato. Mastroianni esprime al meglio il dramma esistenziale di chi non può ricambiare l'amore fisico e che comunque s'innamora perdutamente. Ben scritti i dialoghi (nei quali si nota la mano di Pasolini), quando lo scandalo esplode, con i sacerdoti e tra suocera e nuora. Focalizzati in maniera poco chiara il periodo storico della vicenda e le connotazioni politiche (nomi di partiti non se ne fanno). Conclusione struggente in una buona regia di Bolognini. Anche la fotografia è discreta.
MEMORABILE: Il suocero che protesta col sacerdote; Lo scambio di opinioni tra suocera e nuora; La Cardinale che corre tra gli aranceti.

B. Legnani 11/01/21 18:36 - 5604 commenti

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Sesso senza amore e amore senza sesso. L'adattamento temporale ai giorni della realizzazione non rovina la descrizione del gallismo, di un particolare senso dell'onore eccetera. Tiene benissimo per due terzi, calando un po' nell'ultima parte, che si chiude lasciando un voluto interrogativo. Mastroianni superlativo, calcato Brasseur (la voce è di Garrani), splendida la Morelli, àlgida (volutamente?) la Cardinale. Ma grande tratteggio in seconde e terze linee: notaio (Ugo Torrente, il Calogero di Germi!), la vicina di casa (Fulvia Mammi), la provocante ragazza omnibus (Alice Sandro)...

Gottardi 21/05/21 10:43 - 396 commenti

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Fedele allo spirito del bel romanzo di Brancati. Giovane catanese ammirato per la sua bellezza non riesce con le donne: sposa ragazza bene impostagli ma se ne innamora. Visto oggi risulta al contempo datato ma tremendamente attuale sul tema del sessismo. In un contesto ossessivamente maschilista la potentia coeundi è un segno di prestigio sociale o il suo latitare un disonore per l’intera famiglia. L’algida messa in scena s’intona con l’incuranza dei sentimenti e la critica sociale sottesa. Brasseur iroso e affannato maschilista, la Morelli triste nella sua orgogliosa rassegnazione.
MEMORABILE: Il colloquio tra Brasseur e lo zio monsignore su amore e diritto canonico.

Pessoa 26/10/21 00:35 - 2476 commenti

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Bolognini riesce a ritrovare i chiaroscuri di Brancati anche se gli manca la zampata beffarda dello scrittore siciliano. In realtà bisogna riconoscere che del romanzo originale nel film molte cose mancano e molte altre sono svolte troppo frettolosamente e tanti personaggi chiave sono quasi ridotti a macchiette. La sceneggiatura, seppur vigorosa, non riesce a rendersi indimenticabile e gran parte del film si regge sulle robustissime spalle dei protagonisti, con distacco per un delicatissimo Mastroianni e per la Morelli, ineccepibile come sempre. Sicuramente degno di una visione.
MEMORABILE: Il dialogo in chiesa fra la Morelli e la Cardinale.

Silvia75 18/11/21 10:34 - 183 commenti

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Un giovane intelligente e sensibile sposa una bellissima ragazza ma il loro matrimonio sarà casto. Il film non spiega se egli ha problemi sessuali o se è omosessuale ma è molto coraggioso, per i suoi tempi. Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale bravissimi, Rina Morelli eccezionale. Mauro Bolognini dirige con il consueto talento. Ottime le incisive inquadrature, la fotografia e l'ambientazione.
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