I redivivi - Film (1966)

Ebbene si, in questa sconclusionata storia di gerarchi nazisti ibernati da scongelare, esiste una tensione etica assai sottile. Leder non si limita, infatti, allo scontato dualismo tra scienziato buono e scienziato cattivo. Non è solo la scienza deviata del terzo reich ad apparire mostruosa ma la scienza tout court, nel suo, inevitabile, amorale delirio di onnipotenza. Nessuna voglia di elucubrare troppo? Nema problema: I Redivivi è anche (e soprattutto) un divertente, allucinato, demente "filmaccio" di serie b da gustare con spensieratezza. Da riscoprire.

E' brutto, ma di quel brutto che non si può non vedere. La pellicola in sé sarebbe insalvabile, se non fosse per il coraggio e il totale sprezzo del ridicolo dimostrato da regista e sceneggiatore, che non si fermano davanti a nulla (braccia appese con elettrodi che le muovono; una testa azzurra con calotta cranica trasparente e cervello pulsante; nazisti surgelati e un gruppetto di esperimenti umani formati da dementi assortiti). In più, il doppiaggio regala alcune perle ("Braccia e diti!". "Chi è costei?"). Gli si regala volentieri un pallino extra. Fatevi quattro sane risate.

Talmente assurdo e scombicchierato da non risultare poi così pessimo ma anzi a tratti quasi divertente (naturalmente per il ridicolo involontario sempre dietro l'angolo). Con un vera regia ed una sceneggiatura un po' meno delirante e con qualche altra idea, avrebbe potuto essere un buon b-movie. Invece non è altro che un pasticcio noiosetto che tuttavia si ricorda per alcuni elementi: le braccia "mobili" appese nel muro e soprattutto la testa blu che parla ed ha una "coscienza". Vi ricorda qualcosa?

Quando un fantahorror provoca insofferenza e stanche risatine qualcosa, evidentemente, non funziona per il verso giusto. Trattasi di filmino povero d'effetti e barbosissimo nello svolgimento in cui sedicenti nazisti intavolano interminabili quanti insulsi dialoghi sul congelamento e lo scongelamento d'alcune salme (salmoni, direbbe Totò). Gli unici frizzi sono involontari, dalla capoccia decollata color azzurro agli arti che prendono vita sotto influenza metapsichica. Sehr schlecht.

Per certi versi si potrebbe definire il remake apocrifo in salsa british (con più di un debito scenografico verso i vari Frankenstein della Hammer) de Il cervello che non voleva morire: anche qui troviamo, infatti, una testa di donna parlante dai poteri telepatici tenuta in vita da un mad doctor. Ma Leder osa di più, sciorinando altre bizzarrie come ritornanti nazisti mentalmente ritardati e una donna sfigurata con maschera iperrealistica. Purtroppo l'andazzo tedioso e lo script scombinato finiscono per avere la meglio sulla stranezza dell'assemblaggio. Memorabili Andrews e Tilvern.

Medico tedesco riparato sotto falso nome in Infgilterra conduce esperimenti per scongelare con successo gerarchi nazisti surgelati vent'anni prima... I primi tentativi sono fallimentari ma... Brutto forte ma come si fa a non rimanere ammirati dallo sprezzo del ridicolo con cui nel film vengono assemblati findus con la svastica, una fila di braccia ballerine, una testa mozzata blu dallo sguardo rancoroso, un maggiordomo mugugnante che somiglia a von Stroheim e via delirando? Peccato per i dialoghi tediosi, con più cura avrebbe potuto diventare un piccolo cult dell'horror risibile.