I'll sleep when I'm dead - Film (2003)

I'll sleep when I'm dead
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si chiama Will Graham, ma con il celebre detective di MANHUNTER impersonato da William Petersen non ha nulla a che vedere. Anche perché, tanto per dire, sta schierato dall'altra parte della barricata. O meglio stava, perché dopo tre anni passati in semisolitudine a tagliar legna nei boschi, Will (Owen) torna in città, a cercare il fratello (Rhys Meyers). Quest'ultimo era fin lì stato il protagonista di una prima parte volutamente confusa che si conclude con la sua feroce sodomizzazione ad opera del perfido e ricchissimo Boad (McDowell). Il perché non è dato sapere. Si capisce...Leggi tutto solo che il giovane è un mezzo spacciatore, sciupafemmine, frequentatore di party e che, una volta subita la violenza, si rintana nel suo appartamento, riempie la vasca e con un coltellino si suicida tingendo l'acqua di rosso.

Will ha una strana visione: scorge suo fratello in una sala d'aspetto ma, quando entra, scopre che è solo un'allucinazione. Chiama al telefono, capisce che qualcosa non va e, giunto in città (siamo in Inghilterra), scopre la tragica realtà. La sua missione diventa prevedibilmente quella di capire perché il buon Davey si sia tolto la vita. Richiede una nuova autopsia e scopre della sodomizzazione, convincendosi (certo che lui non era né gay né bisessuale) che si sia trattato di un rapporto "non consensuale", come lo definisce l'anatomopatologo.

A questo punto Will riprende i contatti col più caro amico di Davey, Mickser (Foreman), primo a scoprirne il cadavere, e insieme decidono di individuare e punire i responsabili del gesto che ha portato il giovane a suicidarsi. Non una ricerca poi così lunga, anche perché il regista Mike Hodges (quello di CARTER, il classico noir inglese con Caine) si perde in pause eterne, azzera quasi i dialoghi nel vano tentativo di far emergere l'inesistente creatività della sceneggiatura di Trevor Preston e si trova a dilatare spietatamente le scene alla ricerca di toni da noir notturno che si infrangono nella banalità. Ha dalla sua l'indubbio fascino di Clive Owen, che anche con barba e baffi (li taglierà solo nel finale) resta attore di carisma eccezionale in possesso di uno sguardo di rara profondità che realmente buca lo schermo (non sbatte mai le palpebre, nei primi piani). L'unica forza del film è lui, perché anche Charlotte Rampling nel ruolo della sua ex, altri occhi penetranti e inconfondibili, se ne sta ai margini per incontrarlo tre o quattro volte senza lasciare il segno.

L'indagine che dovrà portare alla scoperta del colpevole è ridicola, tirata via come tutto ciò che non riguarda l'impianto visivo del film e conferma la limitata portata del risultato, un noir sgangherato che trova forse solo nel finale (sbrigativo ma più originale del consueto, nella sua anti-spettacolarità) un dialogo che possa farsi in qualche modo ricordare. Il resto sono sguardi fissi in sostituzione delle risposte, un Jamie Foreman spalla debole e un McDowell che fa capolino di rado. Nessun aiuto dalla colonna sonora, solo parzialmente dalla buona fotografia. Ci vuole però troppo perché il film si decida a decollare e anche dopo non è che sappia regalare nulla di memorabile, percorrendo strade già battute e azzerando l'azione (nessun inseguimento o corpo a corpo). Poteva essere una scelta, ma andava supportata da ritmi ben più sostenuti. Così l'impressione è quella di un film ambizioso quanto stucchevole.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/11/14 DAL BENEMERITO SAINTGIFTS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/09/24
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Saintgifts 8/11/14 00:57 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

Davey (Meyers), che frequenta il jet set londinese come piccolo spacciatore, si suicida dopo essere stato sodomizzato. Il fratello (Owen), ex boss malavitoso, assente da tre anni, torna per capire il perché del suicidio. A far pensare invece, è il perché dello stupro, improbabile per come viene proposto ma originale motivo per innescare il ritorno in scena di Will, che ritrova un passato pieno di domande e falsi abbracci. Interessanti la galleria di personaggi e l'atmosfera ricreata, delude un po' il finale, frettoloso e sospeso.

Myvincent 9/11/14 07:27 - 3846 commenti

I gusti di Myvincent

Il film si sviluppa sul tema della vendetta di un gangster oramai "in pensione" nei confronti della morte del fratello, avvenuta in circostanze misteriose e tragiche. Il tutto procede con un ritmo di calma apparente, ad andamento ascendente, dove ogni personaggio prende poco a poco forma perfettamente grazie a un casting davvero riuscito. Ingiustamente passato pressoché inosservato.

Galbo 14/11/14 17:58 - 12513 commenti

I gusti di Galbo

Regista del kolossal "trash" Flash Gordon, Mike Hodges è autore di un noir decisamente più intimista basato sulla figura di un personaggio misterioso che per vendetta riemerge dal passato. Il regista sfrutta bene l'ambientazione e il risultato è un film d'atmosfera che procede ineluttabilmente verso un finale forse scontato ma d'effetto anche perché poco eclatante. Clive Owen è una scelta felice così come gli attori che interpretano i ruoli secondari, mentre Charlotte Rampling è poco sfruttata. Un buon film che merita la visione.

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