Tutrice legale instaura un racket con cui fa internare anziani per appropriarsi delle loro fortune, finché non le capita la madre d'un boss della mafia russa. Vicenda piuttosto originale che parte come un dramma a sfondo sociale esplorando una truffa legalizzata e le falle del sistema sanitario e giuridico americano, per poi spostarsi verso lidi tipicamente thriller/noir con l'arrivo dei mafiosi; pur con una lieve ironia e situazioni improbabili, si colpiscono duramente l'arrivismo e la corruzione del mondo odierno, in una visione della società pessimista in cui non si salva nessuno.
MEMORABILE: Il personaggio assolutamente odioso della Pike; Il finale.
Un'associazione per delinquere manovrata dalla spregiudicata Marla ai danni di anziani molto abbienti si scontra con una altrettanto spietata gang della mafia russa. Nella prima parte il peggio dell'America rampante è ben descritto nella sua disumanità, non solo degli individui ma di un sistema che lo rende possibile, poi la narrazione prende una poco verosimile piega revenge dall'esito paradossalmente non improbabile. Rimane la grande prova di bastardaggine dell'interpretazione magistrale della Pike, mentre Dinklage e company appaiono cattivi sì, ma un po' troppo addomesticati.
MEMORABILE: Il lato oscuro della "ciliegia"; Il muro con le foto degli "assistiti"; La stoltezza dei killer; La macchinazione della vendetta; L'epilogo.
Nella giungla del sogno americano, scontro tra due predatori: considerato che la prima è una truffatrice di vecchietti indifesi ed il secondo un boss della mafia russa, l'esito sembra scontato ma... Ritratto al vetriolo di un sistema che consente lo sfruttamento legale degli anziani con la complicità di medici corrotti e giudici miopi e nello stesso tempo commedia criminale senza esclusione di colpi, un film che agghiaccia e diverte con Pike degna di entrare nella top delle peggiori bastarde cinematografiche, Dinklage un concentrato di rabbia, West ferita ma non doma. Bella sorpresa.
MEMORABILE: I capelli della protagonista; Il sequestro legale della "ciliegia"; L'inettitudine degli uomini del boss; Fuggire o passare al contrattacco?
Commedia nera e atto di accusa nei confronti del sistema sanitario americano, con le "tutele" degli anziani che creano vere e proprie prigionie legalizzate. Ma il film funziona sopratutto sul versante spettacolare, con un grande ritmo, la violenza visiva sempre funzionale alla trama e sopratutto una grande cura nella caratterizzazione dei personaggi, quello della Pike (che è straordinaria) in particolare, con la partecipazione di un cinico Dinklage e il piacevole ritorno di Dianne Wiest. Un ottimo spettacolo dal finale amaro.
Peccato, un'occasione sprecata. Molto brave la Pike e la Wiest, con una nota speciale per quest'ultima. La storia sarebbe anche ben ispirata, ma poi tutto il contorno frana attorno a una criminalità organizzata che fa sembrare i loro colleghi di Mamma, ho perso l'aereo dei geni. In questo modo la trama, con tutta la cattiveria e il cinismo, diventa irreale per finire quasi nel grottesco. Peccato veramente.
MEMORABILE: Vogliono eliminare due persone e manco sono buoni a fare questo.
Gara di destrezza tra un ex-boss della mafia russa e una spietata tutrice di anziani al centro di scandalosi giri fraudolenti. Caustica crime comedy con una Rosamund Pike cattivissima e ambiziosa, al cospetto della quale persino il "povero" Peter Dinklage pare uno sfruttatore della merce umana meno biasimevole. La partita è condotta con serrata ferocia da Blakeson su uno script-scacchiera ben rifinito, al netto di qualche concessione di troppo alla sospensione dell'incredulità nell'ultimo atto. Il finale, seppur non fuori luogo, ha l'aria di un contentino moralista forse evitabile.
MEMORABILE: Gli sgherri di Dinklage arrivano all'ospizio; Il tentato omicidio della Pike in auto; Il cambio d'abiti nel minimarket; L'enorme muro di fotografie.
La calcolatrice Grayson (una Pike perfetta), sfruttando un sistema fallace si arricchisce senza scrupolo alcuno sul dolore di poveri anziani fnché non succede che... Da qui decolla questa commedia nera ben condita di un po' di scarsamente plausibile ma piacevole action con lo sparring partner Dinklage. Gli scagnozzi ricordano goffi personaggi del primo Ritchie, la protagonista un'estensione di Amy Elliott-Dunne e tutto va come deve andare. Buono il ritmo e più che sufficiente la sceneggiatura. Le cattive ragazze sanciscono per distacco la vittoria di genere ma il karma è dietro l'angolo!
Volgendo abilmente a suo favore ogni cavillo legale, la spietata Marla Grayson (Pike) ha messo su un impero economico basato sul confinamento di anziani indigenti (o presunti tali) in strutture compiacenti. Finché nelle macchinazioni della Grayson non finisce la ricca e apparentemente innocua Jennifer Peterson (Wiest)... Dopo Restituire al mittente, altro convincente ruolo borderline per un'espressiva Pike: peccato solo che le situazioni cucitele addosso siano al limite del caricaturale e quasi mai avvincenti sul versante thrilling. Si salva il finale, forse intuibile ma catartico.
MEMORABILE: Primo contatto fra Marla e Jennifer; Il finale.
Un film che vuol essere quasi uno j'accuse nei confronti della situazione sanitaria americana, riguardante soprattutto il modus operandi utilizzato nei confronti degli anziani più abbienti. Un buon thriller dai risvolti comici, che non scade troppo nella violenza gratuita (al massimo si vede utilizzare il teaser), con una Pike talmente nella parte da risultare odiosa. Non vi sono buoni, dal momento che sono tutti cattivi, ma in virtù di quanto scritto sopra viene da tifare per il mafioso russo, interpretato da un Dinklage inedito e ben calato nella parte.
Decisamente deludente, se non ridicolo. Film che potrebbe essere interpretato come una critica al sistema americano della tutela legale, ma che coinvolge pochissimo: manca di un cinismo che porti almeno a empatizzare con la protagonista. Personaggi goffi e dinamiche già viste. Rosamund Pike, meglio in altri contesti, qui convince davvero poco. Finale da applausi.
Quando Blakeson decide di spingere sul pedale del cinismo mettendo alla berlina il sistema sanitario e legislativo ci riesce alla grande e con uno stile che ricorda altri film sulla crisi finanziaria o sullo smercio di droga. La variante del boss russo è gustosa e arriva a farci tifare per lui nel confronto con la perfida tutrice legale (peraltro ottimamente impersonata dalla Pike). Forse troppo fortunata e bondiana quest'ultima, ma le scene sono costruite con bravura tanto da poter sorvolare su questo aspetto. Anche il finale pare esagerato, ma l'ultima scena aggiusta il tiro.
Da uno spunto intrigante, un film dalla sceneggiatura un po' prolissa ma che si regge sulla fantastica interpretazione di Rosamund Pike. Lei e il suo personaggio tengono banco per l'intera durata con arguzia e intelligenza in un film che mescola vari generi sino a una parte finale discretamente sorprendente. Bene anche Dinklage e la Wiest, mentre più convenzionale la Gonzàlez. Regia e montaggio ben ritmati. Buono.
Discreta commedia nera con una Rosamund Pike perfettamente in parte e un Peter Dinklage che regge bene il confronto. La vicenda scorre bene, con lei sempre in vantaggio e lui sempre a rincorrere, fino al finale amaro ma che ci sta. Il film ci mostra una realtà che, se anche fosse vera in parte, c'è da provare tristezza. Un po' troppo imbranati gli sgherri dalla parte russa, molto meglio il duo Pike/González.
La peregrina lotta senza esclusione di colpi corpi quartieri tra due bastardi di spessore: di qua chi truffa gli anziani a norma di legge, di là i mangiafuoco della piovra sovietica. Basterebbe Dinklage a far quadripallinaggio, riconferma di un incommensurabile monarca della scena, tra i rari che vorresti presente in ogni film, capace di guarnire e glassare ogni attimo con la magnitudo d un cenno o uno sguardo. Script e regia indefettibili che mai si perdono in sbavature e appesantimenti (mai un minuto di troppo o di meno). Merita una seconda vita con riscoperta su più ampia scala.
Pellicola che ha soprattutto il pregio di mostrare un meccanismo perverso celato dietro a quello che potrebbe sembrare un atto addirittura da buon samaritano. Detto ciò, pur potendo contare su una protagonista in palla e su una vittima, dall'oscuro passato, che lo è altrettanto, la sensazione è quella di un prodotto troppo artificioso, sporco sì ma non genuinamente. Comunque la colonna sonora è azzeccata, qua e là associata a immagini quasi da videoclip; e il tutto ha una discreta fluidità. Il finale però, oltre a essere abbastanza prevedibile, sa più di monito forzato.
MEMORABILE: Come annullare in poche ore l'esistenza di un essere umano tramite un foglio del tribunale e precise indicazioni quando entra nel luogo dell'oblio.
Blakeson, a metà tra Tersilli e Cronenberg, istruisce una black comedy "comme il faut", genere sempre complicato da focalizzare, prendendo coraggiosamente di mira le truffe in ambito sanitario, terreno in America particolarmente minato e delicato. Bersaglio centrato grazie a un gioco cinematografico continuamente rilanciato con lo spettatore che, impossibilitato a patteggiare decisamente per l'uno o l'altro dei debosciatissimi villains, empatizza totalmente col ritmo del film che pure nel finale fracassonamente sbraca e deraglia nel tragicomico. Pike e Dinklage criminosamente bravi.
MEMORABILE: Oltre ai due principali protagonisti, la "virile" Fran della Gonzalez; L'accidiosa vecchietta della Wiest; L'azzaccagarbugli della mala di Messina.
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CuriositàDaniela • 1/03/21 09:35 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Golden Globe a Rosamund Pike come Miglior attrice protagonista in un film commedia-musicale,per la sua interpretazione nel film I Care A Lot.