Halloween night - Film (2014)

Quasi didattico nell’affrontare il tema tutto americano dei tour nelle case infestate, fallisce però sul piano narrativo: il POV è frenetico e non aiuta minimamente l’empatia (scarsa...) con i personaggi ma sopratutto ha la pretesa di spaventare con pochissimo, chiaramente non riuscendoci vista la natura della materia trattata. La parte documentaristica è al limite interessante e la ragazza vestita di porcellana fa sudar freddo, ma il finale è proprio fuori fuoco e il giudizio generale è ben al di sotto dell’idea d’origine. Modesto.

Interessante mockumentary che svela il fenomeno tutto americano delle case infestate con spettacoli messi in scena all'interno di edifici persi in mezzo al nulla con lo scopo di spaventare i visitatori paganti. I nostri protagonisti invece si ritroveranno coinvolti in qualcosa che non è proprio uno spettacolo. Non male e con ottime trovate davvero inquietanti, una su tutte la ragazza con la maschera di porcellana. Come detto è un po' inquietante, ma di horror ce n'è davvero poco. Non adoro il genere ma questo film mi è piaciuto particolarmente.

Di solito i found footage stile Blair Witch Project non funzionano molto, ma stavolta l'esordiente Bobby Roe ci azzecca. La parte semidocumentaristica è tutt'altro che banale nel mostrare il mondo delle case dell'horror a pagamento. I tipi fanno i simpaticoni ma cresce sempre più un senso strisciante di angoscia e minaccia ben reso dalle maschere inquietanti (la bambina di porcellana su tutte). Si arriva poi alla parte finale che è di terrore puro e lascia sconvolti (cosa non da poco, al giorno d'oggi). Bravi gli attori semiprofessionisti.

Non il solito film con racconti per Halloween, ma un mockumentary con protagonisti un gruppo di ragazzi che per festeggiare girano in camper per una settimana alla ricerca della casa più spaventosa allestita per le festività. Da questo film emerge la folle usanza americana del ricercare lo spavento peggiore per Halloween, spesso rasentando la follia. Il POV con scene alla BWP fa ottimo gioco al soggetto. Interessante e con un sequel non all'altezza.

La peculiarità di questo horrorino found-footage è di evitare il sensazionalismo a tutti i costi, rifacendosi a quell’aura di intangibile ambiguità del mai dimenticato The Blair witch project. Questa caratteristica si rivela il suo miglior pregio e il suo più evidente difetto, dal momento che per un’ora e un quarto accade ben poco e il finale non è all’altezza delle aspettative. Qualche sequenza inquietante (la ragazza-bambola, le riprese boschive) e sprazzi di paura da accerchiamento à la In corsa con il Diavolo ravvivano la monotonia. Più elegante della media, ma niente di più.

Mockumentary piuttosto originale nelle premesse, con un gruppo di ragazzi che va girando per case dell'orrore nella speranza di trovare qualche vero brivido. Purtroppo lo sviluppo è soporifero, visto che per gran parte del film accade poco e le riprese non aiutano a identificarsi con i personaggi, che fino alla fine rimangono poco empatici. Qualche brivido qua e là c'è, e si apprezza la volontà di mantenere tutto su un piano realistico, ma alla fine lascia la sensazione di un colpo a vuoto.

C’è il fascino della sconosciuta, desolata provincia americana e c’è quello del tocco iperrealista tanto amato dai fan del mokumentary. Anche se la pretesa di conferire un taglio sociologico è forse un tantino vacua, le suggestioni legate al retrivo sottobosco popolare rivelano umori e fanatismi perturbanti. Sì al sonoro e agli infiniti spauracchi che straripano in ogni dove.