Il film più interessante di Alfredo Giannetti. Amaro, triste, snervante e quasi unico nel suo genere. La rappresentazione dei personaggi nella storia è davvero ben caratterizzata grazie anche alla bravura degli attori principali (fra tutti un grandissimo e ancora "intellettuale" Tomas Milian, che qui però ci regala una recitazione diversa e malata di un giovane affetto da schizofrenia). Un dramma molto realistico in stile Pasolini, diretto magistralmente. Fotografia pulita ed elegantissima. Assolutamente da vedere e da riscoprire. Stupendo.
MEMORABILE: Le continue crisi schizofreniche di "Dario" Tomas Milian.
L'amore e la follia concatenati nello stesso ambito familiare, come due anelli di una catena di stagno che si può piegare e spezzare in qualsiasi momento. Due fratelli che si amano, nonostante la malattia di uno dei due stia devastando anche gli animi del nucleo familiare e una regia permeata di neorealismo che rincorre con dolore e disperazione sprazzi di una lucida follia sottopelle. Un film dalla forte carica emotiva dal quale non traspare solo il dramma della subdola malattia mentale, ma anche il senso delle cose che contano davvero nella vita.
Problemi individuali, familiari e sociali nell'Italia degli anni Sessanta, esposti dall'esordiente Giannetti con uno stile dai richiami neorealisti - in evidenza l'attenzione agli ambienti -, che tuttavia talvolta perde naturalezza a causa di una melodrammaticità eccessivamente caricata. Del folto gruppo di interpreti svolgono un buon lavoro quelli tenuti sotto controllo come Carraro e quelli che, come il giovane Milian, sono lasciati liberi di improvvisare in sequenze di toccante tragicità.
MEMORABILE: Le crisi di Milian e le irruzioni degli infermieri Scaccia, Silla e Brega.
Un capolavoro misconosciuto. La disgregazione d'una famiglia piccolo borghese a causa della malattia mentale d'un figlio, fra l'indifferenza delle istituzioni (il personale del manicomio, l'ex professore) e le difficoltà economiche. Film senza cedimento alcuno, di drammaticità vera e palpabile; a tratti commovente. Cast perfetto, in cui spiccano Carraro e Milian (bravissimo nel simulare i saliscendi della schizofrenia) e la Robinson, madre che risolve la propria vita in una dedizione cieca e assoluta.
Una famiglia italiana qualunque alle prese con le grosse difficoltà che comporta un disabile mentale, non sostenute dal contesto socio-sanitario attorno. A parte l'approssimazione nosografica del caso, affonda definitivamente la "nave" l'eccesso di patetismo che dà all'opera una vernice artificiosa e fin troppo lacrimevole. Restano le belle interpretazioni di Milian e Tino Carraro.
Alfredo Giannetti, all'epoca sceneggiatore di Pietro Germi, esordisce con una storia piuttosto cupa per i canoni dell'epoca, in cui la commedia all'italiana la faceva già da padrone. Un Tomas Milian alle prime armi ma già alle prese con un ruolo difficile. Buoni anche i vari comprimari, tra cui un giovane Mario Brega doppiato da Glauco Onorato. Audace.
La malattia mentale di un figlio rompe gli equilibri familiari. Approccio di stampo neorealistico, più asciutto in stile Bellocchio, in cui la quotidianità diventa sempre più cupa e difficile. Milian è alle prese con un ruolo ostico e riesce a restituire il senso di malattia, soprattutto nelle crisi; la Robinson e Carraro sono i più coerenti ai personaggi e la madre è al limite del commovente. Ultima parte altamente drammatica, con connotazioni aderenti alla Passione cristiana.
MEMORABILE: La leggerezza della Bettoja; La crisi all’edicola; Il sangue e la colomba.
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Esordio di Giannetti invisibile, non so se introvabile. Cast di grandissimo livello, con tra gli altri Milian nella sua fase d'autore e la cantante Milly. Per l'IMDB è il film d'esordio di Lino Troisi. Musiche di Carlo Rustichelli, montaggio di Ruggero Mastroianni, il mitico Oscar Brazzi è direttore di produzione. Produce Cristaldi.
Un Castelnuovo in grande forma attoriale.Abituato a vederlo saltare dalla staccionata nella pubblicità dell'olio cuore, mi chiedo quanto sia stato valorizzato il suo talento in Italia...
ps Fedemelis, io avrei messo anche lo stadio, magari quel frame in cui si nota anche la villa sulla collina.Dovrebbe trattarsi del Foro Italico e la villa di Villa Madama o mi sbaglio?
Lucius ebbe a dire: Un Castelnuovo in grande forma attoriale.Abituato a vederlo saltare dalla staccionata nella pubblicità dell'olio cuore, mi chiedo quanto sia stato valorizzato il suo talento in Italia...
ps Fedemelis, io avrei messo anche lo stadio, magari quel frame in cui si nota anche la villa sulla collina.Dovrebbe trattarsi del Foro Italico e la villa di Villa Madama o mi sbaglio?
Lucius ebbe a dire: Ma la descrizione parla di strada, non si fa cenno alla partita..
sicuro?
La strada dove Gabriele Dominici (Nino Castelnuovo) prende l'autobus per tornare a casa dopo aver abbandonato l'amico durante una partita di calcio a seguito dell'annuncio dell'autoparlante
Ah, vero.Una di quelle location a doppia natura.
Se l'esterno dello stadio è quello ok, anche se avrei aggiunto il fg con lo stadio, quello in cui si vede anche la villa in collina.Grazie comunque.Ciao.