Note: Aka "4 lions". Il regista Christopher Morris è un autore satirico piuttosto noto in Inghilterra per programmi come "The Day Today" e "Brass Eye", oltre che per l'audacia nel trattare temi "sensibili" come la pedofilia e il terrorismo. In concorso al 28° Torino film festival.
Divertirsi alle spalle dell' Islam e dei martiri? Coraggioso, indubbiamente, poi però un buon film è un'altra cosa. Lo spunto da cui si parte, preso atto dello spirito dissacratorio, poteva originare una serie di gag notevolissime - all’insegna del black humour - mentre invece quasi subito ci si accorge che la sceneggiatura è del tutto sgangherata, malissimo assemblata e fitta di scene che non dicono praticamente nulla. Prese singolarmente, ci sono cinque o sei trovate che meritavano indubbiamente miglior sorte (dal martire sulla pecora all'abbattimento di Chewbecca per errore), che mostrano bene quali enormi potenzialità avrebbe potuto avere il soggetto....Leggi tutto Invece ci troviamo in mano un film confuso, che non si capisce bene quale direzione voglia intraprendere, fitto di dialoghi che ripetono la stessa considerazione per ore. Solo nell'ultima parte, quando i quattro "leoni" del titolo decidono l'obiettivo della loro azione terroristica e si "vestono" di conseguenza, il film si fa interessante e più vivo, con i molteplici colpi di scena che spiazzano e ribadiscono la forza dell'invenzione alla base del film. Se poi alle indecisioni del copione vi aggiungiamo l'imbarazzo del nostro doppiaggio, la versione di casa nostra possiamo tranquillamente considerarla inadeguata. Dispiace perché il cast non era male e l'impostazione da black-comedy è assistita da una confezione professionalmente pregevole. Originale, ma proprio non basta.
Oggetto curioso questo "Four Lions", che si permette di satireggiare, oltre i limiti del senso comune, sulla jihad islamica nel cuore dell'Europa. Morris ha il merito di non banalizzare le motivazioni e i comportamenti del personaggio principale (Omar, padre affettuoso e jihadista convinto) e fa quello che la satira sempre dovrebbe: spiazzare lo spettatore. Non tutte le gag divertono, i personaggi di contorno sono macchiette, il finale in bilico tra drammatico e demenziale può risultare indigesto, ma si tratta di un film non banale, da vedere.
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Primo caso di "commedia jihadista" è sopratutto una satira originale, scorretta e molto divertente sul mondo dell'estremismo islamico (nessuno viene risparmiato polizia compresa). La sceneggiatura è molto ben costruita ed evita accuratamente stereotipi o la deriva nel demenziale, grazie sopratutto alla scelta di adottare uno stile serio nella narrazione e nella recitazione (anche nei contesti più improbabili), facendo risaltare ancora di piu per contrasto l'aspetto comico delle varie situazioni. Regia quasi documentaristica di Morris, ottimo cast.
MEMORABILE: I video assurdi di rivendicazione, i discorsi sulla scelta dell'obbiettivo da colpire, il corvo esplosivo...
Quattro terroristi in erba, “imparano il mestiere” tra una gaffe e l’altra. Simpatica commedia nera che riserva diversi momenti divertenti e battute e situazioni che vanno a segno, ma anche qualche riflessione “seria” (non eccessivamente visto il genere) sulla jihad e la mentalità terroristica. Ben realizzato sotto il profilo tecnico, si fa apprezzare poiché è meno banale di quel che sembrerebbe e potrebbe essere.
Un gruppo di amici jihadisti che vive in Inghilterra progetta attentati contro il capitalismo oppressore e consumistico... Con un plot del genere, difficile immaginare possa trattarsi di un film comico, eppure si ride parecchio, sia della goffaggine degli aspiranti uomini-bomba che dell'inettitudine della polizia, pronta a colpire le persone sbagliate. Un film satirico che non risparmia nessuno, ma, mettendo in luce le contraddizioni fra fede e morale (vedi il personaggio di Omar), induce anche qualche considerazione non peregrina. Consigliato
MEMORABILE: Il corvo kamikaze - il salto della pecora - i filmati di rivendicazione postuma
Terreno davvero minato una commedia satirica sui terroristi islamici. Il regista, piuttosto inaspettatamente dato il tema, "azzecca" il giusto tono e ne deriva una gradevole commedia nera dove la presa in giro ha un'andamento piacevole e uno sviluppo finale amaro. Merito della buona sceneggiatura che "serve" bene un gruppo di attori affiatati. Buona anche la regia.
Nonostante la mia antipatia nei confronti degli idiot-movie, devo ammettere in tutta onestà che questo Fuor lions può contare su una sceneggiatura originale che sa mischiare con sapienza ironia e critica sociale. La regia in stile documentario avvalora l'idea che sta alla base del progetto. Molte buone le interpretazioni dei protagonisti. Consigliato a chi adora un certo tipo di umorismo.
Jihad fantozzesca e comicità che viene insinuata, coraggiosamente e con senso dell'iperbole simil-realistica, nei gangli dell'estremismo religioso islamico, dissacrandolo ma senza mancare di far fare capolino, soprattutto nel finale, a un sotteso senso di drammaticità che il tema porta naturalmente con sé. Pur tenendo tutto sempre nello sguazzo della parodia leggera, gli spunti ridanciani raramente possono leggersi senza che almeno una lente dell'occhiale sia traslucida ai riflessi socio-culturali. Parossismo situazionale pensante!
MEMORABILE: La ondivaga dialettica mente-cuore; I filmati; La conferenza col jihadista rappeggiante e bluffante; Costretti a spacciarsi per gay; Azzam Al-Britani.
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