Finalmente l'alba - Film (2023)

Finalmente l'alba
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/02/24 DAL BENEMERITO REEVES
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Reeves 19/02/24 00:08 - 2568 commenti

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Il caso Montesi, che svelò il marcio nel cinema italiano ed ebbe pesanti conseguenze anche nel mondo politico italiano, è sullo sfondo di questa sontuosa ricostruzione di una Cinecittà anni Cinquanta, dove gli americani si erano ormai stabilmente trasferiti. Il dramma è dietro la porta e Costanzo lo racconta con grande passione e ricostruendo atmosfere non facili da riprodurre. Alba Rohrwacher nel ruolo di Alida Valli è decisamente molto brava.

Rebis 22/02/24 09:00 - 2409 commenti

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Il vero remake di Suspiria lo ha girato Saverio Costanzo. Ovvero come l'innocenza possa attraversare un caleidoscopio di orrori, squarciare il velo dell'inganno, guardare in faccia la Grande Madre e infine riconoscere se stessa e rinascere. Rebecca Antonaci è una final girl la cui statura cresce al minuto, mano a mano che il film la inghiotte in un incubo kafkiano popolato da personaggi prototipici e grotteschi. Opera adescante e inesorabile come una fiaba, alza continuamente la posta in gioco e trascina al termine della notte, verso un finale icastico come un Arcano dei Tarocchi.

Beffardo57 7/06/24 09:11 - 291 commenti

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Fusione a freddo tra Hollywood sul Tevere (con divi statunitensi in giro per set, trattorie e ricevimenti), cinema peplum anni Cinquanta e riferimenti al caso Montesi, tanto per voler storicizzare. Una ragazza sempliciotta scopre in una notte il volto di cartone dello star system, insomma quasi uno scampolo di romanzo di formazione. Il film è curatissimo nella ricostruzione ambientale, ma di tutta l'operazione, elegantemente cinefila, sfugge il senso e resta una impressione di vacuità. Alba Rohrwacher nella parte della divina Alida Valli: meglio attenersi a un perplesso silenzio.

Paulaster 17/06/24 18:00 - 4634 commenti

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Giovane ragazza viene scelta a un casting negli anni Cinquanta. Il soggetto riguarda l’ingenuità che si scontra con la crudeltà del cinema. Niente di nuovo, anche perché si dovrebbe scadere nell’incubo e il tutto è solo rappresentativo di un’epoca di Cinecittà che girava i kolossal. Costanzo sa girare e il pezzo di metacinema o la Roma antica son realizzati bene. Manca l’ingrediente per creare l’attenzione perversa e le vicende della protagonista fanno tanto cinema neorealista che evapora all’istante. Il caso Montesi resta sullo sfondo e il finale “moderno” è una scarsa scelta.
MEMORABILE: La scena coi nazisti; La poesia senza parole; L’attrice struccata.

Capannelle 12/07/24 18:40 - 4484 commenti

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Vicenda che rielaborando un fatto di cronaca mette a nudo le insidie e le storture dello star system, in primis quello della Cinecittà che fu, ma la cosa non può certo dirsi risolta, al giorno d'oggi. Di forte impatto la prima parte, con le sue atmosfere sognanti in contrasto con i primi segnali di trappole e gelosie. La seconda parte è meno coesa, ma riesce a mantenere una certa tensione e a sfruttare tutti i personaggi, definiti con maestria dal regista e limitando il rischio di scadere nella retorica. Brava la Antonaci ma spiccano anche la perfida James e un impareggiabile Dafoe.
MEMORABILE: L'atmosfera del peplum; La poesia muta.

Luluke 22/07/24 06:03 - 362 commenti

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il kolossal flop del nostro cinema. 29 milioni di costo, meno di 500mila euro di incassi, neppure si può dire un brutto film. Ma è certamente manieristico fino al pomposo, recitato per più di 3/4 in inglese sottotitolato e dopo un po' si condanna all'irrilevanza. Perché tratteggi di certi ambienti dissoluti della Roma anni '50 ne abbiamo visti e il tema, già così sfruttato, qui viene trattato in modo banalmente convenzionale. Come lo diventa dopo un po' la recitazione spaesata della Antonaci. Resta la sequenza del peplum che un po' come per Babylon ti illude. Ma il resto poi delude.

Ira72 24/07/24 13:50 - 1342 commenti

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"Finalmente i titoli di coda!"... verrebbe da esclamare dopo due ore e venti minuti in cui si assiste a una sceneggiatura trascinata, a una trama abusata nel settore e a tanto - troppo - manierismo. Considerando il fatto che, davvero, non si racconta nulla di nuovo (quante pellicole hanno già raccontato i tanti vizi dell'ambiente cinematografico!), era almeno auspicabile sforbiciarne la durata. Anche i personaggi sono enfatizzati, caricaturizzati all'estremo e alcuni non convincono affatto (Alba Rohrwacher nel ruolo di Alida Valli, per esempio). Un budget stellare sprecato.
MEMORABILE: Nel finale, in una Via dei Condotti deserta, Mimosa e il feroce leone passeggiano uno accanto all'altra (Neorealismo puro o tripudio del kitsch?).

Nando 11/08/24 14:53 - 3855 commenti

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Un omaggio agli studi cinematografici di Cinecittà durante il loro massimo splendore, gli anni 50, che si contrappone all'arcinoto caso Montesi che sconvolse la Roma bene di quel periodo. Una narrazione solida che mette in evidenza il marcio che allignava in certe dimore aristocratiche del lungomare romano. Buono il cast, in cui si osservano la sorprendente Antonaci e un istrionico Dafoe. Finale felliniano.

Pigro 12/08/24 10:44 - 9896 commenti

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Viaggio al termine della notte, per (ri)trovare sé stessa, in un’odissea-incubo in cui si manifesta un’accelerata consapevolezza della vita, che trasforma l’innocente e spaesata bambina in donna forte e matura, una leonessa (simbolismo artificioso ma efficace) capace di affrontare il mondo. Il tutto mascherato da racconto para-felliniano (ma ci sono miriadi di riferimenti filmici) della giovane comparsa nella Cinecittà degli anni 50, finita nel frullatore di una subdola dolce vita in cui aleggia la cronaca nera col caso Montesi. Conturbante.

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