Figlio mio, sono innocente! - Film (1978)

Figlio mio, sono innocente!
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Anno: 1978
Genere: sentimentale (colore)
Note: Unico regia dello sceneggiatore Carlo Caiano, padre di Mario e produttore del suo Amanti d'oltretomba.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/09/10 DAL BENEMERITO GESTARSH99
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Gestarsh99 30/09/10 22:23 - 1395 commenti

I gusti di Gestarsh99

Paurosa cine-sceneggiata partenopea di una cagneria inenarrabile (unica regia del padre del valido Mario Caiano), al cui confronto i film con Merola diretti da Alfonso Brescia risultano capolavori. La trama è incomprensibile, la sceneggiatura inesistente, i dialoghi in strettissimo dialetto napoletano, gli attori recitano a ruota libera (con le loro voci a sovrapporsi l'una all'altra!) e la regia è indecente. Protagonista il cantante melodico Mario Da Vinci, che piange e si esaspera per tutto il film assieme al figlioletto Sal. Solo per video-bulimici.
MEMORABILE: Il momento in cui il guappo del rione Giuseppe Anatrelli (già geometra Calboni in Fantozzi) si "evacua indosso" è la definitiva ciliegina sulla torta.

Daidae 24/04/16 17:59 - 3178 commenti

I gusti di Daidae

Mi aspettavo di molto peggio. Si tratta del classico melodramma napoletano con il solito cantante (questa volta al posto di Merola c'è il valido Da Vinci, che però canta poco). La trama è semplicissima e come prevede il genere abbiamo le implorazioni alla Madonna, la famiglia, la guapparia intesa in senso "romantico" e via dicendo. Nonostante la produzione sia poveristica è comunque un film tutto sommato più che vedibile.
MEMORABILE: Il guappo Anatrelli affronta Marino ma poi...

Markus 28/05/18 14:24 - 3687 commenti

I gusti di Markus

Napoli. Complicata faccenda di droga, corna e omicidi per una famiglia con qualche dramma di troppo e un pargoletto che ha solo bisogno di verità. Micidiale sceneggiata partenopea vecchio stampo addizionata di siparietti comici che vorrebbero alleggerire e, invece, sortiscono - come spesso accade in simili operazioni - l'effetto contrario. Ritmo pari allo zero, scene dilungate all'infinito con inquadratura fissa non possono che che sfiancare anche lo spettatore più avvezzo al cinema cosiddetto trash.

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