Reduce da “Non è la Rai”, Ambra si cimenta in questa commedia sentimentale tra Poveri ma belli e Vacanze romane: lei è una commessa insoddisfatta, lui un principe insofferente all’etichetta… Una favola moderna scontatissima e inqualificabile, che potrebbe meritare un approccio solo per rivedere volti cari agli amanti del vecchio cinema: tra questi la Vukotic, l’acida proprietaria del negozio in cui lavora la protagonista. Ambra sarà molto diversa in Saturno contro.
Geniale. Difficile definire altrimenti chi dal niente (e qui siamo nel Nihilismo, se mi passa l'improprio utilizzo del vocabolo) più stupefacente, cava fuori comunque un qualcosa di tangibile! La trama sembra scritta da un ragazzetto, fra un "Non è la Rai" ed un Power ranger, i personaggi sono improponibili e la parte più abietta è quando si cerca la battuta oppure, addirittura, la Morale. Favola? Incubo! Devastante a tal punto da preferirgli un Pingitore's movie!
Ambra nei primi Anni Novanta visse la sua stagione d'oro (cantante e soubrette) dovuta alla sua spumeggiante conduzione dell'orrido "Non è la RAI". Questo filmetto (nel quale compare anche la bellissima Agostina Belli, qui alla fine della sua carriera) non ha semplicemente senso: per certi versi mi ha ricordato l'altrettanto brutto Piccolo grande amore.
Già all'epoca, ancora bambini, nonostante fossimo tutti ammiratori di Ambra, ci si era resi conto di essere davanti a una boiata pazzesca. Puro pattume, non c'è altro modo per definirlo: la figura di Ambra viene sfruttata nel più banale dei clichè dei filmetti per ragazzi, tra l'altro già sfruttato un paio d'anni prima nell'altrettanto orrido Piccolo grande amore. Se si ama il trash e si è un po' masochisti, da vedere magari ascoltando anche le canzoni rap di Ambra dello stesso periodo.
Ambra, all'epoca, pur di scrollarsi l'infantile clichè della "ragazzina imbecillotta di Non è la Rai", accettò con incontenibile entusiasmo il progetto di questo film per la tv: fare l'attrice era stata sempre una delle sue aspirazioni. Del grave errore commesso se ne accorse troppo tardi, ripudiando in diretta il film prima della messa in onda. Una versione borgatara di Cenerentola, disastrosa sotto qualsiasi profilo la si osservi: grandi caratteristi in miseria, visione datatissima e surreale della nobiltà, moraline penose a far da concime su tutto...
MEMORABILE: Guido Nicheli ambasciatore della Bassa Sassonia...
Cestinabilissimo. Ambra/Teresa è una graziosa sirenetta anni '90... però in questo "film" (parola grossa) pare quasi ricercare, spaesata, l'acquario dorato e protetto di Non È La Rai. Un provino generale da attrice azzardato e prematuro. Il tutto risulta una sbrigativa e mediocre copia di pellicole a tema già viste. Il contorno-supporto di volti celebri e scafati (ripescati come in una piccola Isola Dei Famosi di fortuna) urta e rattrista alquanto. Se questa è una favola è preferibile la realtà.
MEMORABILE: Ambra/Teresa che con scadente languore biascica quello che diventò poi un mezzo tormentone: "Che figo, altro che i Take That!". Altro che "The Best"!
Per portare la Angiolini, che comunque recita in maniera spontanea, in un film tutto suo si è deciso oculatamente di circondarla di attori di mestiere come Nicheli, Cannavale, la Vukotic (il suo più che altro un cammeo)... Le loro parti almeno strappano un sorriso soprattutto grazie al Dogui, qui nei panni di un ambasciatore che cerca di piazzare la figlia al principe. Peccato che la sceneggiatura faccia pietà: banale, con davvero poco da dire e con il terribile deus ex machina della lettera di Cannavale.
Ennesima e terrificante versione di Vacanze romane (o forse di Innamorato pazzo) ma a ruoli invertiti. Il principe infatti è lui, mentre lei lavora in un negozio di dischi vessata da una principale perfida e pignola (la Vukotic). A casa invece la attendono mamma Belli e nonno Cannavale, e questa forse è la parte più tragica, cioè il vedere attori così talentuosi coinvolti in un film simile. Non c'è niente che funzioni, né la sceneggiatura né tantomeno la regia (peraltro in formato 4:3), per non dire della protagonista, che ha rinnegato la pellicola. Ed è tutto dire.
Commediola sentimentale in cui De Angelis cerca di ravvivare un copione miserrimo e una fotografia televisiva con grandangoli e inquadrature dal basso che cozzano con l'atmosfera leggera. L'unico elemento interessante è il cast di età dal dente del giudizio in su, bello variegato, di cui dispiace vedere una Belli, sempre incantevole, tanto mal diretta e imbruttita con acconciature e costumi da massaia. Simpatici Cannavale e Nicheli, al di là del basso livello delle loro battute. La Angiolini offre una performance spontanea, se non altro. Terribili i sintetizzatori in colonna sonora
MEMORABILE: Il duetto tra Nicheli e David Warbeck: due mondi che si incontrano.
Ambra (citata nei titoli di testa solo con il nome di battesimo) è la protagonista di questo film televisivo in cui compaiono tante vecchie glorie di seconda fila della commedia, una trama elementare e un principe azzurro che assomiglia un po' tropppo fisicamente al rampollo dei Savoia. La Angiolini ce la mette tutta ma il film è davvero imbarazzante per la sua pochezza. Si salva solo la Vukotic, datrice di lavoro crudele.
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