Note: Aka "Eve". La versione italiana ha circolato con l'attribuzione a Guidarino Guidi come co-regista, probabilmente una "fictio juris" per mere questione di nazionalità. Soggetto ispirato al romanzo Eva dello scrittore inglese James Hadley Chase, pseudonimo di Renè Brabazon Raymond, pubblicato nel 1945.
Eva rappresenta il punto di riferimento per un uomo debole. È un’icona che sublima l’ossessione umana, oltre che il momento di conforto per un fallimento interiore. La fotografia, eccellente, ritrae la disperazione nei volti in un bianco e nero drammatico che avvolge la sceneggiatura. La laguna invernale velata di nebbia affascina, ma il resto non esalta... Dialoghi non espressivi, grigi ma in tinta con il film. Merita comunque ricordare l’interpretazione da “femme fatale” della Moreau!
Si avverte l'influenza di La dolce vita e soprattutto de La notte di Antonioni, film realizzati poco tempo prima. Roma e Venezia d'epoca ritratte in un bianco e nero "firmato" e la grande Moreau le cose migliori del film. L'attore principale, nel film un incallito playboy, con la sua interpretazione monocorde sfregia il disegno artistico di Losey. Il degrado del potere, squillo di alto bordo, un tentativo di omicidio e tanto altro in una pellicola mutilata in Italia ma che si rende apprezzabile nell'edizione integrale.
Sedicente scrittore si introduce nel mondo del cinema, ma irretito da una femme fatale sprofonda nel degrado e nell'abiezione. Losey, autore ingiustamente dimenticato, mette in scena un dramma interpretato da attori di classe, dal protagonista Stanley Baker a Giorgio Albertazzi; Virna Lisi giovanissima e castana è di rara grazia, ma Jeanne Moreau con il viso segnato dalle prime rughe emana un'ambigua e irresistibile carica seduttiva. Molto bella la fotografia in bianco e nero. Si rimpiange la versione originale, non amputata dai produttori.
Nonostante le mutilazioni subite dai produttori è tra le opere più personali del magistero di Losey che, avvolgendoci nel sudario mortuario del b/n di Di Venanzo, preconizza già le morbose corvèe de Il servo come le maniacali ossessioni intellettuali del Disprezzo godardiano. Del romanzo di Hadley Chase vien ripresa sostanzialmente l'unidimensionalità dei personaggi, funzionale tuttavia a un racconto di degradazione ambiguo e polimorfo. Così se Baker è platealmente tetragono, la Moreau incarna una Venezia (e una Roma) dall'irresistibile fascino sinistro.
MEMORABILE: Le bellezze agli antipodi della Lisi fulgida e assennata e di una Moreau gelida e sensualissima; Il funerale sulle gondole.
Scrittore di successo che nasconde un segreto imbarazzante si fa irretire da una donna avida e crudele che lo porta alla rovina... Film a prima vista "sbagliato" nella scelta degli attori: Baker non è adatto per il ruolo del tormentato protagonista e fornisce un'interpretazione stridente e sopra le righe, Moreau è sensuale ma meno giovane e meno bella della luminosa Lisi. Eppure, proprio da queste scelte sbagliate, unitamente all'ambientazione in una Venezia fredda e scostante, nasce la suggestione di un'opera controversa, anche discutibile, ma fascinosa, conturbante,
MEMORABILE: "Io prendo soldi dagli uomini e tu non sei un uomo. Tu non sei niente"; La processione funebre in gondola verso Madonna della Salute.
Romanziere umanamente fallito si innamora di una prostituta d’alto bordo. Trama non troppo originale ma che affascina nei caratteri singoli. La Moreau si rende irraggiungibile e tutto intorno a lei sembra insensato (il gioco, l'amore); il clima è oltremodo tetro e le conseguenze non possono che essere tragiche. Il balletto delle relazioni viene impreziosito dalla fresca bellezza della Lisi e dal serioso Albertazzi. Location veneziane che aiutano sempre, con Losey che dimostra gran mano anche nelle inquadrature interne.
MEMORABILE: La Moreau annoiata nella vasca; I soldi rifiutati; Le nozze in gondola.
Eva o Lilith? Venezia o Roma? Jean Moreau o Virna Lisi? Il film di Losey è un dedalo che conduce uno smarrito Stanley Baker sempre allo stesso bivio; ma la facoltà di scegliere è stata abbandonata con l'innocenza nei giardini dell'Eden. Barocco come un quadro di Escher, ipnotizzante e catatonico nella sua ghignante misantropia atta a disegnare con sadico fatalismo una caduta verticale irresistibile, vortica senza sosta attorno all'algido magnetismo di Jean Moreau, vera Babilonia di sguardi, sotterfugi, crudeltà, capace di infestare il cuore degli uomini come un demone. Capolavoro.
Una veste autoriale e citazionistica per una trama non proprio nuova - quella della femme fatale - che certamente si presta a un sovrapporsi di intrecci e di emozioni da fotoromanzo ma che nasconde la fragilità di un plot ammantato di estetismi e di location sulla carta prestigiose, ma che hanno un sapore di cliché turistico in fondo non essenziale. L'origine letteraria si riduce a dialoghi innaturali e a una recitazione teatrale e talvolta sopra le righe, anche per la presenza di attori non sempre allo stesso livello (su tutti il qui legnoso e inespressivo Baker).
Joseph Losey HA DIRETTO ANCHE...
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Il film doveva essere girato da Godard, sempre con protagonisti la Moreau e Baker, ma all’improvviso il regista si ritirò e l’attore suggerì Losey dato che lo aveva già conosciuto prima. Per il regista fu comunque una esperienza davvero traumatica in balia di produzione e distribuzione (che ne fece quello che voleva, senza tenere conto della sua volontà).
Fonte: FilmTv.
Oltre la versione italiana ce ne furono altre che sforbiciarono a volontà e senza criterio, ottenendo in più casi delle incongruenze di trama e di inquadrature.
L'edizione originale è di 135 minuti.
Imdb segnala che nel cast di questo film figurerebbero, non accreditati ufficialmente, Giorgio Albertazzi, Vittorio De Sica, Enrico Maria Salerno e lo stesso regista del film Joseph Losey
DiscussioneZender • 15/03/20 17:58 Capo scrivano - 48848 interventi
Aggiungiamoceli.
DiscussioneDaniela • 24/09/20 09:30 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Mauro ebbe a dire:
Imdb segnala che nel cast di questo film figurerebbero, non accreditati ufficialmente, Giorgio Albertazzi, Vittorio De Sica, Enrico Maria Salerno e lo stesso regista del film Joseph Losey
Relativamente a Giorgio Albertazzi, IMDB è in errore riportandolo come non accreditato, perché è ben messo in evidenza nei titoli di testa, come si vede in questo fotogramma. Del resto, Albertazzi ricopre il quarto ruolo più importante, sia come minutaggio che come peso nella vicenda: è il regista che ha diretto il film tratto dal romanzo del protagonista (Baker) ed è anche innamorato della donna che lo scrittore sposa (Lisi), pur continuando a tradirla con la misteriosa Eva (Moreau).
CuriositàDaniela • 24/09/20 09:40 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Soggetto ispirato al romanzo Eva dello scrittore inglese James Hadley Chase, pseudonimo di Renè Brabazon Raymond, pubblicato nel 1945. Una nuova trasposizione del romanzo è stata fatta nel 2018 con Isabelle Huppert nel ruolo della seduttrice (nonostante le 65 primavere): Eva, regia di Benoit Jacquot.