L'esercizio incondizionato della volontà è la misura della sua distanza dal mondo: parabola della castità. L'indiano Kapur ha un senso del racconto prettamente scenografico, per cui, quando non sa esattamente che fare, abbonda di carrelli circolari, dolly e inquadrature bizzarre, sicché la sua Elisabetta, malgrado i puntuali aggiornamenti storiografici e quelli da fotoromanzo dell'ultim'ora, resta sostanzialmente iconica. Non è blando però, in tempi sospetti, chiudere (enfaticamente) sulla disfatta cattolica e il trionfo del libero di pensiero.
Formalmente un film molto ben fatto, con un'ottima fotografia e una buonissima interpretazione da parte di Cate Blanchett (ben supportata dal "consigliere" Geoffrey Rush). Per il resto un film lento, anche un po' noioso, con una ricostruzione storica decisamente un po' semplicistica. Ampiamente vedibile a patto di non aspettarsi chissà che cosa.
Film notevole e per molti aspetti superiore al già molto valido prequel. Girato con grande senso della ricostruzione scenica e della spettacolarità (estremamente suggestive le scene che mostrano l'arrivo dell'armata spagnola) il film non rinuncia però a momenti di grande intimismo in cui viene rappresentato il travaglio interiore della "regina vergine". Grande fotografia e splendide interpretazioni della Blanchett e del resto del cast.
Tecnicamente e formalmente inappuntabile (e ci mancherebbe, visto il budget a disposizione) lo è molto meno dal punto di vista narrativo. Non tanto per alcune lacune di carattere storiografico quanto perché dà troppo spazio allo spettacolo regalando al pubblico ciò che vuole: una storia d'amore stile soap-opera. Molto meglio sarebbe stato approfondire i tormenti psicologici del personaggio di Elizabeth, rosa dal senso di colpa per aver mandato a morte la sorella e frustrata, forse, per i mancati rapporti con l'altro sesso.
Continua la storia di Elizabeth in un film sontuoso e quasi shakespeariano nel suo mescolare le vicende politiche (romanzate) con quelle personali. Il trono gronda sangue e induce intrighi, e anche questo film sceglie in pieno la via del romanzone abbondando in congiure, delitti e amori a scapito di una certa lucidità storica. Per carità, la regia è salda, la fotografia suggestiva, gli attori convincenti (brava Blanchett), ma l’impressione alla fine è che si tratti di una super-telenovela con un budget da kolossal.
Maestoso ma nello stesso tempo inconsistente. Infatti c'è un grande dispendio di costumi, di scenografie, etc., ma a parte questo il film non risulta poggiato su solide basi e la protagonista non convince come mi sarei aspettato. Evitabile, a mio avviso.
Più sontuoso ma meno consistente del primo capitolo. Il lavoro sulle scenografie, i costumi e le peculiarità dei personaggi è chiaramente professionale, ma l'atmosfera generale pare quella di un (foto) romanzo storico. Kapur si perde ogni tanto fra frizzi e lazzi, ma questo virtuosismo è compensato da solide interpretazioni: la Blanchett è perfetta per il suo ruolo, ed è appoggiata da un valido cast. Un po' troppo orientato verso il pubblico "facile", ma suggestivo.
Stessa squadra del primo Elizabeth e risultato abbastanza simile: pesa però sul giudizio la scarsa attendibilità storica di questo fotoromanzone di parte tagliato con l'accetta, pur se impreziosito da un buon cast e da un apparato scenografico imponente e pesa la riduzione di una storia così complessa ad una telenovela elegante ma banalotta d'amore e verginità. La Blanchett rimane molto credibile nel ruolo della regina eponima, come il consigliere Rush: rimangono privi di un film un po' più appassionante.
Più spettacolare del primo capitolo, non c'è dubbio, ma forse non altrettanto misurato. Le recitazioni appaiono troppo enfatiche, e lontane mille miglia da un minimo di correttezza storico-contestuale. Le situazioni sono troppo romanzate, e nel discorso alle truppe prima della battaglia decisiva contro gli Spagnoli la Regina assume le figure retorico-declamatorie di tanti film hollywoodiani. Insomma, una rappresentazione scintillante ma anche un po' deludente.
Gradevole ma assolutamente nulla di eccezionale, contando anche che il genere storico-biografico è di quelli per cui ho bisogno di un doppio Alka Seltzer. Attorialmente corretto ed esteticamente impressionante (viva l'high budget!), ha la maggiore pecca proprio nel non riuscire ad approfondire la figura della regina, forse perché ben descrittaci già dal precedente film, che non ho visto e dubito vedrò mai. Inutilmente ricca di virtuosismi la scena dei naufragi nella guerra finale, peraltro zeppa di inserimenti di CG e girata non benissimo.
MEMORABILE: La condanna di Maria Stuarta; "I am your queen".
Ricchezza nelle scenografie e nei costumi, notevole anche il cast e una regia ricercata nei movimenti della MDP. L'impronta che è stata data alla descrizione dei fatti di quell'epoca è molto da romanzo di appendice e punta sui sensazionalismi, utili comunque a scuotere una certa lentezza di fondo che rischierebbe la noia. Mi è piaciuta di più la parte riguardante la presenza della Chiesa, l'ho trovata coraggiosa e molto esplicita, al di là della stretta correttezza storica, vicina all'immaginario collettivo, come del resto la corte francese.
La sontuosità estetica, che si era già assaggiata nel film precedente, qui raggiunge l' apice: costumi incantevoli, inquadrature dall'alto che sbirciano dalla sommità di colonne ed archi, esaltando ancor di più la già fenomenale forza evocativa degli ambienti. La "regina vergine" della Blanchett intensifica il suo segno, riuscitissimo e assai fascinoso, di mito umanizzato, dal grande carisma figurativo e simbolizzante, alla cui stregua una disamina certosina delle aderenze storiche non fa più conto. E ancora un'ottima copertura della durata.
Non un grande esempio di accuratezza storica ma semplicemente un buon film, che comunque rende bene l'idea di questa regina determinata e determinante per le future sorti del suo Paese. L'eterea bellezza della Blanchett è forse il fatto più saliente dell'intera pellicola: incredibile quanta forza trasmettano quel viso teso e scarno, quel corpo minuto che pare fatto d'acciaio. La regia è ispirata, ma a tratti eccede in enfasi. Ricostruzione storica di grande livello. Davvero un bel film, nel complesso.
MEMORABILE: La discesa di Elizabeth sul campo di battaglia, dove pare trasfigurarsi in una dea mitologica.
Continua la biografia della regina vergine che rinunciò al ruolo di moglie e madre per dedicarsi anima e corpo alla sua Inghilterra protestante. Magnifiche coreografie si stagliano sontuose, dando precedenza alla dimensione visiva dell'opera, a cui partecipa l'eterea presenza di Cate Blanchett. La terribile guerra Santa messa a punto dagli spagnoli è un esempio di grande cinema pieno di inevitabili emozioni.
MEMORABILE: La decollazione "estetizzante" di Maria Stuarda.
Seconda parte delle vicende della Regina Elisabetta I che il regista Shekhar Kapur costruisce con un impianto narrativo e una ricostruzione storica inappuntabili, superiori al primo capitolo. Qui le vicende politiche prendono giustamente il sopravvento su quelle amorose pur non mancando il riferimento al tormentato rapporto con l'altro sesso, che prende forma nell'affascinante figura dell'avventuriero Raleigh. Una Blanchett superlativa rende nobilissimo un film assolutamente godibile.
Parte della riuscita è attribuibile, in maniera identica al precedente capitolo, alla grandezza dell’impianto scenografico. A livello storiografico, invece,il film adotta un registro narrativo che gli conferisce una veste maggiormente appariscente, in termini di leggerezza ed enfasi espositiva. Non è necessariamente un male, dando l’impressione di non voler approfondire oltre il minimo alcune situazioni che hanno attanagliato il regno di Elisabetta. Ha il pregio di mostrare la vacuità della nobiltà e dei regni monarchici che per secoli hanno orientato i destini delle genti.
MEMORABILE: Voi vedete una foglia cadere e credete di sapere da dove soffia il vento.
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CuriositàZender • 24/02/08 12:57 Capo scrivano - 48268 interventi
Candidature agli Oscar 2008: Miglior attrice protagonista (Cate Blanchett)
Migliori costumi