Elio e le Storie Tese e Bisio: Coèsi se vi pare - Film (2006)

Elio e le Storie Tese e Bisio: Coèsi se vi pare

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/04/08 DAL BENEMERITO POL
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Pol 19/04/08 13:46 - 589 commenti

I gusti di Pol

Definire questo spettacolo semplicemente "un concerto di Elio con Bisio" è riduttivo: canzoni, gag, monologhi, siparietti, oltre due ore di musica e risate. L'intesa tra EELST e Bisio è notevole (d'altronde si frequentano da 20 anni...) ed il miscelamento tra i due repertori è praticamente perfetto: niente viene lasciato al caso, non ci sono momenti morti, tutto segue un filo logico accuratamente studiato. Difficile pretendere di più.

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  • Curiosità Zender • 2/07/08 09:21
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Riporto una magnifica intervista fatta al tempo del tour con Bisio, per l'appunto.

    21.06.2006 Ragazze, una alla volta
    Da Vanity Fair, 16 giugno 2006: di Isabella Mazzitelli

    Perché «i sex symbol della musica leggera italiana» vanno in tour con un «attore pelato»? Fate parte del gruppo di «squilibrati» che segue la band di Elio? O siete la «gente per bene» che guarda in tv il comico di Zelig? Questa intervista a molte voci è per voi (se poi siete donne...)

    La prima domanda la fanno loro. "Che cosa ci facciamo noi, i sex symbol della musica leggera italiana, in compagnia di un attore che definire calvo è riduttivo?". Per l'umorismo e per il rock di Elio e le Storie Tese, da quasi 25 anni ormai si usa l'aggettivo "demenziale". Ma tutti - Faso, Elio, Rocco Tanica, Cesareo, Christian Meyer, il tastierista aggiunto Jantoman e l'imbucato poliedrico Luca Mangoni - detestano quella definizione, preferiscono ringraziare "la Musa delle cazzate che, quando è ben disposta, ci regala spunti". Dunque la Musa doveva essere in vena, quando gli è venuto in mente di apparentarsi per un mese con Claudio Bisio: dal 28 giugno al 28 luglio in giro per l'Italia con uno spettacolo che fa il verso a Pirandello - Coési se vi pare - ma Pirandello, naturalmente, non è. Li abbiamo incontrati in due round: prima la band, che ci ha detto (rispondendo in ordine sparso) delle cose di Bisio. Poi Bisio, al quale le abbiamo riferite.

    Da quando sareste dei sex symbol?
    "È l'evoluzione più importante dei nostri ultimi anni: abbiamo iniziato proponendoci come intelligenti e simpatici, e il nostro pubblico era al 99 per cento di maschi e uno di donne squilibrate. Poi, per una precisa scelta di marketing... In fondo tutte le grandi aziende diversificano ...."
    "Guarda l'Avis, che aveva iniziato con il noleggio e ora è nelle trasfusioni...".
    "...Per una scelta di marketing, dicevo, ci siamo riposizionati. Oggi abbiamo l'87 per cento di maschi, il 12 di femmine e il resto di trans: siamo molto attenti ai cambiamenti della società".
    "Non a caso abbiamo scelto come partner Claudio Bisio, un oggetto del desiderio sessuale femminile".
    "Oggetto delle donne intelligenti".

    Voi invece a chi piacete?
    "Alla donna che vive con l'ansia della performance".
    "Istruita, doppia laurea, che non trova lavoro".

    Onestamente, "cuccate"?
    "No. Ma abbiamo ben presente che il pubblico premia la scelta estetica, più che tecnico-artistica".
    "Siamo l'unica band passata da essere giovanile-emergente a giovanile-arzilla".

    Non temete la concorrenza di Bisio?
    "No, abbiamo fatto uno studio approfondito".
    "Sui target".
    "Avevamo il pelato, ma il pelato magro: invece quello un po' avanti negli anni e corpulento ci mancava".
    "È un genere che alla donna giovane piace, come piacciamo noi, d'altronde: il ventenne può fornire solo quantità, e offre performance sociali basse, come esplorare tutti i locali di happy-hour, girare in Smart, fare la lampada, non togliere mai gli occhiali da sole, mandare sms".

    Siete tutti sopra i 40 anni.
    "È la fase magica, in cui la forma fisica s'incrocia con qualità, sicurezza, varietà".

    Qualcuno, come Elio, va per i 45.
    "Il 30 luglio".
    "Anche la sua data di nascita è un gesto coraggioso: scuole chiuse, tutti gli amici in vacanza, in giro neanche uno zio...".
    "Ma ho scelto di nascere nell'unico periodo in cui Milano è una città meravigliosa!

    Che vi ha fatto Milano?
    "Amiamo Milano. Siamo gli ultimi milanesi che tentano di fare la respirazione bocca a bocca a una città morta".
    "Morta e con l'alito cattivo".
    "Abbandonarla ora sarebbe vigliacco".

    Beh, oggi c'è il signor sindaco Letizia Moratti. Che cosa vi aspettate?
    "È la conferma della restaurazione, in perfetta continuità con chi l'ha preceduta. È l'espressione di una Milano paurosa e anche un po' anziana".

    E quindi i giovani?
    "Non hanno speranze: Milano è trent'anni indietro rispetto al mondo".

    Che cosa manca alla città?
    "La cultura e lo sport che c'erano negli anni '60 e '70. Sa che noi abbiamo fondato - e dirigiamo dal 1988 - una squadra di baseball? È la Ares, sta in serie B...".
    "Siamo retrocessi nel 2001 perché nessuno - e abbiamo bussato a tante porte, per trovare sponsor - nessuno ha voluto investire 100 mila euro".

    Centomila euro non sono pochissimi.
    "Infatti, a occhio e croce sarà il rimborso benzina di un calciatore. Comunque Milano, la nostra città, è anestetizzata".
    "Figlia di una malattia italiana, la capacità di digerire e metabolizzare tutto con indifferenza, pur di fare qualche soldo".
    "Detto tutto questo, annunciamo che usciamo da Forza Italia".

    Avete poco l'aria da Forza Italia.
    "Abbiamo fatto per anni la coscienza critica. Adesso siamo passati all'Udeur".
    "Che tra l'altro ha un inno bellissimo: sentilo e ci caschi dentro, non ne puoi più fare a meno".
    "L'unica pecca del partito è che nella sede si sente cattivo udeur".
    "Che schifo di battuta".

    Parliamo di questo tour? Di questo abbinamento con Bisio?
    "Nasce tutto da un errore di programmazione: a lui e a noi avevano dato le stesse piazze, le stesse date. Altri sarebbero venuti alle mani. Noi, che siamo persone molto intelligenti, ci conosciamo da anni e abbiamo buoni avvocati, abbiamo fatto di necessità virtù, anzi trasformato un ostacolo in opportunità, come dicono i manager".
    "Diciamo la verità: abbiamo preso Bisio perché è andato forte con Zelig".

    Per utilitarismo.
    "E lui avrà fatto lo stesso ragionamento: con noi gli arrivano in braccio gli spettatori che non ha".

    Sarebbero?
    "Squilibrati, drogati, criminali. Lui ha la gente per bene che guarda la tv".
    Che spettacolo farete?
    "Ci sono varie ipotesi: fare un finto Zelig dove lui presenta e noi facciamo chi Geppi Cucciari, chi la Incontrada... Oppure lui canta e noi recitiamo".

    Come canta Bisio?
    "È migliorato molto. Poi col playback è bravissimo. L'unica cosa di cui non ci capacitiamo è che chiede molti più soldi di noi. E che glieli danno".

    Il giorno dopo, all'Idroscalo di Milano per fare le foto, Claudio Bisio c'è. Gli riferiamo che cos'hanno detto i suoi soci estivi. "Sex symbol, loro? Se lo dicono, non nego. Se non altro perché sono tanti: nel mucchio...".

    Mancava il pelato corpulento di una certa età, sostengono.
    "Esatto. Tutti insieme siamo un campionario completo di corpi, età, taglie, istruzione e schieramento politico. Siamo il miglior campione rappresentativo dell'italiano medio. Con noi i sondaggisti finalmente capirebbero tutto".

    Uomini che offrono qualità, pare.
    "Qualità è quello che offrono, quantità quello a cui puntano. Loro, intendo: io sono sposato, non tolgo mai la fede e ho due figli. In tour con gli "Elii" mi ripropongo di osservare e imparare, e di infilare qualche parola, o qualche nota, per riempire i buchi di silenzio dei loro corteggiamenti".

    Vi mettete insieme un mese per interesse, dicono.
    "Per utilitarismo, assolutamente sì. Mescolare i pubblici sarebbe divertente, sommarli sarebbe l'ideale, sottrarli gli uni agli altri una sfiga".

    Certo lei porta in dote una tale popolarità televisiva...
    "Ma i numeri della tivù - gli otto milioni di spettatori - rimangono in tivù. Ne portassi io in teatro o al cinema anche solo un decimo sarebbe un eccezionale trionfo: purtroppo la gente non esce di casa".

    Almeno lei ci risponda seriamente: come nasce l'idea del tour?
    "Ci conosciamo da 20 anni. Anzi più, perché 20 anni è l'età di Zelig, ma prima ci eravamo già visti, avevamo condiviso una serata in Svizzera nell'82. Siamo fan gli uni degli altri e ci annusavamo da tempo. In questo caso abbiamo cercato di venirci incontro: io ho chiesto location in cui il pubblico potesse stare seduto, per dare alle serate un sapore teatrale, raccolto, attento; loro, di fare molta musica. Sarò più io a cantare che loro a recitare, e il compromesso si evince fin dal titolo dello spettacolo, Coési se vi pare: io non ho mai recitato Pirandello ed è un mio sogno, loro hanno anagrammato".

    Oltre al titolo, c'è qualcosa di deciso? Debuttate tra poco...
    "Il contenuto è l'ultima cosa, abbiamo tempo fino al pomeriggio del 28 giugno. Mal che vada abbiamo otto ore di repertorio - fra me e loro - per intontire la gente. Contaminare è il nostro obiettivo, fare cose nuove la sfida. Molto improvviseremo".

    Gli "Elii" non si capacitano che lei chieda molti più soldi, e che glieli diano.
    "Beh, un po' è l'età, un po' un ottimo avvocato".