Note: A 3 anni di distanza da The untold story, Herman Yau torna a dirigere Anthony Wong in questo horror che riprende molti degli spunti di sceneggiatura del film precedente.
Ben tre anni dopo il famigerato The untold story, la premiata ditta dell'eccesso più disgustoso Yau/Wong torna all'attacco con un film talmente menefreghista e straripante nel suo delirio cruento che va visto per esser creduto. Un horror ultra-exploitation (si parla del virus Ebola!) girato e montato in maniera raffazzonata e infarcito di dialoghi di una volgarità al di là del pornografico. Il protagonista è l'essere più repellente e schifoso mai apparso su schermo, un individuo dedito ad ogni sorta di nefandezze che una mente malata può abortire.
MEMORABILE: Wong che si fotte una fettina di carne di maiale per poi rimetterla (compresa di "ripieno") nel frigo del ristorante da cui l'aveva trafugata.
La bambina sopravvissuta alla strage compiuta dal pedofilo incontra - parecchi anni dopo - il carnefice attivo in un ristorante cinese sud africano. E' qui che lo spregevole maniaco contrae l'ebola, dopo avere abusato di una indigena morente e come portatore sano scatena un'epidemia prima a Johannesburg, poi ad Hong Kong. Intollerabile pellicola ricolma di cattivo gusto, nella quale la scena autoptica contribuisce a svilire lo stato d'animo dello spettatore costretto a sopportare le azioni di un degenerato all'ennesima potenza. Suggestive le location cinesi e africane. Non per tutti ...
Delirante horror dagli ovvi toni talmente eccessivi da cadere spesso nella commedia, soprattutto grazie all'interpretazione davvero viscida e rancida di Anthony Wong. Serial killer, stupratore e uomo dalla basse morale a tempo pieno, si trova portatore sano del virus Ebola; la cosa andrà fuori controllo fino a un finale degno del più svitato e impazzito Micheal Douglas. Decisamente non un film per tutti, ma se volete l'eccesso... qui Eli Roth avrebbe materiale di studio.
MEMORABILE: Le scene in cui il virus nella bocca di Kai aspetta solo di passare al prossimo; lo stupro della zulu morente (!!!)
Rilettura in chiave apocalittica del precedente The untold story, con Anthony Wong che abbandona ogni remora e ci regala un Kai veramente spregevole, cialtrone e sopra le righe. Ogni sforzo è teso a colpire lo stomaco e non stupisce quindi l'uso di subdoli espedienti narrativi pur di raggiungere la meta: ma Yau ha il film in mano dalla prima all'ultima inquadratura e così quello che sembra un difetto diventa grandissimo pregio dal momento che ogni pausa è eliminata in nome dell'exploitation.
Mi ha sorpreso questo CAT 3, per quanto è fatto bene (per ottenere "il male", ovviamente). Impegnative le location: da Hong Kong al Sudafrica, tanto per esportare il sudiciume di un essere violento e frustrato (dice spesso "she bullies me" e poi si vendica dei veri o presunti soprusi). Chiaramente exploitation, mostra gore e splatter in misura notevole, con i vari momenti sex violenti e qualche nota del grottesco tipico (non eccessiva). Pensandoci bene, non manca niente di squallido: stupri, vomito, sputi, gente fatta a pezzi, bambine uccise...
Repellente, allucinante, disgustoso, scorrettissimo ed estremamente divertente (nel suo cattivo gusto spinto verso l'estremo) esempio di Cat III, perfetto mélange tra splatter, contagion-movie, rape & revenge, commedia pecoreccia e triad movie, una tarantinata fieramente consapevole della propria natura exploitation alla continua ricerca dello shock gratuito. Con un Anthony Wong in stato di grazia, un'esperienza indimenticabile se si dimentica per 2 ore il significato delle parole "politicamente" e "corretto".
Un montacarichi di turpitudine che fa continuo saliscendi lungo i piani del weird a stecca (la trama tutta; l'uso sbilenco dell'humour), del cheap thrill più sfacciato (il continuo indulgere (s)exploitativo nel politicamente scorretto), dello splatter impenitente, dello slapstick laido ove il turpe e lo spassoso si ibridano. Per il suo untold story 2.0 Yau non si fa mancare niente (distinta fotografia inclusa), e ha nel Wong più ispirato e gigione ottima manovalanza al servizio del cat III più divertito, sgangherato, zoticone e svergognato.
Uno dei titoli più significativi e famosi di quella "Categoria III" che comprende alcune delle opere più folli, divertenti e disturbanti del cinema di Hong Kong. Il politicamente scorretto la fa da padrone: razzismo, volgarità assortite, morti violente come se piovessero, crudeltà su animali e tanto altro. Il disgusto onnipresente e il tono umoristico con cui stupri e sevizie vengono trattati non lo rendono certo un film per tutti i palati. Per chi ha voglia di un tipo di cinema molto diverso da quello occidentale e non teme di scandalizzarsi.
MEMORABILE: La parentesi cannibalistica che richiama The untold story.
Un uomo schiavo del sesso violento compie una strage in casa della sua amante, ma la piccola figlia di lei vede tutto. Anni dopo, cresciuta, la ragazza rincontra l'assassino in un ristorante sudafricano. L'opera di Herman Yau è capace di saziare i palati di chi ama il cattivo gusto, il cinismo, la violenza un po' gratuita e quel non so che di viscido... che diverte. Un film che trova nella magistrale interpretazione di Anthony Wong Chau-sang ("volto" assai noto nel cinema di Hong Kong) la massima espressione. Davvero notevole!
Prima delirante metà all'insegna del truce e del politicamente scorretto, oltre che parzialmente razzista; potrebbe sembrare scoraggiante e invece è proprio la parte più funzionale in quanto pervasa da un certo malsano umorismo di fondo che rende il tutto tanto grottesco quanto godibile (il bravo protagonista è fra i più laidi e abietti mai visti). La seconda metà diventa invece un contagion-movie piuttosto canonico e ripetitivo che perde di conseguenza mordente (avrebbe potuto essere più turpe), anche se lo scontro finale si risolve in modo cattivello. A due facce ma non male.
MEMORABILE: La moglie costretta a urinare sull'amante; Wong deflora un pezzo di carne e ad atto concluso lo rimette "farcito" nella dispensa.
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Per rendere più semplice la ricerca sarebbe opportuno che il nome completo di Anthony Wong fosse identificato in tutti i film sempre nello stesso modo. IMDB lo indica infatti come Anthony Chau-Sang Wong.
DiscussioneZender • 2/10/18 17:40 Capo scrivano - 48571 interventi
Sì, anche se come detto i film orientali non hanno ricerca possibile. Imdb inverte nomi e cognomi, gli altri database li metton come vogliono, quindi un disastro...