San Andreas quake - Film (2015)

San Andreas quake
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Chi vive sulla faglia di San Andreas sa bene che il rischio di incorrere nel “Big One” è concreto. Normale quindi che, in attesa di vedere se la natura deciderà davvero di scatenare lì il più grande terremoto di sempre, ci pensi il cinema a mostrare cosa potrebbe accadere. Questo dell'Asylum è solo uno dei tanti film a coprire l'eventualità e lo fa seguendo i canoni del catastrofico da tinello, in cui c'è sempre una famiglia separata dagli eventi che si dà appuntamento da qualche parte a Los Angeles o nei pressi aprendo i diversi segmenti avventurosi in cui i nostri eroi incontrano sulla strada drammi di ogni tipo. A dire...Leggi tutto il vero qui il padre (Townsend) se ne sta piuttosto in disparte: decolla col suo elicottero per scorrazzare in giro una coppia di turisti e se ne sta lassù. Chi ha problemi più seri sono la sua seconda moglie (Castles), sismologa che già aveva perso vent'anni prima il padre causa terremoto, e la figlia (Van Dien), impiegata alla reception di un albergo. L'appuntamento che i tre si danno è proprio sul tetto dell'hotel, dove papà dovrebbe arrivare in elicottero. Mamma intanto, che insegna all'università, si ritrova a fare il viaggio con Nick (Woods), il suo studente più dotato ma che quanto a impegno non ci siamo, il quale è incidentalmente pure il fidanzato della figliastra. La cosa originerà lunghi faccia a faccia su di un futuro che riesce difficile immaginare, dal momento che gli apparecchi della donna indicano scosse che dovrebbero raggiungere vette in cui “non resterà in piedi niente”. I due viaggiano in auto e investono un ippopotamo (ok, c'è lo zoo vicino, ma...), incrociano una madre disperata con figlia a carico e s'infilano in gallerie segrete sotto la città (?) che dovrebbero portarli alla meta. La splendida diciottenne invece (d'altra parte nella realtà è figlia dei “belli” Casper Van Dien e Carrie Mitchum, cui somiglia molto) ha il suo bel daffare in albergo, assieme al collega gay, nel cercare di salvare una coppia di vecchini mentre gli ospiti ad ogni scossa rotolano per le scale e si fracassano dai piani alti. Considerato quindi che il papà è in cielo a godersi lo spettacolo tranquillo e che la figlia sta lì ferma in attesa che arrivino i genitori, l'unica coppia all'avventura è quella composta dalla madre e da Nick, con la prima che si dedica a strazianti (per gli spettatori) videomessaggi alla figliastra o a raccontare agghiaccianti aneddoti di vita per riempire i minuti e il secondo che, molto più pratico, le spiega come per lui e la ragazza ci siano già piani a lunga scadenza... Nel frattempo i grafici ci dan sotto con gli effetti speciali e ad ogni cambio d'inquadratura tiran giù un palazzo o sfasciano una strada. E questo nonostante nelle panoramiche da lontano si vedano al massimo due o tre grattacieli che fumano. D'altra parte è uno straight to video e i mezzi son quelli che sono. Fortunatamente nel suo piccolo la regia qualche scena di tensione riesce perfino a metterla insieme e a un certo punto pure papà deve atterrare: in un attimo un aereo gli centra l'elicottero parcheggiato sulla pista! Insomma, di bizzarrie ne capitano (che dire di Nick disperato perché ha perduto la paperella da bagno o di una giraffa che passa mentre ancora sta girando per la scena un ippopotamo più finto di quello della Lines? O dell'incidente nel prologo, in cui il padre non riesce a liberare la gamba della figlia da sotto un pezzo di legno che peserà al massimo 2 kg?). Interpretazioni decenti, intrattenimento minimo ma il tema certo non aiutava...
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/08/20 DAL DAVINOTTI
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Rigoletto 8/01/22 12:26 - 1773 commenti

I gusti di Rigoletto

Un prodotto decisamente sopra la media Asylum, girato abbastanza bene e con un buon timing narrativo. La protagonista Jhey Castles è brava e appassionata. Baumgartner scrive e dirige in maniera veloce e spigliata. Ingenuità e sciocchezze certo non mancano (a cominciare dall'ormai annoso problema degli effetti speciali). Forse l'unico vero grande difetto sta nel disequilibrio fra preparazione all'evento e l'evento stesso, verso il quale il regista avrebbe dovuto mostrare maggior cura del dettaglio. La sufficienza è raggiunta, ma un pizzico di rimpianto c'è.

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