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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dietro a un titolo banale e anonimo, ennesima variante di un classico citato ormai infinite volte, si nasconde un film invece con più di una qualità, che pur rifacendosi anche nell'idea di base al capolavoro monicelliano sa offrirne una versione moderna che ne eredita in giuste dosi amarezza e divertimento. Siamo anche qui a Roma ma la zona interessata, nominata spessissimo nel film, è il Labaro, quartiere a nord della Capitale dove abitano due ladruncoli da quattro soldi, Ruggero (Giallini) e Cosimo (Mastandrea). Il primo è un elettricista sposato con...Leggi tutto Marisa (Natoli) e ha un figlio, il secondo ha l'hobby dell'aeromodellismo.

Quando Cosimo, durante un lavoro, conosce un ricco collezionista d'arte (Ferrari) che rimpiange il magnifico Van Gogh perso al gioco da suo nonno e viene a sapere che proprio quel quadro è custodito in un museo lì nei pressi e potrebbe rivenderlo al ricco signore per oltre un milione di euro, fa due più due. Anzi, di più, perché Marisa lavora proprio come custode in quello stesso museo! Insomma, avrebbe già un compratore e a portata di mano la disponibilità di chi conosce molto bene l'impianto di sicurezza. Chiama Ruggero e lo convince a dare una svolta alle proprie vite, coinvolgendo nell’operazione pure la moglie inizialmente riluttante. Sarà sufficiente procurarsi una copia del quadro e sostituirla nottetempo eludendo gi allarmi e le telecamere provocando un blackout.

In campo avverso milita Piero (Favino), poliziotto dotato di buon acume, un matrimonio fallito alle spalle e che già ha messo gli occhi su Ruggero e Cosimo in seguito a una rapina condotta dai due ai danni di un autobus di coreani. Due mondi contrapposti nella sfida sempiterna tra guardie e ladri, tra le più battute dal nostro cinema. La storia però a sorpresa gira bene e tutti e quattro i protagonisti confermano bel talento interpretativo, riuscendo in qualche modo a sopperire alle carenze della regia un po' zoppicante di Antonello Grimaldi e alla povertà della confezione, dovuta alla destinazione televisiva del film. Peccato, perché la sceneggiatura di Walter Lupo (a cui si deve anche il soggetto) e Luca Rossi aveva ottime potenzialità. Soprattutto per come viene risolta la seconda parte, in cui si perde parzialmente lo spirito ironico che pervadeva fin lì il film ma si acquisisce spessore drammaturgico (guadagna spazio Favino, nella prima parte poco presente) azzeccando qualche convincente colpo di scena e un bel finale in cui ancora una volta si sfrutta la bravura del cast per raggiungere un buon risultato.

Giallini dei tre mattatori sembra il meno incisivo (all'epoca era ancora poco noto al grande pubblico), ma il personaggio nelle sue corde comunque l'aiuta. Qualche forzatura nel tentativo di dare un taglio romantico al personaggio di Cosimo (che ad ogni complimento si schermisce rispondendo solo "sono un elettricista"), un certo accenno di sciatteria dovuta alla limitata coralità di una storia che di solito prevederebbe ben più figure implicate nel progettato furto, ma il tutto gira e, considerato che si tratta di una produzione televisiva (Mediaset), ci si può dire soddisfatti.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/06/12 DAL BENEMERITO RUBER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/06/24
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Ruber 4/06/12 19:24 - 706 commenti

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Diciamo subito che non c'entra nulla con la grande commedia di Monicelli e nessun accostamento è lecito. Più che altro è un piccolo, piccolissimo tributo. Non si comporta male, è un prodotto tv (con tutti i suoi limiti), ma riesce almeno a tenersi su discretamente, considerato il gigante che ha davanti. Un cast che vede un trio romano ben affiatato, con buone gag e dialoghi divertenti. La storia del quadro da rubare su commissione è discreta e diverte.

Samuel1979 10/07/17 23:21 - 553 commenti

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Scialba commedia che tenta (con modestissimi risultati) di emulare gli inarrivabili lavori di Mario Monicelli e Nanni Loy. Nonostante le ottime premesse e un buon inizio, il film perde di interesse e cala di ritmo soprattutto nella seconda parte; potremmo pertanto definirla un'occasione mancata, se si guarda soprattutto al cast corposo in cui, comunque, Favino risulta essere come di consueto il più convincente.

Pessoa 22/12/18 23:31 - 2476 commenti

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Grimaldi rivisita un classicissimo con la deferenza che si merita stando attento a recuperare lo spirito dell'illustre predecessore piuttosto che le vicende narrative. Ne viene fuori un gran bel film, in cui il trio di protagonisti si muove con sicurezza e senza timori reverenziali. La matrice televisiva non inficia più di tanto il risultato finale e porta ad augurarsi che il connubio fra tv e cinema dia ancora vita a prodotti di questo valore. Il ritmo non vorticoso valorizza uno script che non scade quasi mai nel banale. Merita una visione.
MEMORABILE: La scena finale con il dialogo fra Favino e Mastandrea.

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