Steno e Monicelli alle prese con la comicità milanese di Tino Scotti, il cavaliere del titolo. Tra un "ghe pensi mi" e l'altro le avventure tutte sopra le righe di un esagitato morto di fame che vive di espedienti ma si fa rispettare per l'eloquio alla Groucho Marx che travolge tutto e tutti. Giochi di parole spesso di dubbio gusto, un modo di far ridere a dir poco superato, tutto accelerazioni da vecchie comiche e gag che viste oggi rischiano di imbarazzare. Per cercare di trasferire in Italia l'esuberanza surreale di Groucho Marx ci volevano almeno un Harpo e un Chico di contorno, perché lasciare campo libero a un simile diluvio verbale non può che inevitabilmente...Leggi tutto portare prestissimo alla saturazione. Scotti si mangia il film senza permettere quasi a nessuno di sopravanzarlo, senza mai fermare i suoi deliri in cui infila di tanto in tanto qualche intervallo in milanese e un bel po' di "ghe pensi mi". Il risultato è da manuale della sovreccitazione, e trovare tra i mille monologhi qualche spunto veramente divertente è impresa ardua. Così come colpisce il finale sull'aereo supersonico, con il nostro che passa in pochi secondi da un continente all'altro osservando i paesaggi sottostanti. Cinema comico d'altri tempi insomma, decisamente ancorato agli stessi. Che clamoroso passo in avanti faranno Steno e Monicelli appena l'anno dopo con GUARDIE E LADRI... Scotti può ispirare simpatia, ma poco altro...
Un film esplosivo, precursore della comicità moderna e con originalità negli effetti speciali. Il mattatore (Tino Scotti) ha una grande capacità dialettica e linguistica, dipana scioglilingua e ingarbuglia frasi bislacche scritte dall'abile mano di Marcello Marchesi. Una storia che spazia da Milano al lido di Ostia "macchiando" di neorealismo la trainante vicenda. Buona la fotografia di Mario Bava. Il "cavaliere", per salvaguardare il territorio in cui vive con la propria comunità, eluderà una serie di impedimenti con arguzia e un pizzico di fortuna!
Se si guarda con occhio nostalgico si può apprezzare la comicità meneghina di Tino Scotti in E' arrivato il cavaliere. Non si può tuttavia dimenticare che si tratta di un film clamorosamente superato ed invecchiato, incapace di reggere l'usura del tempo. Si salvano la simpatia umana del protagonista (affiancato da validi comprimari) e un certo ritmo della regia targata Steno/Monicelli (non proprio gli ultimi arrivati). Tutto il resto è un pò logoro.
Commediola senza pretese... e però c'è Tino Scotti. Petulante, egli vanta una logorrea blasé in cui il non senso petroliniano, citazioni colte e la deformazione logica e di significato si avvitano bonariamente, sin quasi a un pacato sperimentalismo che frizza nel contrasto col provincialismo bauscia: tutto al servizio di una mimica dinoccolata e irriverente verso l'arroganza del potere. Notevoli il boicottaggio dei panettoni e il giro del mondo in pochi minuti, strepitosa la dimostrazione, dai toni irrefutabili, per cui 35:5 = 16.
MEMORABILE: "Compagno, accompagnatemi!" "Prego, Giuseppe!" "E allora aggiuseppatemi!".
Steno (Stefano Vanzina) HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneLodger • 19/12/11 10:30 Pulizia ai piani - 1567 interventi
l'ho registrato l'altra notte da fuoriorario...Questo film è un CAPOLAVORO del cinema comico! da lasciare a bocca aperta!
tutte le persone che ci hanno lavorato erano in stato di grazia.
...strano che sia così poco conosciuto. ed è anche un peccato che non esistano seguiti, giusto?