Quando mi sono accostato a questo "Caruso,zero in condotta" ero abbastanza impensierito e allo stesso intimorito dalla rappresaglia di giudizi che hanno stroncato questo film.
In realtà si tratta di un film viziato da molti disprezzabili difetti ma assolutamente non da buttare via in toto. Il film innanzitutto approfondisce il rapporto con una ragazzina e non con una donna. Sì, questo tema viene approfondito solo marginalmente ed è affidato alle comparsate della Dazzi, punto debole del film. Il topòs dell'uomo che vedovo rinuncia alle donne per la sua unica priorità, un figlio, è consumatissimo ma ha ancora qualcosa da dire.
L'argomento viene declinato in un ambito più particolare: quello delle baby gang, formate a volte da ragazzi spesso di famiglie "normali" che rapinano o fanno altre illegalità. Credo che agli albori del XXI secolo il fenomeno non fosse così estremizzato come adesso... Ma già Nuti, questo possiamo ammetterlo, con preveggenza quasi verniana dipinge questi gruppi di ragazzi abbastanza sregolati che cercano di sfuggire alle regole. In questo contesto la ragazza co-protagonista ben si sa destreggiare, peggio gli altri: con gli attori bambini si sa...
La storia dello psicanalista di contro sembra quasi un pretestuoso aggancio al Caruso Pacoski che tanto fece successo (perché non mettere Novelli anche qui?). Il mestiere serve giusto per qualche gag di poco conto: tanti ricordano solo Platinette, ma è il momento più basso del film.
Caruso si troverà insomma a che fare con le vicende della figlia destinate a complicarsi. Prima condanna la figlia duramente (nonostante un flashback - purtroppo a doppia velocità come nelle comiche - che in realtà conferma solo la linea del padre) e poi si trova in seria difficoltà (pure il film). Ecco il casino vero. La figlia lascia il gruppo per il fatto della pistola. Poi qui il tutto si impasticcia con il padre che si fa incarcerare con riconciliazione affrettatissima.
Qualche bel momento: Caruso che gonfia un guanto di Parigi, quando tenta di scacciare una mosca, quando nasconde la portiere ammaccata della sua macchina. Musiche di Giovanni Nuti sempre tendenti sul moderno, tendenza degli ultimi anni: rimpiango il sax di Stregati...
Regia sempre in preda alla sindrome della dolly (forse era peggio Io amo Andrea, film visto da pochissimi) ma almeno funzione all'eccessiva modernità che vuole ostentare il film. Ci era cascato anche Argento con Il cartaio: i videopoker, i computer, gli hacker... Questo "Caruso" (non capisco l'allusione a De Sica) è un filmettino che nell'essere troppo moderno (forse Nuti nell'insuccesso degli ultimi film pensava di essere sorpassato) e che sconta una sceneggiatura sfilacciata e raccogliticcia. Ma i cocci sono tenere...
Molti difetti ma non mi sono annoiato.