Film scomodo e difficile: la regista dipinge infatti la realtà dei paesini americani, lontani dalle tolleranti (?) metropoli, come dei ricettacoli di buzzurri intolleranti e squallidi. La storia di Brandon/Teena non si dimentica certo, ma è il finale tragico a lasciare il segno per la sua gratuità e crudezza, che mi ha ricordato quello di Easy Rider. Hilary Swank ha vinto, a ragione, una quantità incredibile di premi per la sua intepretazione. Direi da vedere, anche se un po' pesante.
Film stupendo in cui viene rivelato al mondo il magnifico talento di Hilary Swank, la quale interpreta il ruolo difficile di Teena Brandon, un uomo imprigionato nel corpo di una donna. Tra le menzogne ed il dramma interiore di Brandon, la voglia di fuggire dalla provincia di Lana e le atrocità degli amici di quest'ultima si giunge ad un finale in cui si fondono dramma e sollievo. Ottima regia firmata Pierce, anche per la decisione di utilizzare contesti con poca luce, adatti a descrivere la realtà esteriore ed interiore.
MEMORABILE: Oserei dire che l'intera pellicola merita di essere ricordata.
Film che mi ha quasi commosso per la vicenda (reale) della protagonista. Rende molto chiaro quali possono essere le difficoltà di una ragazza omosessuale che vorrebbe farsi passare per un giovanotto. La consapevolezza delle problematiche legate alla sua condizione, i vantaggi ottenuti per pochissimo tempo (l'amore) e la piega (che per regolamento non svelo) che prende la vicenda fanno di questo film uno spaccato realistico di una situazione difficile, soprattutto per l'ambiente che circonda la ragazza.
È una storia vera, quindi ben ricostruita poiché ha il suo effetto proprio nel far riflettere su un accaduto tanto ignobile. Nel complesso però il film non mi ha soddisfatto piu di tanto perché va bene, bravissima la Swank, ma la regia non è a parer mio in grado di valorizzare a sufficienza la condizione psichica (la crisi di identità sessuale) del soggetto ed analizzare il contesto provinciale in cui vivono certi personaggi rappresentati troppo epidermicamente, poco a fondo. Storia lenta e diluita, che si racconta in poco tempo ma che dura tanto.
Molte volte la patina di un film tende a mascherarne i difetti di contenuto e di scrittura. Qui è l'esatto contrario perché, se qualche appunto può essere mosso alla fotografia e alla colonna sonora, niente si può invece dire sulla storia, sugli interpreti e sulla regia. Anzi, come opera prima dimostra un coraggio e un'incisività (ma anche senso della misura) fuori dal comune. Si rivela la bravura della Swank (e non solo lei) e non ci si può che appassionare di fronte al suo personaggio.
Storia sicuramente difficile quella di Brandon/Teena, donna che però si sente uomo. Tematica molto importante quella trattata, tanto più che il film si basa su una storia vera. Tuttavia lascia un po' da parte l'io della protagonista senza mostrarne pensieri e paure. Pellicola sulla violenza e sull'intolleranza che propone drammi purtroppo ancora attuali.
Ottimo film tratto dalla storia vera di una ragazza che voleva essere maschio, nella provincia americana. Il protagonista (una straordinaria Swank) ci è mostrato fin dall'inizio come ragazzo, proprio come voleva, e questo è forse l'aspetto più intelligente e originale: niente spiegazioni psicologiche o morbosità, ma solo la normalità di un transessuale. Mentre l'anormalità (quella che sì, meriterebbe un'analisi psichiatrica) è di una società maschilista, violenta e intollerante che fa da sfondo fino a prendere drammaticamente il sopravvento.
Una regia semplice e pulita, una fotografia scura e sporca come i luoghi dove è ambientato il film, una storia vera che nel finale sconvolge e commuove. Bravissime le due protagoniste e brava la Pierce ad aver sapientemente miscelato gli ingredienti. Un film da vedere e ricordare.
L'inquietante interrogativo su cos'è realmente normale rimane nella testa dello spettatore al termine di un film che fa riflettere sulla difficile condizione delle persone dalle problematiche (ma più per gli altri che per sè stessi) sessuali. Il film mostra una notevole "forza" sia nella sceneggiatura che nelle immagini e anche se la regia mostra qualche incertezza, si tratta di un'opera interessante e coinvolgente, oltre che ottimamente interpretata.
E’ un esordio, tanto di cappello alla regista che senza compiacimento attinge da una storia vera e rielabora quello che è prima di tutto un dramma sul coraggio di essere se stessi. L’omosessualità e le conseguenti crisi d’identità sessuale sono argomento scottante, ma il tocco femminile in regia è sensibile, leggero e privo di patetismi. Mostra ciò che è necessario mostrare, dice ciò che è necessario dire senza eccessi di retorica. La pellicola perde un po' di incisività quando i personaggi borderline sovrastano il tema principale.
MEMORABILE: L'interpretazione di Hilary Swank. Il finale.
Emotivamente lo considero uno dei film più difficili che abbia mai visto. L’atmosfera di vuoto culturale, di totale assenza di prospettive in cui viene immersa la provincia americana crea un’ambientazione di per sé già molto pesante. La storia, va da sé, si situa perfettamente in questo scenario. Hilary Swank spicca il volo con un ruolo particolarmente complesso da reggere e interpretare. Lascia un profondo senso di angoscia, ma va affrontato senza riserve.
Ispirato da una storia vera, il film narra con lucidità la diversità in modo intenso e coinvolgente. La figura del transgender (bravissima la Swank), prima stimato poi scacciato ed oltraggiato da una retrograda società maschilista, è ben congegnata. La pellicola mostra l'amore delicato e la violenza più becera in egual misura. Importante.
Film duro, durissimo, doloroso, con una sensibilità tutta femminile che mostra una mentalità bovina e bestiale del maschio medio americano davanti a qualcosa che non può e non vuole comprendere. Difficile arrivare fino in fondo (il finale e uno dei più devastanti mai girati), ma è un inno alla libertà sessuale di ogni individuo. Difficilmente lo si dimentica e resta nel cuore e nell'anima. Opera che fa malissimo, colpisce duro, ma necessaria. Tutti dovrebbero vederlo almeno una volta, per capire e non chiudere gli occhi. Caldamente consigliato.
MEMORABILE: L'agghiacciante e durissimo finale, di una violenza realistica e feroce, quasi insostenibile; Il delicato amore tra la Swank e la Sevigny.
Ispido e disadorno diorama generazionale sugli sbandati e "grungeggianti" anni '90, polarizzato nei laceri contorni di una storia pessimistica e agonizzante sulla diversità e il desiderio impetuoso di vivere per se stessi contro i codici del conformismo dominante. Un crudele Tomboy dell'età adulta vissuto nel fisico androgino di una grande Hilary Swank e nei tratti emaciati della Sevigny, schiavi del grigio senza futuro delle campagne del Nebraska. Qualche schivabile sovraccarico nel reindirizzamento comportamentale di taluni personaggi, ma ad avercene di battesimi d'arte di così salda drasticità anticonvenzionale.
MEMORABILE: Le prove di Hilary Swank e di Chloe Sevigny, già da tempo assurta a ninfetta dei paesaggi sterili e desolanti (Kids, Gummo, Julien donkey boy).
Uno dei più sdegnati e incisivi attacchi all'omofobia e all'ignoranza che abbia mai intercettato su pellicola, un inaspettato (in fondo produce Hollywood) pugno nello stomaco che non rifugge la violenza e la sgradevolezza, pur senza compiacimenti e con una sottotrama sentimentale che se da un lato diluisce le crudeltà, dall'altro rende fruibile (ma non per questo leggera) un'escalation altrimenti insostenibile per la quasi totalità degli spettatori. Qualche personaggio così così e quache incertezza nella prima parte, ma il film picchia duro.
Lavoro encomiabile quello della Pierce che, al debutto, firma un'opera intensa con punte drammatiche al limite dell'insostenibile. Dopo un inizio abbastanza standardizzato che contestualizza il personaggio principale (un'efficace Swank) all'interno di un ambiente rurale ostile e chiuso mentalmente, esplode in una seconda parte di rara brutalità nella quale i pugni allo stomaco si fanno pesanti. La forma è corretta e la padronanza del mezzo è già più che sicura. Notevole la scelta dei pezzi della soundtrack. Un'opera che non può lasciare indifferenti.
MEMORABILE: Il rapporto Swank-Sevigny; La privazione della dignità umana ai danni della Swank.
Sono quasi sempre gli esordienti a realizzare le storie migliori. questo "Boys don't cry" ne è l'esempio; tratto da una storia vera, l'autrice è riuscita a tirarne fuori un film duro e pessimista che trova nelle sue protagoniste le interpreti ideali. Non particolarmente brillante nella prima parte, si riscatta pian piano verso la fine, colpendo allo stomaco lo spettatore, inducendolo a riflettere su quanto la nostra società sia ancora retrograda riguardo a certi temi.
Ermafrodita si innamora di una ragazza nascondendo la sua identità sessuale. Invece di focalizzarsi sulle difficoltà di integrazione e sui dubbi di genere ci si concentra sulla via più facile della non accettazione, per chi vive ai margini. La prima parte descrive l’ambiente come se la protagonista fosse solo interessata ad andare dietro alle ragazze; diviene violenta in un epilogo crudo e morboso. Swank ammirevole, Sarsgaard dà un valido apporto.
MEMORABILE: Lo sci d’auto a richiamare il Vietnam; Il bambino piangente dopo la strage.
Brandon è nato con un corpo femminile ma si sente un uomo per cui si comporta come tale, disgraziatamente si trova di fronte ad altri uomini che si sentono offesi dalla sua stessa esistenza... Ispirato ad un fatto di cronaca, un dei più noti film incentrati sulla tematica transgender e sulla mascolità tossica, tutt'altro che perfetto sia nella costruzione del racconto poco serrata che nella messa in scena piuttosto ordinaria ma reso toccante dall'interpretazione di Swank, in grado di trasmettere l'umiliazione e la sofferenza del protagonista in modo talvolta quasi insostenibile.
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Devo assolutamente ringraziare i colleghi Mickes e Buio, senza i cui commenti probabilmente avrei continuato ad ignorare questa terribile vicenda di cronaca ambientata nella provincia americana più spenta e senza speranza dei trascorsi anni '90.
Opera probabilmente imperfetta sul fronte della sceneggiatura ma dotata di una potenza capace di scendere molto a fondo nelle emozioni.
pellicola coraggiosissima, opera prima folgorante: senz'altro uno dei pilastri "made in USA" di quel cinema indie che tanto ci emoziona. purtroppo la Peirce non ha avuto la fortuna che probabilmente si meritava.
ora come ora rivedrei il pallinaggio, anche e sopratutto in base al commento, gli si addice maggiormente il tre pallini e mezzo :)
Pur non essendo attorofilo devo ammettere che mi sono sempre rifiutato di vederlo per la presenza della Swank. Lo stesso discorso vale per Million dollar baby.
Ha il viso più antipatico della terra.
Gestarsh99 ebbe a dire: Devo assolutamente ringraziare i colleghi Mickes e Buio, senza i cui commenti probabilmente avrei continuato ad ignorare questa terribile vicenda di cronaca ambientata nella provincia americana più spenta e senza speranza dei trascorsi anni '90.
Opera probabilmente imperfetta sul fronte della sceneggiatura ma dotata di una potenza capace di scendere molto a fondo nelle emozioni.
Mi fa davvero piacere Gest che ti sia piaciuto.
Amo molto questo film ( e non solo per il barbaro e disumano finale), ma per la forza devastante che emana, che fa commuovere, riflettere e vale di più di mille bla bla bla da salotto pomeridiano.
In cuor mio, Gest, ho sempre pensato che lo avresti apprezzato.
Didda, dai retta a Mickes, mai frasi furono più veritiere.
Buione, dopo anni ho trovato il coraggio di guardarlo (l'impedimento non era tanto dovuto alla tematica quanto alla mia antipatia per la Swank).
Che dire, certamente un buon/ottimo film con una seconda parte davvero indimenticabile. Certo, fatica un pò a carburare ma nel momento in cui entra nel vivo assesta notevoli pugni nello stomaco.
Un film certamente da recuperare per chi lo ha perso.
Didda23 ebbe a dire: Buione, dopo anni ho trovato il coraggio di guardarlo (l'impedimento non era tanto dovuto alla tematica quanto alla mia antipatia per la Swank).
Che dire, certamente un buon/ottimo film con una seconda parte davvero indimenticabile. Certo, fatica un pò a carburare ma nel momento in cui entra nel vivo assesta notevoli pugni nello stomaco.
Un film certamente da recuperare per chi lo ha perso.
Felice che (nel bene e nel male) ti sia piaciuto
Mancata "palma d'oro buiesca" soffiatagli dall'opera prima della Coppola
Didda23 ebbe a dire: Buione, dopo anni ho trovato il coraggio di guardarlo (l'impedimento non era tanto dovuto alla tematica quanto alla mia antipatia per la Swank).
a mio parere, la prova della Swank è uno dei motivi oer vedere il film...